Capitolo 4 -Sono il nuovo stagista

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Anche grazie a una falsa raccomandazione inserita nel mio profilo elettronico,
la  mia richiesta di stage presso la SaksessPress venne subito accettata.
Come immaginavo, avevano urgenza di sostituire Laura.
Nessuno mi aveva mai visto in volto e non mi era stato difficile costruirmi un buon  curriculum, modellato esattamente sulle loro esigenze.

Che il contenuto fosse totalmente inventato, aveva poca importanza.

Inoltre, il fatto che fossi disposto a lavorare gratis, mi rendeva particolarmente appetibile agli occhi dell'azienda.

Per quello che avevo capito, l’unico altro candidato aveva richiesto di essere pagato.
Tanta arroganza doveva aver infastidito non poco il direttore.

Era un tipo molto diverso dal mio vero capo.
Di corporatura robusta, con il viso tondo e un paio di folti baffi, aveva tutta l’aria di un bonario intellettuale, che aveva passato tutta la sua vita sui libri.
I suoi abiti erano fuori moda, quasi d'altri tempi.
Apparentemente, sembrava il tipo d'uomo poco interessato alla ricchezza e ai beni materiali.
Ma io, dopo anni di fregature, non mi fidavo più di nessuno.
Sapevo che a volte le apparenze potevano ingannare  e che atteggiamenti ostentati, spesso, servivano ad occultare realtà inconfessabili.

Intanto, il fumo del suo sigaro mi irritava gli occhi e il naso, ma il direttore sembrava non curarsi affatto del mio evidente disagio.

“Guarda, la tua domanda è capitata a proposito. Normalmente è molto difficile ottenere un posto nella nostra organizzazione, ma una dipendente ci ha appena lasciato in modo improvviso e ci farebbe comodo qualcuno in sostituzione. Certo che, capirai bene, quello che svolgiamo qui non è un lavoro qualsiasi e quindi prima dobbiamo valutarti. Facciamo così: ti concedo una settimana per dimostrare quello che sai fare. Se sarai all'altezza, prolungheremo lo stage di mese in mese.”

“Perfetto. Ho proprio bisogno di fare un po’  di esperienza in questo settore. L’editoria mi ha sempre attratto ma non ho mai trovato il modo di iniziare  a frequentare l'ambiente. Non so come ringraziarla. Finalmente il mio master mi sarà utile.”

“Già, ho letto il curriculum.  Applicazione delle nuove tecnologie al mercato editoriale. Sembra fatto apposta per lavorare qua. Veramente notevole, forse anche troppo per il tipo di lavoro che dovrai svolgere, ma sono sicuro che saprai adattarti."

“La ringrazio per la fiducia.”

“Prima di tutto dammi del tu. Qui non abbiamo tempo per i formalismi. Il modo migliore per ringraziarmi è metterti subito a lavoro. Appena possibile ti farò affiancare dalla nostra coordinatrice, che ti spiegherà i tuoi compiti. Un conto è la teoria e un altro la pratica e, leggendo il tuo curriculum, salvo qualche esperienza all’estero, la tua preparazione è quasi solo accademica.”

Non avevo mentito del tutto. Il mondo delle case editrici mi aveva veramente sempre affascinato.
Mi piaceva leggere e, come ogni borghese frustrato che si rispetti, a volte sognavo perfino di fare lo scrittore.

Ma, come per quasi tutti, si trattava di una mera illusione.

Quell'ambiente sembrava riservato a determinate categorie di persone dalle quali noi, comuni mortali, eravamo irrimediabilmente esclusi.

Mancanza di conoscenze, poco tempo a disposizione, stanchezza intellettuale causata dal lavoro d’ufficio, sembravano ostacoli insormontabili.

O forse, più semplicemente, come mi avevano ripetuto numerose volte, non avevo talento.
In fondo, non era così importante saperlo.

Ora ero lì, seduto alla reception, in un posto di lavoro dove non si smistavano inutili pratiche, ma si produceva, o almeno si cercava di produrre, qualcosa di importante.
Che fosse mero intrattenimento o cultura, mi importava poco.

Era qualcosa di nuovo, di creativo.

Mi sentivo quasi felice.

Omicidio alla Saksess PressDove le storie prendono vita. Scoprilo ora