Paura di morire

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La piccola Ginevra mentre piangeva mi fissava con i suoi occhi azzurri colmi di lacrime. Io non riuscivo a distogliere lo sguardo dai suoi due rubini celesti. La portai a casa dai miei genitori, loro se ne presero cura.
Di mia sorella non c'era traccia ma io riuscivo solo a pensare alla ragazza nel giardino, come volteggiava nel vento con la sua leggerezza.
Mentre tornavo in quel parco continuavo a pensare che "il nostro amore" sarebbe stato impossibile, come avrebbe potuto una ragazza come lei amare una creatura tanto mostruosa?
Al parco non c'era anima viva, perché era mezzanotte.
Mi sedetti sulla panchina arrugginita, pensavo perché quella collana fosse così importante, pensavo perché mio zio mi aveva fatto questo, pensavo a troppe cosa per una sola testa.
Tornato a casa diedi un saluto veloce a Ginevra e a i miei genitori, poi andai in bagno e non riuscivo a smettere di guardare il mio riflesso. La pelle di un verde pallido iniziava a squamarsi sulle parti molli del mio corpo, i miei denti così sporgenti e vistosi... Ormai non potevo più uscire di casa perché la gente credeva fossi uno zombie. E detto tra noi, non sono più sicuro che loro non possano esistere, basta guardarmi.

Pensavi pure che non potevo presentarmi così alla ragazza misteriosa,forse non potevo proprio presentarmi.
Ero triste e in confusione. Non riuscivo a pensare a una cosa per due secondi.
Era ormai giorno.... Raccattai un ombrello sperando che non fosse rotto.
Andai da mio zio che nel frattempo se ne era andato in un motel. Gli feci un sacco di domande, lui rispose solo ad alcune, mi fa imbestialire gli avrei voluto schiacciare la faccia aprendola come una scatoletta del tonno e avere l'onore di strappargli il cervello... Andando al punto... Come ho già detto rispose solo ad alcune delle mie mille domande per esempio quanto durerà tutto questo, quando e se ci sarà una fine, se posso essere di bell'aspetto, e a questa in particolare rispose che, si , si poteva tornare di bell'aspetto ma, dovevo uccidere la persona che secondo me era la più bella del mondo e una volta morta berne il sangue dal cuore. Io ovviamente pensai subito alla ragazza del parco ma come quel pensiero venne se ne andò perché era inammissibile e impossibile per me.
Tornai a casa abbattuto, guardandomi intorno Ginevra era sparita. Chiesi hai miei genitori di dove fosse e loro mi risposero <orfanotrofio.> e preso da un attacco di rabbia presi per il collo mia madre e strinsi, strinsi, strinsi fino a farle uscire gli occhi umidi dalle orbite flaccide.
Ora però bisognava far sparire il suo maledettissimo corpo, lo gettai nell'inceneritore della discarica e sparì.
Mandai mio padre a prendere Ginevra, e mentre lui era fuori sentii le sirene assordanti della polizia. Si fermarono davanti a casa mia, dissero subito che erano qui per interrogare la mia famiglia e io risposi che mia madre era andata a farsi una vacanza e mio padre era andato a prendere mia sorella, quindi mi fecero delle domande a me, del tipo:
<ti maltrattano?> e io <no.>
<hai saputo dell'incidente successo qui vicino?> senza pensarci risposi <all'area 51?>
E loro dubbiosi mi chiesero <come fai a saperlo?> e con menefreghismo risposi <ho tirato a indovinare.>

Sapendo che loro sarebbero tornati scappai.
Lasciai un biglietto per mio padre con scritto "se ti chiedono di me io non esisto. Ciao.".
Non sapevo dove andare ero confuso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 22, 2016 ⏰

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