prologo

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Dall'esatto momento in cui il proiettile aveva colpito il giubbotto che avevo indossato come precauzione avevo perso i sensi, o almeno così sembrava dall'esterno.

In realtà avevo sentito tutto: gli spari verso il mio partner, la paura di perderlo, le sue urla mentre, come poi avrei scoperto, tentava di proteggermi, ma soprattutto avevo visto, in mezzo al buio che dominava la mia mente, un angelo, un bellissimo angelo che si avvicinava sempre di più a me e prendeva le sembianze di una persona a me conosciuta, quella che mi stava tenendo tra le braccia proprio in quel momento.

La visione scomparve nel momento in cui la mia schiena si appoggiò ad un piano freddo, aprii gli occhi e mi ritrovai sul tetto di un palazzo, l'uomo che ormai credevo morto per colpa di tutti quegli spari era sopra di me pronto a proteggermi da tutto.

Vidi il suo sguardo preoccupato che si calmò appena vide il giubbotto che indossavo sotto la maglietta, mi sorrise e io non vedevo altro oltre a quello prima di rendermi conto di tutto quello che avevo vissuto.

"Ma com'è possibile?" Gli chiesi con un filo di voce guardandolo confusa.

Non ero convinta al cento per cento che gli spari che avessi sentito fossero veri e non solo frutto della mia immaginazione, ma in quel momento non era un'ipotesi plausibile l'essermi immaginata tutto.

Lui però non rispose e come se dovesse concludere qualcosa sparì in due secondi senza neanche darmi il tempo di alzare lo sguardo di nuovo su di lui.

Lo vidi entrare dalla finestra di un palazzo rendendomi conto solo all'ora di essere passata al lato opposto della strada, abbastanza lontana da dove mi avevano sparato.

Corsi il più veloce possibile, accecata dalla paura che qualcuno potesse fare del male a Lucifer, era l'unica cosa che importava.

Quando entrai nel luogo distrutto che aveva appena assistito a una sparatoria trovai il mio partner inginocchiato al lato del mio ex futuro marito, guardai prima il secondo e poi mi soffermai su quella persona che credevo di conoscere, che ormai era parte di me; aveva la pelle rossa, i capelli erano scomparsi ma per ora lo potevo vedere solo dal dietro. Il mio respiro iniziò a farsi corto, cosa voleva dire tutto quello? Che le sue storie sul fatto di essere il diavolo erano vere era fuori questione, non poteva essere possibile, non avevo mai creduto a quelle cose e in quel momento ancora meno.

Tutte le mie certezze furono spazzate via in un secondo non appena, essendosi accorto della mia presenza, si girò: la sua faccia era completamente diversa, non avevo mai visto niente di così bello, ma spaventoso allo stesso tempo, come avrei dovuto reagire? Sarei dovuta scappare urlando?

No, non lo feci.

Lo guardai e, lentamente mi avvicinai mentre sentivo lui che ripeteva "detective", non si era accorto che la sua faccia non aveva più le sembianze di prima.

"Era tutto vero" dissi con un filo di voce mentre una lacrima solcava il mio viso, lui si specchiò nella vetrina accanto a noi e ritornò a puntare il suo sguardo su di me.

"Detective, stai bene?"

"Non ha senso tutto questo, è un sogno, vero? Ora mi sveglierò e mi ritroverò Maze che mi fissa cercando di capire che sogno io stia facendo"

Stavo entrando in panico, cercavo di fare un senso a tutto questo e lui lo stava intuendo.

"Detective calmati. Non è così, è tutto vero, lo hai detto tu. Non ti ho mai mentito, lo sai."

"No, no, no, non è possibile"

Girai i tacchi ed uscii dalla porta principale: se fossi tornata a dormire mi sarei risvegliata nel mio letto e tutto sarebbe tornato come prima rivelandosi tutto un sogno, no?

In macchina rischiai due volte di non accorgermi del semaforo rosso, cercai di fare due respiri profondi e, dopo essermi beccata due suonate di clacson da persone che erano dietro di me, arrivai a casa.

Cercai dentro la mia borsa le chiavi senza trovarle, bussai sperando nella presenza di Maze, doveva curare Trixie, ma non mi sarei sconvolta se non l'avessi trovata.

Appena si aprì la porta superai la mi amica senza rivolgerle neanche uno sguardo, raggiunsi la mia camera lanciando i vestiti per terra e mi buttai sul letto chiudendo gli occhi e sperando nella risoluzione di tutto.

Tutto vero - DeckerstarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora