Mio zio, William Hollow, dopo che avevamo cenato con pollo e patate al forno sul nostro tavolo interamente fatto di legno, venne ad abitare a casa nostra perché era stato sfrattato per oscuri motivi che non mi vogliono dire.
Mio zio aveva i capelli grigi per la dovuta alternanza dei neri e bianchi, gli occhi rossi alla mattina e giallo ocra verso il pomeriggio, non me lo sapevo spiegare, poi aveva il mento appuntito che toccava quasi il naso a becco di corvo, come se fosse una strega, beh in somma era brutto, poi era altissimo con un accenno di gobba bitorzoluta, le sue mani erano secche e aride come un deserto si vedevano tutte le nocche e le ossa delle dita, mi ricordava un personaggio di Tim Burton e pensando a questa buffa cosa mi scappò un buffetto.
In una mattina fredda, congelato dalla punta del naso a quella dei piedi andai a chiudere la finestra in camera mia, poi, mi misi una coperta sulle spalle come antigelo andai in cucina per fare colazione con bacon e uova strapazzate, guardai l'orologio che avevamo attaccato al muro vicino dell'armadietto dove c'era il cibo, ed erano solo le sette.
Poi sentì dei rumori provenire dalla stanza di mio zio, salì tutte le scale lentamente chiedendomi da solo perché lo stavo facendo attraversai il lungo corridoio che mi separava dalla sua stanza, aprì la porta e vedi i suoi occhi ripieni di rosso fuoco fissarmi, la sua bocca sporca di sangue secco, lentamente si avvicinava al mio polso incollato ancora alla maniglia della porta per la paura, presumo, me lo prese tra le sue gelide mani biancastre, con movimenti a rilentatore iniziò ad aprire la bocca con i denti che sporgevano appuntiti, con un movimento brusco lo addentò, provai un dolore indescrivibile, poi svenni sul tappeto verde del corridoio.
William, mio zio, mi portò a letto facendo finta che io dormissi ancora, ma si era dimenticato di lavarmi il polso dalle sbavature di sangue che aveva lasciato.
I miei genitori, mia madre, con i capelli biondi per le continue tinte gratis che si poteva fare al suo negozio e gli occhi verdi, di corporatura robustella e mio padre, identico a me con gli occhi nocciola e i capelli castani, loro mi volevano svegliare presto perché oggi era il mio sedicesimo compleanno, avvicinandosi a me videro il mio polso tutto sporco di sangue, presero paura, erano intenti a chiamare il dottore, ma, ovviamente, mio zio li fermò in batter d'occhio, allora dopo avermi svegliato e la rassicurazione di mio zio ripetuta a i miei genitori che stavo benissimo, me lo risciacquarono con acqua e disinfettante mischiati in una bacinella.
Il mio volto iniziò a impallidire, i miei cappelli stavano diventando scurissimi quasi neri, gli occhi stavano cambiando colore in rosso e si stavano formando due scavature nere intorno a loro stessi, poi mia mamma urlò <ma...è freddo come il ghiaccio!>.
E io sentivo solo il bruciore del disinfettante sulle profonde ferite del mio polso.