Cap. 7: John Coffey

77 6 4
                                    

LAURA' S POV

I problemi di papà alle vie urinarie non cessavano ed io ero veramente preoccupata per lui.

Sia io che la mamma gli avevamo consigliato tante volte di farsi visitare dal nostro medico ma, lui testardo come pochi, insisteva che sarebbe passato.

Io e Del eravamo diventati grandi amici e Percy ci guardava sempre con odio, e forse era un pochino geloso del nostro rapporto.

Il topolino era stato chiamato da Del Mr Jingles, ed era un bellissimo nome.

Mr Jingles era un giocoliere e ogni volta che lo vedevo insieme a Del ridevo come una matta.

A ottobre era arrivato un nuovo detenuto accompagnato da Harry, Dean, Brutus e Percy che urlava: << uomo morto che cammina! Uomo morto che cammina! >>.

La porta del cortile si era aperta ed era entrato un grande fascio di luce accompagnato dall'uomo più grande che avevo mai visto.

Aveva catene alle braccia e attraverso il torace possente; aveva i ferri alle caviglie e la camminata gli era impedita da una catena che produceva un rumore di monete che cascano, trascinata per il corridoio verde delle celle.

Questo detenuto era nero ed era alto due metri e tre centimetri, largo di spalle e profondo di torace e rivestito di muscoli in tutte le direzioni. Gli avevano messo addosso il completo di tela più grosso che erano riusciti a trovare in magazzino.

Dalla mia prospettiva sembrava spaesato e non mi metteva timore, anche se da quello che mi aveva raccontato papà dovrebbe farlo visto che aveva violentato e ucciso due bambine.

Ora che lo avevo davanti agli occhi non mi sembrava che un uomo come lui potesse fare del male a qualcuno e avevo iniziato a pensare che avessimo preso l'uomo sbagliato.

Lui era, ed è, John Coffey, l'uomo con il cognome simile al caffè; l'uomo che aveva portato scompiglio al miglio e che allora era considerato colpevole di duplice omicidio. Ma a quei tempi ancora non lo sapevo.

Io e papà eravamo dentro la sua cella e lui gli si era rivolto dicendogli:

<< Devo aspettarmi qualche problema da te, ragazzone? >>

Lui aveva negato e prima di rivolgergli di nuovo la parola aveva detto a Percy di allontanarsi, lui aveva fatto un po' di storie ma aveva notato il mio sguardo assassino e si era diretto all'infermieria.

Lui aveva chiesto ad Harry di togliergli le manette e poi gli aveva chiesto:

<< Sai parlare, ragazzone? >>

<< Sì, so parlare capo, signore >>

La sua voce per me era un calmante perché era molto profonda.

<< Ti chiami John Coffey, giusto? >>

<< Sì, come la bevanda capo, solo scritta in modo diverso >>

<< Dunque sai scrivere? E anche leggere? >>

<< Solo il mio nome, capo >>

Prima di presentarsi mio padre gli aveva fatto il solito discorso che faceva ai nuovi arrivati:

<< Io sono Paul Edgecombe, il sovrintendente del Blocco E, cioè il capo degli agenti di custodia. Se non ci sono puoi chiedere di mia figlia, Laura, Harry, Dean e Brutus. Hai capito bene? >>

Lui aveva annuito e poi gli aveva domandato:

<< Resta accesa qualche luce dopo il silenzio? Perché io ho paura del buio se sono in un posto sconosciuto >>

Io a questa domanda mi ero intenerita e gli avevo risposto:

<< Sì, qui nel Miglio Verde, il corridoio, rimane accesa qualche luce. Comunque stai tranquillo non sei il solo anch'io ho paura del buio >>

Lui mi aveva stretto la mano e io, prima che qualcuno potesse fermarmi, lo avevo abbracciato.

Era un abbraccio d'amore e ora ero sempre più sicura del nostro errore: le gemelline erano state uccise da qualcun'altro.

Quel giorno mi ero vista con Wallace e gli avevo raccontato di John Coffey e dei miei dubbi al riguardo.

<< Wallace oggi è arrivato un nuovo detenuto si chiama John Coffey. È alto, nero e ha una voce che ti calma ma soprattutto sembra docile come un agnellino. È stato accusato di aver ucciso due bambine ma non lo credo possibile >>

Lui appena aveva sentito il nome si era bloccato come stupito.

<< John Coffey, hai detto? >>

Io ero confusa dalla sua reazione così improvvisa.

<< Sì, perché? >>

<< È un caro amico dei miei genitori, lui lavorava come giardiniere a casa mia e a casa degli amici dei miei, sicuramente c'è stato un equivoco, lui è veramente un tipo tranquillo non può aver ammazzato le due gemelline >>

Io ero scioccata.

<< Allora dobbiamo convincere mio padre e Hammersmith del loro errore, anche se sono convinti al cento per cento della sua colpevolezza >>

WALLACE'S POV

Ero tornato a casa scioccato dalla notizia che avevo ricevuto da Laura: " ci dev'essere un errore, come può John aver ucciso due bambine? È impossibile! Lui aveva pure guarito mia madre da un tumore alle ovaie. No, hanno preso l'uomo sbagliato questo è poco ma sicuro".

Mia madre appena mi aveva visto tornare a casa stravolto mi era corsa incontro.

<< Tesoro, sei stravolto, cosa c'è che non va? >>

<< Hanno trovato John Coffey insieme ai corpi delle bambine dei nostri amici e lo stanno per condannare sulla sedia elettrica, me l'ha detto Laura >>

Mia padre si era seduta e molte lacrime erano uscite dai suoi occhi.

<< No! Questo pregiudizio nei confronti delle persone di colore deve sparire, lui è innocente! >>

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

<< No! Questo pregiudizio nei confronti delle persone di colore deve sparire, lui è innocente! >>

<< Mamma, io e Laura cercheremo delle prove far sì che Hammersmith e Edgecombe mettono sulla sedia il vero colpevole, te lo prometto >>

Il miglio verde ~ born to make history ( FUTURA REVISIONE ) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora