Nine

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Se fino a pochi attimi primi ero l'uomo più felice della terra, in quel momento mi sentii come se il mio cuore fosse stato  appena distrutto.
Il ragazzo che avevo appena baciato, colui che era riuscito a farmi provare delle emozioni fantastiche, a cui mi ero affezionato, sarebbe dovuto convolare a nozze.
Tolsi le mani dalla sua esile vita allontanandomi di qualche passo da lui mentre il giovane continuava a tenere lo sguardo basso.
Sperai di non aver capito bene infatti gli chiesi di ripetere ciò che mi avesse appena detto, lui me lo ripeté nuovamente ed io non ebbi più alcun dubbio.
Sentii qualche singhiozzo da parte sua, tentai di osservarlo in volto ma era rivolto al suolo, alzò poi di scatto lo sguardo, ed io lo vidi per la prima volta piangere.
Mi si strinse il cuore nell'osservarlo in quello stato, quel ragazzo sempre felice e spensierato sembrava non esser davvero senza alcun pensiero.
In quel momento agii nuovamente d'istinto, abbracciandolo e accarezzandogli il capo, non nel tentativo di fargli cessare quel pianto liberatorio ma per farlo sfogare una volta per tutte.
Perchè sì, quello ero un pianto di chi non ce la faceva più a fingere, a tenersi tutto dentro e a vivere costantemente nascosto dietro ad una maschera fittizia.
Non vi potevano essere parole di conforto, anzi, non necessitavano affatto.
In quel momento eravamo solo io e lui.

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