parte 5

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raccontata dal narratore, ovvero me, lol

Lucifer passò i minuti successivi ad urlare al cielo, cercando una motivazione a quello che il padre aveva deciso di fargli provare.

Non aveva mai fatto niente di tanto brutto per meritarsi questo e ne era totalmente sicuro.

Era di fianco al suo corpo, sdraiato per terra, le accarezzava la guancia e guardava il suo viso oramai immobile, con gli occhi chiusi.

Tremava, non sapeva che fare e i singhiozzi si facevano sempre più veloci e più forti.

Doveva fare qualcosa, non poteva lasciarla andare così, era l'amore della sua vita e non avrebbe permesso a suo padre di portargliela via.

Chiamò l'unica persona ragionevole che conosceva, avrebbe saputo fare qualcosa.

"Amenadiel" Parlò al telefono appena il fratello gli rispose, aveva la voce spezzata dal pianto.

"Lucifer, che succede?" Subito lui si era allarmato, non era una cosa da tutti i giorni sentire il diavolo piangere.

"Chloe è morta." Dirlo era come subire tutte le pallottole, tutte le ferite che aveva preso per lei, in una sola volta.

Il fratello non parlò "Ti prego, devi aiutarmi. Vieni al LUX".

Normalmente Lucifer non avrebbe mai detto quelle parole, non avrebbe mai pregato Amenadiel, ma in quel momento il suo orgoglio era l'ultima cosa che gli interessava.

Buttò per terra il dispositivo con cui aveva chiamato e riprese tra le sue mani il corpo di Chloe. "Amore mio, ti farò tornare qui, anche se dovessi andarmene io. Non permetterò che la tua vita finisca qui." Molte delle parole che disse non si capirono neanche perché furono interrotte dai singhiozzi che stavano uscendo dalla sua gola.

Sentì il suono dell'ascensore e poi la voce dell'angelo a cui aveva chiesto aiuto. "Fratello" Cerco di riscuoterlo Amenadiel, ma lui non staccò neanche per un secondo gli occhi dalla donna distesa tra le sue braccia.

"Com'è successo?" Ora erano in due in lacrime, Amenadiel si era affezionato a Chloe, era un'amica ormai.

"Duth le ha sparato." Il fratello si girò e, finalmente, notò il corpo della sorella sdraiato a terra senza vita.

"Ti prego fai qualcosa, senza di lei non posso vivere." Gli occhi di Lucifer si erano puntati in quelli di Amenadiel e lui non sapeva cosa fare.

"Lo sai che non ho il potere di far vivere di nuovo le-" mentre parlava gli venne un'idea. "Si, si. Lucifer! Ti ricordi cosa dà papà alla nascita ad ogni angelo?"

Gli occhi del diavolo si illuminarono e sorrise tra le lacrime "La possibilità di far rivivere un umano, uno solo in tutta la nostra esistenza." Iniziò a ridere dalla gioia e poi ci provò: si mise con la sua fronte contro quella di chloe e aspettò. Gli avevano sempre detto che sarebbe bastato pensare alla persona che si voleva riportare in vita.

Passarono diversi minuti, ma non successe niente. "No, no, no. Perchè non funziona? Amenadiel! Ne sai qualcosa?" Entrò in panico, la possibilità di salvare l'amore della sua vita gli era sfuggita dalle mani.

"Forse papà non ti considera più un angelo e, automaticamente, ti è stata tolta questa possibilità."

Si alzò, lasciò il corpo per terra e iniziò a lanciare qualsiasi oggetto trovasse sulla sua prospettiva visiva.

Non era mai stato così arrabbiato, così triste e così disperato in tutta la sua esistenza.

Stava ancora singhiozzando e lanciando l'ennesima sedia quando, da dietro di lui sentì una voce, la sua, magari suo padre si sentiva in colpa e gli aveva dato quest'ultima possibilità di riascoltarla.

"Lucifer." Stava dicendo. Il suo nome pronunciato da lei aveva tutt'altro suono. Si bloccò e chiuse gli occhi per ascoltare attentamente.

"Lucifer." Stavolta era il fratello, si giró e vide Amenadiel seduto di fianco alla ragazza e lei aveva gli occhi aperti e si reggeva sulle sue braccia.

Non era un'immaginazione.

Suo fratello aveva usato la sua unica possibilità di portare in vita qualcuno solo per salvare Chloe. Gli sarebbe stato debitore a vita.

"Detective." Si avvicinò a lei il più veloce possibile, si abbassò e la abbracciò sollevandola da terra.

Il loro abbraccio durò tantissimo, se fosse stato per lui non si sarebbe mai staccato.

Appena la mise giù controllò il posto dove prima c'era il foro del proiettile: non c'era niente, era sparito.

Prese un respiro profondo, era felice, appoggiò la fronte su quella della ragazza, le prese la testa tra le mani e le pronunciò, a bassa voce, "Ti amo, Chloe"

Lei sorrise tra le lacrime, non si ricordava molto, sapeva solo il dolore che aveva provato quando il proiettile l'aveva oltrepassata, era finita in paradiso per pochi minuti, ma ora era lì, tra le sue braccia ed era quello l'importante.

"Ti amo anche io, Lucifer" E si baciarono.

In pochi secondi Chloe iniziò a slacciare la camicia a quello che ormai poteva considerare il suo fidanzato, ma lui, stranamente, le bloccò le mani.

"Prima dobbiamo ringraziare una persona."

E si girò verso Amenadiel che era infondo alla stanza, non sapeva che fare, era in imbarazzo e cercava di guardare da altre parti.

"Grazie fratello, sono in debito con te."

"Non avrei potuto vederti distrutto, non dopo tutto quello che hai passato in questi anni." Gli diede una pacca sulla spalla.

Chloe si avvicinò e lo abbracciò fortissimo.

"Grazie, sei una persona davvero speciale."

Tutto vero - DeckerstarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora