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Jungkook



Controllò con la coda dell'occhio che il tutto il branco fosse perfettamente dietro di lui, seguendo la spiegatura da lui ordinata mentre correvano a grande velocità attraversando la fresca boscaglia mattutina.

Il sole del mattino era già spuntato e brillava alto nel cielo, lasciando che i suoi raggi filtrassero tra la coltre di foglie e rami degli alti alberi che li circondavano, e Jungkook lo interpretò come un buon segno. Le divinità erano dalla loro parte, ed era sicuro che fosse così perché nessuno -umano e non- poteva avallare ancora i comportamenti di Kim e Jeon e lasciare che agissero in modo così brutale e sconsiderato. In realtà, era contento di poter finalmente ritrovarsi faccia a faccia con quei due codardi di genitori, fargliela pagare per ogni singolo istante che lo avevano privato della compagnia della sua metà.

Quel glorioso quanto difficile piano architettato a distanza con Taehyung prevedeva diverse fasi di attacco ed anche un metodo di approccio alternativo. In realtà, dietro di lui e diretto alla fortezza Jeon c'era solamente una parte del branco. Avevano deciso di giocare l'effetto sorpresa, dividendo il branco in tre grandi gruppi che avrebbero dato l'idea ai due codardi che non erano riusciti a trovare alleati, per lasciarli crogiolare nella convinzione di poter vincere.

Li avrebbero attaccati sotto tutti i fronti, mostrandogli la loro sconfitta pezzo per pezzo. Avrebbero guardato il loro piano cadere come un castello di sabbia e sia lui che Taehyung, avevano concordato nel fargli agognare la morte come il più candido dei doni.

Come prima di ogni guerra, così come era stato tempo prima contro i Red Velvet, il pensiero di Jungkook volò a sua madre. Sperava di averla resa fiera, sperava che, da ovunque lo stesse guardando, gli stesse sorridendo e lo stesse supportando in quella guerra pericolosa ma fattibile.

Perché sì, credeva fermamente di potercela fare.

Mancava poco al ricongiungimento con la sua metà e Yoongi -al suo fianco e concentrato nella corsa- ne sembrava doppiamente entusiasta. Lo sguardo del lupo grigiastro era fiero e determinato, perfettamente controllato ma con la mente rivolta ad un solo pensiero che portava il nome di Jimin.

Jungkook prese un profondo respiro; la frescura del giorno gli invase i polmoni e lo fece sentire ancora più forte, rinvigorito quasi come quando aveva rivisto Taehyung.

Se il Jungkook di un paio di mesi prima avesse avuto il potere di vedere il futuro, probabilmente avrebbe riso in faccia a chiunque gli avesse detto che un giorno avrebbe guidato un branco immenso come quello che adesso erano i Red Velvet Moon per andare a salvare Taehyung, la sua metà. 

Avrebbe riso incredulo a quella sola possibilità, perché lui non poteva essere destinato ad un alpha... e non era un tipo violento.

Non era mai stato tipo da guerre, aveva sempre ricercato un accordo o un'alleanza con chiunque facesse qualcosa di sbagliato che non richiedesse metodi di risoluzione estremi, e questo lo aveva preso da Jeon. 

Quello che un tempo considerava come un padre esemplare, non aveva mai avallato la violenza e, anzi, aveva sempre trovato valide alternative per evitarla. Per questo Jungkook stentava a riconoscere le azioni di quello che, un tempo, era stato il suo punto di riferimento, il suo confidente e il suo più grande maestro. 

Ripercorrendo con la mente tutti gli anni trascorsi prima del conflitto contro il branco di Taehyung, non sembrava nemmeno lo stesso alpha che lo aveva cresciuto, che gli aveva insegnato a lottare o che non perdeva occasione per ricordargli quanto la guerra e la violenza fossero sbagliate.

Blind Sight [TaeKook]✔︎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora