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-I'm hurted-

Katsuki sbatté gli occhi più volte sperando che l'immagine del suo amico d'infanzia si dissolvesse davanti a lui.
Tuttavia non successe, lui era ancora lì, un'immagine nitida di fronte a lui che gli sorrideva.

"Deku..." sussurrò ancora una volta come per accertarsi della sua presenza davanti a lui. Il ragazzo gli sorrise ancora una volta, una strana malinconia luccicava nei suoi occhi.
Il biondo sentiva la gola secca, la pioggia gli appiattiva i capelli sulla fronte.

"Ma... com'è possibile? Non prendermi per il culo, tu sei morto!" Disse Katsuki scavalcando nuovamente la ringhiera, tornando a sentire, sotto i suoi piedi, il legno del pontile. Deku era nella stessa posizione, gli occhi erano socchiusi, fissavano il baratro sotto di lui.

"Oddio sto parlando con un morto... forse avevano ragione, sto diventando fottutamente pazzo" disse il biondo passandosi una mano fra i capelli bagnati.
"Scusami, da quanto tu sei in... in questo stato?" Chiese Katsuki facendo un cenno con le mani, cenno che fece sorridere Izuku.

Il verdino scavalcò nuovamente la ringhiera finendo davanti a Katsuki che subito mosse un passo all'indietro.
"È da quando sono morto che sono così..."
"Ti prego, puoi non dire così? È fottutamente inquietante... come lo è il fatto che io stia parlando con te..." disse quasi subito Katsuki, interrompendo il ragazzo davanti a lui.

"Okay... sono così da quasi un anno allora." Disse Izuku alzando le spalle
"È davvero inquietante... Tu hai visto ogni cosa? Cazzo non posso parlare davvero con un fantasma..." disse Katsuki prendendo a fare avanti e indietro sul pontile facendo scricchiolare, di tanto in tanto, le assi.

"Si... ho visto ogni cosa... Sai, molte volte, quando ero ancora vivo, pensavo che mi sarebbe piaciuto vedere le reazioni di chi mi stava intorno. Invece, appena le ho viste, avrei solo preferito morire ancora una volta, voltare le spalle a tutte le persone che soffrivano per me, smettere di vederle piangere, di sentirle urlare... avrei tanto preferito morire definitivamente così da non vedere niente..." disse Izuku con una strana luce negli occhi.

Il biondo si fermò, poteva solo immaginare cosa aveva passato. Ha dovuto vedere le reazioni di tutte le persone accanto a lui, senza poter far nulla se non osservarle piangere e disperarsi. Quindi aveva visto anche la sua? Il banco rovesciato, le lacrime mischiate alla pioggia e i tagli rossi sotto l'uniforme?

Un silenzio innaturale li coprì completamente, la pioggia smise di cadere, la quiete della notte divenne totale.
"Perché ti sei fatto vedere solo adesso, perché proprio a me?" Disse il biondo, rompendo quel silenzio surreale.
Izuku abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro.

"Io... io non lo so... ho solo... non volevo che ti buttassi... com'è successo, in realtà, è un mistero anche per me..." disse il verdino fissandosi le scarpe.
Katsuki lo fissava, stava diventando pazzo, non c'era altra spiegazione che potesse reggere. Il biondo deglutì un paio di volte.

Si sentiva la febbre, aveva le vertigini e il senso di nausea lo stava soffocando.
Aveva passato così tante notti insonni a pensare a lui senza neanche rendersene conto. Aveva così tanto desiderato vederlo ancora una volta, sentire la sua voce, sentirlo vicino.

Eppure quello davanti a lui gli sembrava un estraneo, i suoi occhi non avevano quella luce che li faceva brillare, i suoi capelli erano spenti, la sua voce tremolante. Non voleva ricordare così Izuku, era forse morto da così tanto tempo da aver modificato il suo ricordo di lui? Katsuki non lo sapeva, voleva solo che quell'immagine davanti a lui sparisse.

Quello non era Deku e lui lo sapeva fin troppo bene. Le persone non ritornano in vita, lui ormai era morto, non ci poteva fare nulla. Sentì una morsa stringergli lo stomaco mentre Izuku alzava gli occhi. Per un attimo, a Katsuki parve di rivedere l'antica luce che i suoi occhi color smeraldo irradiavano. Si riprese quasi subito e distolse lo sguardo dagli occhi di Izuku.

"No, no... tu non sei vero... smettila di fingerti lui!" Urlò Katsuki tappando le orecchie con le mani. Izuku lo guardò stupito, la sua bocca semiaperta si trasformò presto in un sorriso malinconico. Fece un passo in avanti andando sempre più vicino a Katsuki che lo fissava e basta, troppo scioccato per dire qualsiasi cosa.

"Kacchan..." disse il verdino avvicinando la sua mano alla guancia di Katsuki. Il biondo spalancò gli occhi, un sentimento simile alla paura gli percorse le vene. Schivò la mano di Izuku con un gesto brusco, respirando faticosamente.

"Io... Io... Io ti odio! Lasciami in pace!" Urlò il biondo cercando di spingere via il ragazzo davanti a lui ma ritrovandosi, un secondo dopo, a terra.
Katsuki si picchettò la testa con i pugni, non riuscendo a trovare il coraggio per rimettersi in piedi. Voleva solo che tutto questo finisse, che quella cosa creata dalla sua testa per non impazzire sparisse e basta. Desiderava andare via, smettere di vederlo e di pensarlo.

"Kacchan... sono io..." disse il verdino dietro di lui, la sua voce era rotta, stava piangendo.
"Smettila di chiamarmi in quel modo! Vattene via cazzo!" Disse pestando un pugno contro l'asse del pontile che emise un rumore non rassicurante.
Sentiva le lacrime pungere i suoi occhi rossi, si odiava per questo. Si tirò ciocche dei suoi capelli biondi con le mani nella speranza di attenuare quel dolore che gli cresceva dentro.

Izuku tentava invano di avvicinarsi a lui ma il biondo si trascinava lungo il ponte appena sentiva la sua presenza farsi sempre più vicina.
"Basta... basta... basta..." le parole di Katsuki uscivano fuori confuse dalla sua bocca, ripeteva quella parola come un mantra sperando che servisse a mettere fine a tutto.

Izuku si portò una mano al petto stringendola. Guardò Katsuki ancora una volta. Il dolore che stava provando era molto più forte di quello che aveva provato quando aveva scoperto della sua morte. Stava accadendo ancora, stava soffrendo ancora e tutto per colpa sua. Il verdino si asciugò una lacrima vagante e alzò gli occhi verso il cielo stellato, ormai libero da ogni nuvola.

"Ci vediamo, Kacchan" disse Izuku puntando nuovamente il suo sguardo su Katsuki prima di girarsi e prendere un sentiero buio nel bosco mentre le lacrime gli rigavano dolcemente il viso.
Katsuki si sentiva vuoto, incredibilmente solo. Si girò facendo combaciare la sua schiena e puntando i suoi occhi arrossati sulle stelle nel cielo.

Si sentiva così stupido. La mancanza di luce accanto a lui gli permetteva una chiara visuale su quei piccoli diamanti che rischiaravano la notte.
Smise di piangere, solo gli idioti si lasciano sopraffare dai sentimenti o almeno così si disse. Eppure, non riusciva a smettere di pensare a lui guardando il cielo.

A quelle volte in cui, la sera da bambini, avevano guardato le poche stelle che si vedono dalla città, coperti entrambi dallo stesso lenzuolo, sperando di vedere una stella cadente.
Si ricordava quella notte di metà giugno di ormai troppi anni prima, quando il verdino era rimasto a dormire da lui.

Avevano guardato i cartoni in camera di Katsuki fino a tarda notte, si erano avvolti in un lenzuolo e avevano iniziato a raccontarsi storielle divertenti al buio, illuminati solo dalla torcia.

La mamma del biondino era venuta a sgridarli un sacco di volte per le risate che si sentivano da camera sua e così, stanchi dei rimproveri, si erano avvolti in quel lenzuolo e si erano messi a guardare le stelle dall'ampia finestra della camera di Katsuki.

Si ricordava delle loro piccole mani intrecciate, delle risate sottovoce, degli sguardi al cielo pieni di speranza, e poi pieni di delusioni perché la visuale sulle stelle era scarsa.. Si erano guardati negli occhi, ognuno poteva vedersi nel riflesso dell'altro, si erano scambiati un leggero sorriso e poi erano tornati a guardare il cielo nella speranza di vedere una stella cadente.

Purtroppo, quella notte, entrambi finirono con l'addormentarsi rimanendo incredibilmente delusi il mattino dopo.
Si erano ripromessi di riguardare le stelle insieme ma, quello stesso luglio, Izuku compì gli anni senza aver manifestato nessun quirk. Katsuki crebbe in fretta iniziando a provare sentimenti contrastanti per il verdino.

Il biondo si ricordava tutto tenendo gli occhi fissi sulle stelle. Sospirò portandosi una mano sulla fronte ancora leggermente bagnata dai capelli.
"Adesso che riesco a vederle le stelle, riuscirò a vederne una cadente, Deku?" Disse ad alta voce scoppiando in una risata forzata maledicendosi per la sua stupidità.

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Yo gente
Scusatemi se ci ho messo un po' per aggiornare ma non sono stata molto bene durante questa settimana e quindi non ho avuto tempo per scrivere. Ora sto meglio e ho scritto tutto questo capitolo adesso quindi, se fa schifo, pardon.
Voi come state? Vi piace la storia?
Fatemi saperee
See ya

Numb || BakudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora