Bevo l'ennesimo shot di vodka e il bruciore invade tutta la mia gola, mentre un altro giramento di testa mi colpisce.
Ho perso il conto delle ore in cui sono dentro in questo locale e, soprattutto, ho perso il conto di quanto alcol sto buttando giù nel mio corpo.
Sono ferma immobile seduta sullo stesso sgabello davanti al bancone e, l'unico gesto che faccio, è un leggero movimento della mano al cameriere quando voglio che mi porti altro alcol.
Intorno a me c'è musica a palla, una massa di gente che balla, si divertite e poi ci sono io: sguardo perso nel vuoto ed occhi assenti.
Sono passati due giorni da quando Tom mi ha confessato tutto e ho sentito il bisogno di scappare da casa mia, da quelle quattro mura che sono state spettatrici della fine di tutto ciò che c'era fra di noi.
Ho sentito il bisogno di scappare da quelle quattro mura impregnate dei nostri sorrisi, delle nostre risate, dei nostri respiri mentre facevamo l'amore, delle nostre promesse.
Faccio un cenno con la mano al cameriere e così mi versa dell'altro alcol nel bicchiere, che subito butto giù in un unico sorso.
Lascio sul bancone i soldi e poi indosso il mio cappotto, per poi iniziare a farmi spazio fra la folla per uscire dal locale.
Un folata d'aria fredda mi fa rabbrividire ed inizio a camminare per le strade deserte di Londra, data la tarda ora.
Tengo lo sguardo basso e non presto neanche attenzione a dove sto andando, perché non voglio alzare gli occhi e guardare ogni angolo di questa città che mi ricorda di noi.
Non voglio alzare gli occhi e cercarlo negli sguardi degli altri.
Non voglio ritrovarlo in nessun altro, in nessun'altra cosa."Marta?"
Domanda una voce maschile alle mie spalle.I miei pensieri vengono interrotti da questa voce alle mie spalle, così mi blocco in mezzo al marciapiede e mi volto lentamente.
Davanti a me, trovo Matthew.
La mia vista è leggermente offuscata per colpa dell'alcol ma riesco ad intravedere la camicia bianca che porta sotto al cappotto, mentre tra le dita tiene una sigaretta.
Si avvicina a me e così, a separarci, rimangono solo pochi passi.
Faccio per salutarlo ma un fortissimo giramento di testa mi fa traballare, così mi ritrovo in un istante fra le braccia di Matthew che mi tiene stretta al suo petto."Scusami, ho bevuto un po' troppo stasera."
Mi giustifico con un sorriso tirato."Dai, se mi fai strada ti accompagno a casa perché di certo non puoi andare in giro da sola a quest'ora della notte soprattutto in queste condizioni."
Esclama lui in tono premuroso.Io mi allontano dalle sue braccia e scuoto la testa, mostrandomi contrariata.
Non voglio tornare a casa mia.
Non voglio entrare nel mio letto e sentire il cuscino impregnato del profumo di Tom.
Non voglio mettermi al caldo da sola sotto al piumone, lo stesso che ha coperto per innumerevoli volte i nostri corpi.
Voglio andarmene solo lontano.
Lontano dai ricordi e lontano da lui."Non voglio andare a casa mia."
Dico alzando le spalle."Hai qualche altro posto in cui andare?"
Mi chiede Matthew confuso.L'unica persona da cui potrei andare sarebbe Charlotte, ma non mi sembra il caso di presentarmi a casa sua in piena notte e pure ubriaca.
So che mi accoglierebbe lo stesso a braccia aperte ma non voglio addossarle anche questo problema.
Guardo il ragazzo davanti a me, che sta attendendo una mia risposta e penso che sia proprio lui l'unica soluzione a tutto questo."Andiamo a casa tua."
Esclamo spostando il peso da un piede all'altro.Matthew rimane sorpreso da questa mia affermazione ma poi annuisce.
Mi obbliga a prenderlo sottobraccio in modo che riesca a sorreggermi prima che io inciampi o combini qualche casino.
Iniziamo a camminare uno affianco all'altro in completo silenzio, mentre mi faccio guidare da Matthew verso casa sua.
Non so se sia la scelta o la cosa giusta da fare, ma non voglio rimanere più da sola.***
"Stai meglio ora?"
Mi chiede Matthew dolcemente.Si siede sul divano accanto a me ed io poso il bicchiere, ormai vuoto, sul tavolino che sta in mezzo al salotto.
Il palazzo di Matthew non distava molto dal locale e quindi, per fortuna, ci abbiamo messo davvero poco ad arrivare.
Lui abita al primo piano di un palazzo non molto lontano dal centro città, in un appartamento piccolo ma comunque molto moderno ed arredato davvero con grande stile.
Appena entrati in casa mi ha fatta accomodare sul divano e subito mi ha portato un bicchiere d'acqua, nel quale ha fatto sciogliere un'aspirina.
La mia testa ha smesso di girare ma ora ho solamente un po' di male, mentre la mia vista finalmente riesce a mettere a fuoco ciò che mi circonda."Si sto bene. Grazie Matthew, comunque. Mi dispiace se ti ho creato qualche disturbo."
Dico abbassando lo sguardo."Tu non disturbi mai. Ora, però, mi dici che è successo?"
Domanda alzando il mio mento.Ritrovo Matthew molto vicino a me, soprattutto il suo viso.
Mi accarezza dolcemente la guancia ed io sento un vuoto crearsi nello stomaco, perché c'è lui qui.
C'è lui e non c'è Tom."Diciamo che le persone ci trovano gusto a tradirmi."
Esclamo con sarcasmo."Stavi con Holland? È lui che ti ha tradita?"
Chiede Matthew curioso.Capisco che l'espressione di sorpresa quando mi aveva vista in libreria con lui era dovuta proprio al fatto che aveva riconosciuto l'attore al mio fianco.
Io annuisco e mi mordo il labbro, cercando di trattenere le lacrime e non scoppiare ancora a piangere."Non credi che uno così non ti meriti per niente?"
Mi domanda nuovamente Matthew."O forse sono io che non merito uno come lui."
Dico con la voce rotta.Appoggio i gomiti sulle ginocchia e mi prendo la testa fra le mani, lasciandomi andare in un pianto disperato.
Sono sempre stata io il problema, fra noi due.
Se fossi stata alla sua altezza, Tom non se ne sarebbe mai andato da me.
La verità è che io non sono mai stata abbastanza.
Mai stata abbastanza per lottare.
Mai stata abbastanza per restare.
Tutti hanno sempre preferito lasciarmi in sospeso.
Nessuno ha mai lottato per me, nessuno è mai rimasto, nessuno ha mai mantenuto delle promesse.
Alla fine mi sono sempre ritrovata da sola, con il cuore a pezzi e con mille cicatrici lungo tutto il corpo che segnavano l'ennesima battaglia persa della mia vita.
Matthew appoggia una mano sulla mia schiena e mi circonda con le sue braccia, avvolgendomi in un abbraccio.
Accarezza lentamente la mia schiena per calmarmi e poi prende il mio viso fra le mani, asciugandomi con cura tutte le lacrime.
Mi prende per mano e mi fa alzare dal divano, per poi condurmi attraverso un breve corridoio.
Apre l'ultima porta in fondo ed entriamo nella sua stanza: le pareti sono dipinte di un blu scuro, il letto ad una piazza e mezza è posto contro la parete sinistra, la parete destra invece è occupata dall'armadio mentre una grossa libreria occupa il muro sopra il letto.
Matthew mi fa sdraiare sopra al letto e mi copre con una pesante coperta di lana, che prima era posta ai piedi del suo letto."Non meriti di stare male, non meriti di essere ferita. È Holland a non essere alla tua altezza perché solo un cretino si lascerebbe scappare una ragazza meravigliosa, come te."
Mi sussurra all'orecchio Matthew.Mi lascia un leggero bacio sulla fronte e poi spegne l'interruttore della luce, facendo cadere la camera nel buio più totale.
Lui esce dalla stanza e mi lascia da sola, facendomi anche sentire in colpa per averlo sfrattato dal suo letto e per costringerlo a dormire sul divano.
Sospiro e poi mi volto su un fianco, chiudendo gli occhi.
Così, mentre mi addormento, quegli occhi e quel sorriso però non riescono ad andarsene via dalla mia testa.
Tom è sempre qui.
Scolpito nel mio cuore, nonostante tutto.♥️
Buongiorno a tutti, come state?
La nostra Marta non sta decisamente bene e ha trovato conforto in Matthew, che si è mostrato subito disponibile nei suoi confronti: nascerà un'amicizia oppure, fra loro due, sboccerà l'amore?
E Tom, come prenderà tutto questo?
Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo nei commenti, mi raccomando.
Ci sentiamo presto!
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Safe Place (Tom Holland)
FanfictionMarta Williams è nata e cresciuta in Italia ma dopo un avvenimento devastante per la sua famiglia, si trasferirà a Londra. Una nuova città, un nuovo lavoro, una nuova casa e una nuova vita da costruire. Marta guarda scorrere la sua vita davanti agli...