parte 1

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Quando riaprii gli occhi mi sentii sollevata, era solo un brutto sogno.
Appena misi piede a terra, i vestiti che avevo lanciato il giorno prima non c'erano più. Certo sarebbe potuta essere stata opera di Maze che, venendo a controllare come stessi avendomi vista abbastanza scossa, ha sistemato il tutto.

Sbuffai dandomi delle ridicola da sola: non poteva essere davvero successo quello, dai. Se iniziassi a credere a una cosa del genere dovrebbero rinchiudermi in manicomio e non farmi mai più uscire.

Misi addosso le prime cose che mi capitavano e scesi a preparare la colazione a mia figlia.

"Mammina, ma perché ieri sei scappata in camera senza neanche salutarmi?" Fu la prima cosa che disse appena mi vide.

"Scimmietta, ero molto stanca, non ti preoccupare." Lei annuì poco convinta e a me venne da pensare ad una cosa: ma se ieri fosse stato tutto un sogno, perché non mi ricordo il momento in cui sono andata a dormire la sera prima?

"Mammina!" Sento provenire dalle mie spalle per poi accorgermi che le uova che stavo preparando erano, ormai, quasi tutte, finite per terra.

"Oddio" Raccolsi tutto in fretta e furia e diedi a Trixie quelle che si erano salvate.

"Quando arriva papà?" Quel giorno sarei dovuta tornare al lavoro prima del previsto quindi Dan si sarebbe occupato di lei prima di portarla a scuola dato che neanche Maze era in casa.

Neanche il tempo di chiederlo che sentii bussare alla porta, convinta che fosse Dan aprii subito, ma mi ritrovai davanti un uomo avvolto in un completo bordeaux, il mio preferito, quello che gli sta meglio e davanti al quale il mio autocontrollo funziona peggio.

"Buongiorno Detective, volevo solo assicurarmi che stessi bene. Sai per le cose che sono successe ieri."

"Ieri? Cos'è successo?" Cercai risposte, sperando di non sentire quella più temuta.

La sua faccia cambiò immediatamente espressione e da quella sicura di se e spavalda passò a quella che non avevo mai visto su di lui: confusa, smarrita e insicura.

Era un brutto segno?

"No, niente è che ti hanno sparato. Solo questo, nient'altro" Si affrettò a dire. "va be detective ci vediamo al lavoro, ciao" e salì sulla sua macchina andandosene nel giro di trenta secondi.

"Hey Chloe" Stavo ancora guardando il posto dove prima era posizionata la macchina di Lucifer e, girandomi, vidi Dan spuntare dalla parte opposta.

"Ciao" Gli risposi un po' sbigottita.

"Tutto bene? Trixie?"

"Si, si, tutto bene, è dentro"

"Ok, tu puoi anche andare, sennò farai tardi."

Annuii e, sbattendo più volte le palpebre per riprendermi, mi avviai a prendere la borsa, salutai mia figlia con un bacio e poi uscii dalla casa.

Mi sedetti sul sedile, respirai lentamente, ciò che provavo non era paura, non era niente di ciò, era solo una reazione all'averlo visto. Non mi aspettavo di vederlo così presto, certo, non era la prima volta che si intrufolava in casa mia senza preavviso, ma mai avevo provato un'emozione così forte.

Sarà stata colpa degli avvenimenti di quella notte, ma sembrava più bello, più attraente e gli sarei saltata addosso da un momento all'altro.

Sembravo semplicemente una delle sue conquiste, ecco come si sentivano e non potevo biasimarle, era davvero una bella sensazione.

Mi calmai a sufficienza per non rischiare di fare un incidente e, quando arrivai in ufficio non vidi tracce dell'uomo che mi stava facendo passare tutto quello.

"Ella, hai visto Lucifer?"

"No, doveva essere qui almeno mezz'ora fa, ma sai com'è fatto, se non fa almeno un'ora di ritardo non è contento."

Sorrisi pensando a quanto fosse vera quell'affermazione e, mentre lo aspettavamo, decidemmo di iniziare ad analizzare le prove di un nuovo caso: un ragazzo ucciso con una martellata alla tempia.

"Comunque Chloe, mi dispiace per Pierce."

Lucifer aveva accennato a una sparatoria e tutto le tornò in mente, ma l'unica cosa su cui si soffermò era la parte della faccia da diavolo.

"Ma sì quella parte me la sarò immaginata"

"Cosa?" Ella alzò la testa non capendo la frase della collega.

"No niente, lascia perdere."

"Detective, vuoi una ciambella?" Eccolo.

Gli rivolsi un sorriso rifiutando la sua proposta e lui mi guardò in modo strano, come se si aspettasse una reazione improvvisa.

"Che abbiamo da fare?" pronunciò dopo aver messo in bocca metà delle sei ciambelle che aveva nella scatola e sputacchiando pezzi ovunque.

La mattinata la passammo concentrandoci sul caso, non parlammo di altro se non di quello, con la promessa di interrogare i sospettati subito lo stesso pomeriggio.

Stavamo giusto per partire a prendere il primo quando ricevetti una chiamata.

"Oh è lo stronzo, non rispondere" Sentì dal sedile accanto al mio.

Alzai gli occhi al cielo e premetti la cornetta verde. "hey tutto bene?"

"No, Chloe, sono passato a prendere Trixie a scuola perché non stava bene, ma mi hanno detto che è già passato qualcuno. Sei passata tu o Lucifer o Maze?"

"No, aspetta arriviamo, stai lì"

Mi tremavano le gambe, se le fosse successo qualcosa?

"Detective? Che succede?"

"Trixie è sparita."

Tutto vero - DeckerstarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora