13. Il complotto di Gomblotti

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Rosetta Gomblotti rientrò nella villa attraversando la stessa finestra da cui si era gettata per fuggire. Normalmente la vecchia avrebbe sbuffato anche solo per sollevare una pera, ma quando si trattava di introdursi illegalmente nelle abitazioni degli altri, improvvisamente tutti gli acciacchi dell'età (e il bisogno cronico di lamentarsi) passavano in secondo piano.

Atterrò morbidamente sulle ciabatte gommose, rese tali da innumerevoli strati di sudore secco che avevano impregnato la spugna, e ridacchiò fra sé e sé.

«Hehehe. Il rapitore pensa di rapirmi e poi, quando mi sono abituata, di sbattermi fuori? Nossignore, la pula non mi avrà mai!».

L'anziana signora era rimasta nascosta in mezzo ai cespugli per ore, mangiando dei biscotti che si era nascosta nelle tasche per combattere la fame, uscendo di quando in quando dal suo nascondiglio per bere l'acqua della piscina e aveva orinato per ben due volte in un vaso di gerani. Quando il sole era calato oltre la linea dell'orizzonte, e le prime timide stelle erano affacciate nel blu scuro del cielo, Rosetta aveva deciso di rientrare.

«E ora niente mi fermerà!» Disse la vecchia, alzando le braccia, ma non aveva fatto i conti con i sensi sviluppatissimi di uno degli inquilini: la cagnolina Ivy.

La bestiola aveva immediatamente individuato il trambusto grazie alle sensibili orecchiette e ora, con la codina dritta come l'antenna di un telefono, trottava verso la stanza in cui si trovava Rosetta.

La vecchia guardò con occhi spalancati quella palletta di pelo che saltellava nella sua direzione, poi si guardò intorno alla ricerca di un'arma con cui mettere a tacere il cane... eccolo! Un ombrello in un portaombrelli a forma di Ercole con un cesto sulla schiena! Rosetta afferrò l'oggetto con la fierezza di un pirata con la sua sciabola e lo brandì verso Ivy.

«Un altro solo passo» Sussurrò «E ti riduco in poltiglia, cane sbirro!».

Forse Ivy fu soltanto spaventata dall'ombrello che le veniva puntato contro, forse era stata in grado di capire le parole che le erano state rivolte, ma il risultato non cambiò: prese ad abbaiare come un'ossessa, trasformandosi nel perfetto cane da guardia.

Rosetta la inseguì, agitando minacciosamente l'ombrello, ma non riuscì a colpirla neanche una volta.

«Che succede, bambina?» Domandò una voce d'uomo da due camere di distanza.

«Oh no!» Esclamò Rosetta «Il palestrato rapitore!».

Ivy abbaiò più forte, rinculando tanta era la ferocia con cui segnalava quell'intrusa. Rosetta si mise l'ombrello sottobraccio e si precipitò a nascondersi in quello che lei credeva essere un nascondiglio, ma che in realtà era il salotto. Ah, povera vecchina malvagia, si era persa!

Il signor Lazzaretti, con il telecomando in mano, si era appena alzato per andare a controllare. Dietro di lui, l'enorme televisore a schermo piatto illuminava la stanza di un chiarore azzurrino.

«Signora Rosetta...» Disse Daniele Lazzaretti «Che cosa ci fa qui?»

«Mi levi di torno il suo cane, oppure la denuncio!» strillò la vecchia, battendo per terra un piede

«Si rilassi, la prego signora Rosetta. La piccola Ivy vuol soltanto giuocare...»
«Ah sì? Vuol "giuocare" un corno, vuole mangiarmi i piedi!».

Il signor Lazzaretti si abbassò e subito la sua cagnolina gli corse fra le braccia, mostrando che non voleva mangiare i piedi di nessuno.

«Quel cane killer deve essere appartenuto alla polizia...» Sbuffò la signora Rosetta.

Daniele Lazzaretti inclinò appena la testa, più per mostrare il collo muscoloso che per vera curiosità, e con voce pacata disse «Signora, lei deve proprio andarsene da casa mia. Le forze dell'ordine sono state più che chiare con la loro favella: nessun estraneo può venire ad abitare nella mia casa, non durante il tempo di questa epidemia! Orsù, ritorni a casa prima che avvengano contagi!»
«Contagi un corno!» strillò la signora Rosetta «Mio nipote mi ha detto che questa è tutta una cospirazione e io ci credevo pure da prima! Vogliono ammazzare tutti noi poveri vecchietti per non dover pagare più le nostre pensioni... e se non mi aiuti, pensando "tanto io sono giovane", devi capire che anche tu, quando sarai vecchio, verrai ammazzato dall'INPS proprio come vogliono fare con me!»
«Orsù, non sia irragionevole, signora...» Daniele si avvicinò alla donna di qualche passo

Un boccaccio di AmuchinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora