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Taehyung (il giorno stesso)



Il risveglio dall'ultima percossa fu lento e graduale. Ad arrivargli subito alla mente, un dolore sordo e costante su tutta la schiena, non solamente perché si trovava piegato in una posizione innaturale da ormai quella che sembrava più di una settimana.

Infatti, quell'idiota con molta voglia di morire di un alpha c'era andato giù più pesante del solito, colpendolo non solamente sulla schiena ma anche sul petto.

Con la bocca impastata e le spalle indolenzite, battè piano le palpebre. Gli occhi sembravano fatti di carta vetrata, le palpebre erano pesanti e grattavano contro le cornee, ma li aprì comunque. 

Il respiro gli si bloccò in gola come notò che il suo mondo non era più così buio e nero come invece pensava sarebbe continuato ad essere. Le sue pupille riuscivano a catturare piccole ombre, la vista era sfocatissima e per niente limpida, ma ciò significava che la tanto agognata vista stava tornando.

Come aveva detto Jin.

Mosse gli occhi e strizzò le palpebre per mettere a fuoco qualcosa, ma era come se cercasse di guardare nella nebbia. Era una cosa assolutamente positiva se si considerava che vedeva solo buio ormai da mesi. Attorno a lui solamente quelle che sembravano pareti ancora troppo scure, solo una macchia era più chiara delle altre e si trovava alla sua destra. 

Abbassò gli occhi sul pavimento e aguzzò le orecchie per percepire il respiro di Jimin che gli arrivò lento e cadenzato, segno che stava dormendo.

«Jimin» sussurrò in un sibilo, per evitare di farsi sentire.

Il diretto interessato emise un versetto e ci fu un fruscio nella cella...forse si era mosso? Taehyung potè distinguere un leggerissimo movimento nella penombra della sua vista e strinse le labbra.

«Jimin, svegliati. Jimin!» sibilò di nuovo, con voce poco più alta.

Se si trovava veramente in un'angusta cella in cui non c'erano vie d'uscita se non la porta alla sua destra, evadere senza che se ne accorgesse nessuno sarebbe stato più complicato del previsto. Non sapeva se provare ad andare via fosse la scelta più giusta, perchè mancavano un pò di pezzi al puzzle mentale che si era creato di tutta quella situazione.

«Ancora un attimo, Yoon» borbottò Jimin con voce bassa e fanciullesca, e Taehyung non potè far altro che incurvare le labbra in un piccolo sorriso. 

Yoongi.

Chissà quanto era preoccupato. 

E chissà quanto era scazzato per tutta quella situazione...conoscendolo, il suo essere burbero aveva raggiunto un livello mai toccato prima.

Un parlottare concitato arrivò alle sue orecchie attente e chiuse di scatto gli occhi facendo finta di dormire, riportando la testa a ciondolare sul petto e regolarizzando il respiro per essere più credibile.

Se erano stupidi abbastanza come credeva fossero, lo avrebbero creduto ancora addormentato.

«Ancora non si sono svegliati? Ottimo, meno coscienti sono e meglio è per noi».

Appunto. 

«Quanto durerà la sua cecità? C'è la possibilità che non si riprenda prima dello scontro?». La voce tagliente di Kim squarciò la quiete dell'ambiente, facendo il suo ingresso nella cella. 

Jimin si riscosse e Taehyung trattenne il fiato. 

Se Jimin si fosse svegliato, avrebbero smesso di parlare e lui doveva sapere. Le sue preghiere affinchè l'altro dormisse così profondamente da non svegliarsi vennero esaudite, perchè dopo un piccolo borbottio, il beta ricadde nell'incoscienza del sonno. 

Blind Sight [TaeKook]✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora