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-I'm unloved-

"Katsuki, svegliati" disse l'uomo scuotendo dolcemente il figlio e spostando i vari ciuffi di capelli biondi dai suoi occhi. Posò il bicchiere, con dentro sciolta la pasticca, sopra al tavolino davanti al divano tornando a scuotere il figlio per svegliarlo.

Quando lo vide aprire fiaccamente un occhio, gli sorrise passandogli il bicchiere e dicendo di bere cosa che Katsuki fece senza troppe discussioni. Nonostante la testa gli facesse ancora male, si sentiva un po' meglio, Masaru però non volle ascoltarlo e subito gli intimò di stendersi di nuovo.

Katsuki lo fece sbuffando, suo padre gli passò il termometro dicendogli di misurarsi nuovamente la febbre poi sparì in cucina dalla quale uscì poco dopo con un asciugamano umido fra le mani. Lo posò sulla fronte di Katsuki e prese fra le mani il termometro constatando che la temperatura era scesa solo di poco.

Si girò verso di lui e gli disse di riposare ancora un po'.
"Che stronzata, ti dico che mi sento bene" disse il biondino non riuscendo a trattenersi dal tossire alla fine. Masaru alzò gli occhi al cielo.
"Katsuki, hai la febbre a 39, devi pensare solo a riposarti" disse risistemando la coperta del figlio che sbuffò rumorosamente.

Il ragazzo si guardò attorno per qualche secondo, sentiva i suoi occhi bruciare.
"Dov'è quella vecchiaccia?" Disse tossendo appena. L'uomo si irrigidì a sentire quelle parole e Katsuki lo notò.
"È uscita da qualche ora, tornerà fra poco" disse sforzandosi di sorridere.

Il biondo non ci credeva ma la sensazione bruciante che provava agli occhi e il progredire del suo mal di testa lo costrinsero a lasciare perdere, cosa poteva essere mai successo dopotutto? Se i suoi genitori avevano litigato non erano certo affari suoi. Certo, non capitava spesso, ma sua madre era dannatamente orgogliosa... si sarebbe risistemato tutto come le altre volte.

Si guardò attorno, non c'era neanche lui. Deglutì a fatica, si concentrò. Sapeva che non poteva chiamarlo con suo padre accanto, cosa poteva fare dunque? Si limitò a cercarlo con lo sguardo rassegnandosi sempre di più, sperava di vederlo scendere dalle scale oppure vederlo spuntare fuori dalla cucina. Girava la testa non volendosi arrendere all'idea che se ne fosse andato veramente.

"Tutto bene Katsuki?" Disse Masaru tornando dalla cucina dove, pochi minuti prima, era sparito per preparare del tè.
Katsuki annuì, la sua espressione delusa tradiva i suoi gesti. Si coprì con la coperta chiudendo gli occhi brucianti.

Sentì di nuovo la sua voce o almeno così gli parve. Un brivido lo  scosse nel sonno,  aprì gli occhi, aveva la terribile, costante, sensazione di star cadendo nel vuoto, di essere quasi sul fondo di un altissimo precipizio. Sentiva che respirare era più difficile, come se fosse sott'acqua, lo chiamò più volte, la sua voce suonava strana e ovattata in quel posto deserto e buio.

Si guardò di nuovo attorno, tutto accanto a lui era nero, completamente privo anche del più piccolo dettaglio che non fosse l'oscurità che abbracciava totalmente quello spazio. Non si sentiva male, gli occhi non gli provocavano più quella fastidiosa sensazione di bruciore e il dolore alla testa era diminuito come se la febbre avesse deciso di abbassarsi improvvisamente, respirare era ancora difficile e i brividi percorrevano il suo corpo mentre continuava a chiamare il nome del verdino.

"Deku?" Disse guardandosi attorno, prese a camminare verso un luogo imprecisato, deciso solo nello spostarsi. L'eco dei suoi richiami lo stordiva.

"Cos'è successo laggiù, perché ci sono così tante persone?"

Katsuki si girò a destra di scatto, non conosceva quella voce. Era la voce di una donna, la preoccupazione nella sua voce fu ciò che lo fece arretrare di qualche passo.

Numb || BakudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora