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L'aeroporto ci sta aspettando. La sveglia delle 7 ha già suonato due volte, ciò significa che sono in ritardo. Mamma mi ucciderà.
Sento bussare alla porta della mia stanza.
"Sophie dimmi che sei sveglia e che è tutto pronto. Ti prego."
nel mentre che sfilo i pantaloncini del pigiama apre la porta. Il suo volto impallidisce non appena si rende conto che ho ancora la valigia aperta sul pavimento e il pigiama appena sfilato sul letto.
Prima che possa urlare qualsiasi cosa intervengo
"Mamma ti giuro che se vai di sotto e inizi a contare fino a 20 sarò al portone in un attimo. Non farmi perdere altro tempo" le dico per poi chiuderle la porta in faccia. Probabilmente sta borbottando qualcosa contro di me ora ma sento i suoi passi scendere le scale quindi va tutto bene.
Chiudo la valigia, indosso i pantaloni di una tuta nera larga e un reggiseno sportivo dello stesso colore. Prendo un elastico e ci faccio uno chignon, probabilmente è uscito malissimo ma non importa. Le scarpe sono di sotto quindi prendo le cuffie, la valigia e corro verso la porta di casa dove mia madre mi aspetta furiosa.
"20 secondi eh. Dobbiamo essere all'aeroporto tra 57 minuti esatti." Dice mentre mi metto le scarpe.
"E saremo li tra 56 min e 30 secondi, su andiamo" le rispondo aprendo la porta.

Nel mentre che ci accomodiamo sull'aereo realizzo che sto per lasciarmi alle spalle molte persone. Persone importanti per me che non rivedrò per almeno 3 mesi. Mi chiedo se le mie amiche cambieranno nei miei confronti per questo. 3 mesi non sono pochi e l'estate l'avrei potuto passare con loro.  Spero non ci allontaneremo per questo.
Mamma aveva bisogno di me e per questo sono qui, con lei. Qualsiasi cosa succederà, qui è dove devo essere.
"Puoi ricordarmi perché abbiamo scelto di andare proprio nella città di Kitty Hawk, come ci è venuta in mente" le chiedo ridendo.
"C'è la spiaggia, è economica e poi Marco è rimasto soddisfatto della sua vacanza qui, è un avventura."
Vederla così entusiasta dopo il periodo infernale che ha passato è moltissimo per me.
"Come si chiamava l'hotel?"
"Non è un hotel. Alla fine ho deciso di affittare una piccola baita vicino la spiaggia. 3 mesi li solo 1200 euro. È un affare considerando le tempistiche."
Annuii
"Spero non ci sia la beffa"
"Ho parlato con i proprietari più volte e sembra proprio che siano abbastanza disperati da accettare quei soldi. Pare che non ci sia stata molta richiesta quest'anno." Disse alzando le spalle.

Scese dall'aereo abbiamo subito fermato un taxi che ci portasse alla baita.
Dal finestrino della macchina potevo vedere molto bene il paesaggio. Non era molto promettente, il terreno era pieno di erbacce secche, poche piante erano verdi. L'acqua invece sembrava stupenda, da lontano potevo vedere ragazzi che facevano surf e si divertivano. Questo mi rincuorava. Magari avrei potuto fare amicizia con qualcuno.

La fame cominciava a farsi sentire. Mangerei letteralmente qualsiasi cosa in questo momento, non ho avuto il tempo di fare colazione; in aereo il cibo era penoso e ora qui è praticamente passata l'ora di cena e io e mamma siamo ancora qui a mettere in ordine i bagagli.
"Non credi sarebbe il caso di andare a mangiare qualcosa fuori madre?"
Spero che la mia espressione sia abbastanza disperata da farle capire indirettamente che non è una proposta ma un esigenza vera e propria.
"Si forse è il caso, sto morendo di fame. Secondo te c'è qualche ristorante qui vicino?"
"Si ne ho visto uno mentre eravamo in taxi a meno di un chilometro da qui. Possiamo arrivarci a piedi."
"Speriamo di non morire uccise dai coccodrilli nel frattempo" disse lei con un pizzico di ironia e preoccupazione.
"Non fare la fifona, hai scelto tu questo posto. È un'avventura, giusto?" Dissi citando la sua frase sull'aereo.

Dopo una passeggiata di almeno una ventina di minuti siamo arrivate a un ristorante molto carino. È molto vicino alla spiaggia e le luci che illuminano i tavoli che si trovano vicino al pontile producono un immagine spettacolare dell'acqua. C'è una bellissima atmosfera.
Tutto quello che potrebbe rendermi serena è qui, le luci affievolite, le stelle, il rumore delle onde e le voci in sottofondo di gente che ride e scherza.
All'ingresso c'è una ragazza ad accogliere i clienti, avrà più o meno la mia età; ha un espressione un po' scocciata in viso, probabilmente vorrebbe divertirsi invece di stare li a lavorare, o magari ha appena avuto a che fare con qualche cliente sgradevole. È sempre interessante provare a leggere le persone ma conoscerle lo è ancora di più. Spero di avere il tempo di provare a parlare con lei.

Accanto al nostro tavolo sono seduti dei ragazzi , probabilmente poco più grandi di me. "Mamma ma stai ascoltando i discorsi di quelli? Non credevo potesse esistere qualcuno di più imbecille del tuo ex." dissi quasi schifata.
Mia madre mi guardava con un sorriso a mezza bocca.
"No amore, ero troppo impegnata a parlarti di cose che evidentemente sono poco interessanti."
"Scusa hai ragione, cosa stavi dicendo?"
"Solo che sono felice di essere qui insieme a te, sei la mia unica dolce metà. Sono arrivata a una conclusione, dopo un attenta analisi su me stessa ho appurato che non troverò mai l'amore. Ringrazio tuo padre per avermi dato te perché altrimenti sarei completamente persa." Disse stringendo le sua mani alle mie.
"Mamma lo sai che non è vero. Io ci sarò sempre per te ma solo perché con papà non è andata e solo perché il tuo ex ti ha lasciata non significa che sarai zitella a vita. Sei giovane, hai solo 38 anni, sei sulla piazza."
Lei mi sorride. "Spero tu abbia ragione ma per ora queste sono le mie convinzioni. Comunque Andrea non mi ha lasciato, io l'ho lasciato perché mi ha tradito. C'è differenza." Disse spostandosi i capelli da una parte all'altra. Quasi si stesse vantando di avere le corna.
Questo suo gesto mi fa ridere.
"Comunque, cosa stavano dicendo di così interessante quei ragazzi?" Disse ammiccando.
"Stavano prendendo in giro quella cameriera. Probabilmente sono nella stessa scuola per ricchi ma loro si sentono superiori perché loro sono li per mangiare e lei per lavorare.
E poi l'hanno insultata in qualche strano modo, non conosco la parola. Tipo "stupida Pougue". Sarà qualche slang del posto."
"Che stronzi. Quello con la maglia rosa è carino però."
"È vero, ma manca la sostanza. Non fare la superficiale mami."
"Hai ragione scusa."

"Vado un attimo in bagno" Dico.
Avvicinandomi al bagno noto  che qualcuno stia lavando il pavimento, c'è un cartello ma non vedo nessuno. Strano.
Busso alla porta. Nessuno risponde quindi provo ad aprire. All'interno c'è una ragazza, la stessa che stava facendo accoglienza.
"Scusa, devi usare il bagno?" Dice.
"Si, devo solo lavarmi le mani. Posso o stai lavando?"
"No in realtà volevo solo prendermi un momento per me, probabilmente se i miei sapessero che ho bloccato il bagno ai clienti per fumare un po' di erba mi ucciderebbero" dice mettendosi a ridacchiare.
"I tuoi?" Le chiedo sorridendo.
"Si, sono i proprietari del ristorante. Non gli sto facendo un ottima pubblicità ora."
"Fidati, questo posto mi trasmette così tanta tranquillità e serenità che non sarai tu a farmi smettere di venire qui" le sorrisi.

"Ma sei all'high school di Hawk? Non ti ho mai vista"

"In realtà sono arrivata ieri da Roma. Sono qui in vacanza."

"Ma come Roma, credevo fossi di qui. Parli molto bene inglese."

"Mio padre è inglese. Ci teneva che sapessi parlare perfettamente anche la sua lingua."

"Effettivamente hai un accento un po'
particolare, ma prima non ci avevo fatto caso"

"Come ti chiami?"

"Oh scusa, non mi sono ancora presentata. Io sono kiara, kiara Carrera. Tu?"

"Sono Sophie. Sohie Evans"

Allungo la mia mano verso di lei e ce la stringiamo ridendo.

"E per quanto rimarrai qui Sophie?"

"Tre mesi"

"Tre mesi? Allora devo assolutamente presentarti il mio gruppo di amici."

"Mi farebbe veramente tanto piacere. Adoro conoscere nuove persone e se dovessi passare tre mesi qui sola con mia madre tutti i giorni credo che potrei impazzire" esclamo ridendo.

"Non ti preoccupare. Se vuoi domani mattina puoi venire qui a fare colazione con noi, offre la casa ovviamente."

"Va bene, ora devo andare però o mia madre mi darà per dispersa. Ci vediamo domani kiara"

"Ok Sophie, comunque puoi chiamarmi kie se vuoi."

"Allora a presto, kie"

Outer Banks [revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora