parte 4

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Avrei avuto un appuntamento con lui quella sera.

Appuntamento? Si poteva definire tale? Non lo so, ma ormai avevo deciso che gli avrei detto tutto quello che provavo, era inutile continuare a tenerselo dentro, non avevo niente da perdere.

Non avevo idea di come vestirmi e, controvoglia, chiamai Maze, non mi sarei messa uno dei suoi vestitini che non lasciavano spazio all'immaginazione, ma magari avrebbe potuto aiutarmi a sembrare un po' più carina.

"Hey Decker, dimmi" Entrò è si sedette subito sul mio letto.

"Mi devi aiutare a scegliere dei vestiti per andare da Lucifer" Alla fine di quella frase, un sorrisetto comparve sul suo viso.

"E perché vuoi vestirti sexy per Lucifer?"

"Non voglio vestirmi sexy, Maze! Voglio solo sembrare più carina del solito."

"Sembrerebbe proprio che stanotte vi divertirete eh, ti devo prestare qualche mio giocattolino?"

"Maze, no." Alzai gli occhi al cielo, era peggio di Lucifer su questo argomento, e non è facile esserlo.

"Ok, ok, come vuoi. Ti aiuterò a sembrare più carina, vedo che posso fare."

Iniziò a frugare nel mio armadio e, ogni volta che tirava fuori qualcosa di troppo coprente faceva una smorfia di disprezzo, finché non trovò un vestitino che non mettevo da un sacco ti tempo: era nero, non troppo corto e con una scollatura non troppo profonda.

"Questo è perfetto direi." Mi sorrise soddisfatta. "Tanto nel giro di dieci minuti non lo indosserai già più."

Evitai di dare peso a quelle parole e, quando lei se ne fu andata, iniziai a prepararmi.

E se quella sera fosse finita veramente come pensava Maze? Di certo non mi sarebbe dispiaciuto, ma iniziavo a provare un po' d'ansia, aveva avuto tante di quelle partner che pensare di non essere al loro livello mi faceva entrare in paranoia.

Scansai tutto dalla mente e scesi le scale per raggiungere la macchina, Trixie era da Dan così non avrei dovuto prendere una baby sitter.

Ovviamente lui, quando gliel'ho detto aveva fatto storie, ma non aveva nessun diritto di mettermi in guardia sugli uomini che frequentavo.

"Mica male, Decker." Pronunciò Maze appena mi vide, le sorrisi, mi sentivo bella come non mi succedeva da un po'.

Presi la borsa e partii.

Il suono dell'ascensore del LUX era ormai il mio suono preferito, significava che, nei secondi successivi avrei visto lui.

"Buonasera, detective."

Era davanti a me, indossava un completo bordeaux, il mio preferito.

Gli sorrisi e mi avvicinai a lui "Ciao, Lucifer."

Mi guardai intorno e notai che aveva preparato una cena come la prima volta che ero venuta da lui.

Sorrisi ancora di più e lui mi invitò a sedermi.

Era in ansia, aveva paura che gli dicessi che era meglio non vederci più, che avevo paura di lui.

Avevo fatto venire ansia al diavolo.

Questo pensiero mi fece ridere e lui mi guardo confuso "Perché ridi? Ho una macchia sulla camicia?" Si guardò il vestito.

"Ma no, niente, una cavolata"

"Mh, ok. Stasera, ti ho preparato l'aragosta." Era un cuoco spettacolare e, solo ora, mi rendevo conto che probabilmente era dovuto a tutti gli anni che aveva passato a guardare le persone cucinare, ma quanti anni aveva? da quanto esisteva?

Avrei avuto tantissime domande da fargli, ma non ne avevo il coraggio.

"Allora, detective, finalmente sai che non ho mai mentito." Fece una piccola pausa. "Hai paura?"

"Cosa?"

"Hai paura di me?" Credevo avesse capito che per me lui era sempre lo stesso, ma a quanto pare aveva bisogno di una conferma.

"Non potrei mai avere paura di te." E gli posai una mano sulla sua, in un gesto automatico.

Lui sorrise e girò la mano per riuscire a stringere la mia.

Presi un grosso respiro, improvvisamente ero in ansia al pensiero di quello che avrei dovuto fare, ma dovevo, sarebbe stato meglio per entrambi. "Senti Lucifer" Mi sistemai sulla sedia, staccandomi dalla sua mano.

Il suo sguardo divenne improvvisamente preoccupato.

"Ti devo dire una cosa, probabilmente l'avrai già capita, ma ho il bisogno di dirtela. Io provo qualcosa per te, e non intendo come partner o come amico, provo qualcosa di serio, che non ho mai provato per nessun altro e lo so che non sei tipo da relazioni, ormai ti conosco-"

"Provo lo stesso per te, se possibile anche di più, e con te sono pronto ad impegnarmi, seriamente, non manderò tutto all'aria come al solito." Non mi fece finire.

Il mio cuore perse un battito e quasi mi veniva da piangere. Ero felicissima.

Prese un bracciolo della mia sedia e la trascinò più vicino a lui, mise delicatamente una mano sulla mia guancia e si avvicinò piano fino a mettere la fronte sulla mia.

Io avevo già le labbra dischiuse e aspettavo solo che lui facesse il primo passo.

Finalmente lo sentii avvicinarsi, non resistevo più, il suo labbro superiore sfiorò il mio e, in meno di un secondo, ci stavamo baciando.

Ci staccammo dopo pochi secondi, ci guardammo negli occhi e, subito, riprendemmo a baciarci.

Era sempre più forte la voglia di averlo, così, con un coraggio che non credevo mi appartenesse, mi alzai e mi misi a cavalcioni su di lui, che era ancora seduto.

"Detective." Disse ridacchiando.

"Va che se non stai zitto me ne ritorno al mio posto." Lo stuzzicai.

"Ok, non parlo più." E riprese a baciarmi.

Si alzò lentamente e, con le mani, fece allacciare le mie cosce alla sua vita, era tutto perfetto in quel momento, non pensavo a nient'altro, finché non si sentì il "din" dell'ascensore e tutto diventò nero.

"Te lo avevo detto che ti saresti pentito della tua scelta." Disse Duth guardando il corpo della ragazza con il proiettile conficcato nella schiena, proprio dalla parte del cuore, ancora in braccio a suo fratello.

Lui, tremando la mise per terra e, piangendo, prese uno dei pugnali di Maze, non ci mise troppo a uccidere la ragazza.

Si girò lentamente, non aveva il coraggio di guardare.

La vide, per terra, ricoperta di sangue.

Si avvicinò per sentire se fosse ancora viva, chiuse gli occhi e si accasciò per terra in lacrime.

"Non c'è battito." Disse anche se sapeva di essere solo nella casa. "Perchè?" Urlò al cielo. "Cosa ti ho fatto di così tanto brutto?"

Tutto vero - DeckerstarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora