Dimenticati di me.

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Da: Tom🕸
Marta, dobbiamo parlare.

Ti prego, rispondimi.

Sono cinque giorni che provo a parlarti.

Lasciami spiegare, ti supplico.

Mi manchi da morire.

Leggo più volte i messaggi che mi ha inviato Tom e sospiro, per poi infilare il telefono in tasca e ignorarlo ancora.
Sono passati cinque giorni da quando è successo tutto quanto.
In questi cinque giorni Tom non ha fatto altro che presentarsi sotto casa mia, mandarmi messaggi e chiamarmi un milione di volte.
Ovviamente ho sempre finto di non essere in casa e non ho mai risposto a nessun messaggio, nessuna telefonata.
Sono completamente sparita, almeno per lui.
La verità è che, ancora una volta, mi sto comportando da codarda.
Sto scappando dalla verità.
Non voglio sentirmi dire che c'è un'altra persona più bella, più forte, più simpatica, più tutto di me insomma.
Non voglio guardarlo negli occhi, consapevole che non ci vedrò la solita luce che c'era ogni volta che mi guardava.
Non voglio trovarmi a pochi passi da lui e non poterlo abbracciare, baciare ed assaporare il suo profumo.
Non voglio trovarmi a pochi passi da lui, perché è inevitabile che crollerei.
Non ho fatto altro che piangere in questi giorni, mentre la mia testa stava per scoppiare a causa delle mille domande che continuavo a pormi e alle quali non troverò mai una risposta.
Esco da casa mia e, dopo aver chiuso a chiave la porta di casa, scendo di corsa le rampe di scale.
Arrivo all'ingresso ed apro il portone del mio palazzo, trovando Charlotte già ad aspettarmi.
Subito corre ad abbracciarmi e mi chiede un centinaio di volte come sto, ottenendo sempre la solita risposta: sto bene.
So che lei non ci crede per niente a tutto questo, ma io ho bisogno di credere che andrà tutto bene.
Che forse, prima o poi, riuscirò a lasciarmi alle spalle tutto quello che ho vissuto con Tom.

"Oliver ha fatto questo per te e mi ha chiesto di dartelo."
Esclama Charlotte porgendomi un foglio.

Lo prendo fra le mani e sorrido, appena mi accorgo che è un disegno che ritrae me e mio nipote.
Piego il foglio a metà e lo ritiro nella borsa, promettendomi che quando tornerò a casa dal lavoro lo appenderò da qualche parte in camera mia.
Camminiamo verso la libreria e mia sorella cerca di parlare di qualsiasi cosa, pur di non farmi stare in silenzio e farmi ricadere nei miei pensieri ancora una volta.
Poi però cade in un silenzio tombale anche lei quando, arrivate davanti alla libreria, troviamo qualcuno ad aspettarci.
Ad aspettare me, soprattutto.
È Tom.
Trattengo il fiato quando si accorge di noi e i suoi occhi incrociano i miei.

"Beh, io vado. Ti aspetto dentro, Marta. Ciao Tom."
Dice Charlotte tirando su la saracinesca del negozio.

Scompare all'interno della libreria, così rimaniamo solo io e Tom.
Ritorno a guardarlo e solo ora mi accorgo dell'aspetto trasandato che ha: gli occhi sono contornati da profonde occhiaie anche abbastanza marcate, mentre i capelli sono completamente disordinati.

"Possiamo parlare?"
Mi domanda Tom speranzoso.

"Non abbiamo nulla da dirci."
Dico alzando le spalle.

Mi volto e faccio per entrare in libreria, ma la sua mano si stringe attorno al mio polso costringendomi a voltarmi verso di lui.
Ci ritroviamo vicini e inevitabilmente il mio sguardo cade sulle sue labbra.

"Marta ti prego, non possiamo continuare così."
Esclama Tom, quasi esasperato.

"Invece continueremo così Tom, sai? Hai fatto le tue scelte. Non cercarmi più, per favore. Dimenticati di me, una volta per tutte. Io per la mia strada, tu per la tua."
Affermo liberandomi dalla sua presa.

Safe Place (Tom Holland)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora