Capitolo 10

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Il 16 Gennaio Timothy decise che sarebbe andata a vivere da sola e Fabio la aiutò nella scelta dell'appartamento da affittare.

Faceva segno di ok con il pollice per indicare le case che le piacevano e smorfie disgustate per quelle che trovava orrende.

Dopo lunghe ricerche la sua scelta cadde su un piccolo appartamento situato appena fuori il centro di Lucca.

Il proprietario era un architetto, che aveva curato nei minimi dettagli la ristrutturazione dell'appartamento, rendendolo impeccabile sotto tutti i punti di vista nonostante la ridotta metratura.

Avrebbe voluto che Fabio andasse a vivere con lei, lo desiderava con tutto il cuore ma non ebbe l'ardire di chiederglielo, questa volta non erano le parole che mancavano, ma il coraggio. Timothy temeva un suo rifiuto e ancor di più temeva di non sostenerne il peso.

Si disse che a breve avrebbe interrotto il suo silenzio, non le era ancora chiaro quale sarebbe stato il momento esatto, ma dentro sentiva che qualcosa stava cambiando.

Così il 04 Febbraio entrò in quella casa da sola, consolandosi con il pensiero che avrebbero trascorso lì un San Valentino bellissimo.

La vita di Timothy trascorreva, a tenerle compagnia c'era sempre il Dott. Foglia e la sua personale e ostinata crociata contro il silenzio.

Timothy aveva, però compreso la logica che muoveva le sconsiderate azioni del dirigente e si faceva trovare preparata ad ogni attacco.

"Signorina Grossi, da lunedì mattina sarà in servizio presso l'ufficio appalti" le disse un giorno entrando nel suo ufficio e posandole sulla scrivania una comunicazione di servizio.

L'ufficio appalti era un settore in cui il rapporto verbale con i clienti era indispensabile.

Timothy spostò di fronte a lui una fotocopia del suo contratto di lavoro, dove evidenziate in verde risultavano le sue mansioni, quel genere di lavoro non ci sarebbe rientrato neanche lavorando molto di fantasia, rapportarsi con il cliente richiedeva un grado di autonomia e responsabilità che a lei non erano riconosciute.

"Dilettante" pensò lanciandogli un'occhiataccia ed il Dott. Foglia lasciò la sua stanza.

Il tentativo successivo fu più meschino e farvi fronte richiese maggiore impegno e fantasia.

La linea internet di Timothy fu disabilitata, impedendole in quel modo di usare le e-mail per comunicare.

Le domande e le richieste le portò per iscritto ai colleghi e quelle al di fuori della sede le inviò con un pony a sue spese.

Dopo due giorni i colleghi misero dei vassoi di plastica nella sua stanza, per raccogliere le comunicazioni ed evitare a Timothy la processione nei vari uffici ed il servizio di pony le venne incontro stabilendo una tariffa standard e ritirando i documenti tutti insieme la mattina.

Le comunicazioni al dirigente le consegnava personalmente, accompagnandole con uno sguardo di disprezzo che gli palesava rimanendo a fissarlo per almeno 5 secondi.

Trascorsi 6 giorni e compreso che averle tolto la linea internet creava più disagi a lui che a lei, il Dott. Foglia la fece riattivare.

Il dirigente provò allora a lavorare sulla tenuta dei nervi di Timothy e mise in stanza con lei la signora Ciardi.

La Ciardi aveva litigato o quanto meno discusso con tutti i colleghi.

Il suo più grave difetto era l'ansia che non mancava di trasmettere a qualunque persona avesse vicino.

Volevo chiamarmi AnnaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora