𝐩𝐫𝐢𝐦𝐨 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨. ¦ 𝐝𝐫𝐚𝐰𝐢𝐧𝐠

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«devil town is colder in the summertime.
I'll lose my mind at least another thousand time.
Hold my hand tight
we'll make it another night.»

gli svelti tratti di matita a cui il piccolo piagnucolone Akira Fudo dava vita stavano delineando il volto angelico, perfetto del compagno davanti, il suo amico d'infanzia Ryo Asuka.

era come sospeso su una nuvola bianca insisme al volto disegnato del ragazzo per cui aveva una gigantesca cotta. Il ragazzo che gli faceva versare litri di lacrime calde sul cuscino, il ragazzo che gli faceva provare il fatale sentimento dell'amore.

le gote di akira si arrossarono immediatamente; strizzò gli occhi. ciò gli fece strappare con delicatezza il foglio ruvido, per non essere sentito dagli altri e buttarlo sul pavimento, dopo averlo appallottolato semplicemente stringendo il pugno.
Il foglio fece un volo di bassa quota e atterrò proprio vicino al banco del biondo Ryo.
"no, no, no, no cosa faccio ora? oddio speriamo non lo guardi, che testa di cazzo che sono, agh" pensò akira, con la testa tra le mani, sudante dal terrore.

come proprio akira non sperava, ryo si girò incuriosito dal rumore dietro di lui, facendo ondeggiare i suoi capelli dorati. Guardò con i suoi occhi perlati vicino al suo piede e prese il foglio accartocciato, mentre akira si contorceva dall'imbarazzo che lo faceva sudare.

"è tuo?" chiese ryo sorridendo affettuosamente, senza nemmeno aprire quel foglio giallastro.
akira alzò la testa dal banco, lentamente. I suoi occhi si spalancarono, e come ipnotizzato dalla voce calda e profonda del ragazzo che gli piaceva rispose insolitamente tranquillo: "sì."
Ryo si appoggiò con i gomiti allo schienale della sedia, esibendo il suo sensuale sorriso, come sempre.
Akira lo guardava ammirato e sognante, con le gambe che gli tremavano e con le gote rosse e bollenti.
L'armoniosa voce del biondo risuonò ancora, stavolta chiedendo: "perché sei tutto rosso? c'è qualcosa che non dovrei vedere, in quel foglio?" akira tirò su col naso:
"n-no e no, non sono rosso"
ryo socchiuse gli occhi, continuando a sorridergli
"mi dispiace piccino. ora lo apro, eh ! "
akira, sentendo il rumore della carta, ritornò con la testa sul banco e le ascelle sudate.
"ma sono io?" chiese ryo, piacevolmente sorpreso. "disegni bene, sai? "
sentendo quelle parole, il ragazzo castano si permise il privilegio di farsi scorrere una lacrima lungo la guancia.
"sul serio?"
"sì."

- ryo

𝐝𝐞𝐯𝐢𝐥 𝐭𝐨𝐰𝐧 - 𝐫𝐲𝐨𝐤𝐢𝐫𝐚.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora