One

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Incheon, Sud Corea, Inverno 2004

A distanza di ben 32 anni da questa vicenda, mi sono finalmente deciso, ai miei 64 anni d'età, di trascrivere le mie colpe ed i miei peccati.
Ero e sono tuttora un peccatore, uno scherzo della natura per molti o per tutti, ma dopotutto non mi importa nè dovrebbe, perchè qualcuno dovrebbe giudicarmi, commiserarmi o esser disgustato da me solo in base alle mie preferenze sessuali?
È una domanda che spesso mi sono posto, fin da quando avevo 15 anni.
All'inizio ero convinto fosse normale, pensavo di esser molto affezionato ad i miei amici, fu solo quando mi descrissero cosa si provava quando si era attratti da una ragazza che realizzai che quelle sensazioni io le provavo solo ed unicamente verso i ragazzi, le giovani non mi faceva alcun effetto nè mi facevano avere pensieri proibiti come a volte accadeva nei confronti dei maschi.
Lo dissi a mio padre in cerca di aiuto, ma la sua risposta fu solo un ceffone in pieno volto, seguito da diversi colpi che mi fecero molto male, lasciandomi non solo cicatrici fisiche, ma sopratutto emotive.
Mio padre sperava che grazie a quei colpi io sarei tornato normale, mi sarebbero piaciute nuovamente le ragazze, ma così non fu.
Ma capii, capii che a quei tempi non sarei mai stato visto come "normale", non avrei mai potuto amare apertamente un ragazzo, e mi sarei sempre dovuto nascondere, come fossi un criminale ricercato.
Amare è una colpa?
Perchè se lo fosse, posso affermare con orgoglio, di essermene macchiato e lo rifarei altre decine e decine di volte

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