Prologo

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«Non correre Nina» sento dire a mia madre «Il vestito è troppo lungo, potresti inciampare e farti molto male» mi viene da sorridere a pensare a come Nina sbufferà annoiata per questo rimprovero. 

Gli invitati sono quasi tutti arrivati, guardo l'orologio che indica le 11:15, ancora cinque minuti e poi darò inizio al mio discorso.  

«Enea dov'è Sofia?» mi domanda Roberto. Ritorno al presente, smettendo di continuare a pensare al discorso che devo tenere per il cinquantesimo anniversario della nostra agenzia.

«Non si sentiva molto bene, avrà un po' di influenza» rispondo sapendo che non è solo quello il motivo per cui è rimasta a letto, la discussione che abbiamo avuto ieri sera è stata molto accesa, non mi era mai capitato di arrabbiarmi così tanto con lei. 

«Sono arrivati tutti Signore, faccio entrare anche i bambini?» mi domanda una delle cameriere. Mi piace la divisa che Sofia ha scelto per loro, le rendono più professionali in eventi come quello di oggi. 

«Lasciali pure fuori a giocare, mi raccomando teneteli d'occhio» dico e faccio cenno a mio fratello Roberto di iniziare pure con le presentazioni.
Mi avvicino alla finestra per assicurarmi che Nina, Kevin ed Esme stiano bene, poi raggiungo mio fratello sul palco.

«Grazie per essere qui con noi a festeggiare. È un traguardo molto importante sia in ambito lavorativo, che personale» dico concludendo il mio discorso. 

«Mi auguro che il pranzo sia di vostro gradimento» scendo dal palco e raggiungo la mia famiglia seduta al nostro tavolo.
Spero che Sofia sia scesa almeno per il pranzo.
Mi guardo intorno per vedere se è presente in sala, ma non c'è. Siamo troppo orgogliosi e questo prolunga le nostre litigate, andrò a parlarle appena se ne saranno andati tutti. 

«Credo che tu li abbia annoiati abbastanza» mi dice Roberto, rispondo con una risata sarcastica e mi siedo accanto ai miei figli. 

«Abbiamo giocato a fare i grandi, io ero il papà e interrogavo i cattivi» sento Kevin raccontare «Nina faceva il lavoro della mamma» sorrido guardandoli, sono così fiero di loro. 

«E tu Esme? Cosa facevi?» domando alla più piccola che è rimasta imbronciata per tutto il tempo.
Esme mi guarda con un sorriso sdentato e poi inizia a raccontare. 

«Facevo il cattivo, perché corro più veloce» rido per quello che ha appena detto, conoscendo Nina e Kevin le avranno fatto fare il ruolo che meno interessava a loro. 
Sento picchiettarmi sulla spalla e quando mi giro vedo il faccino paffutello di Nina sorridermi.

«Papà posso andare dalla mamma? Ho visto che stava facendo un gioco interessantissimo con la corda» mi chiede congiungendo le mani per pregarmi.
Un gioco interessantissimo con la corda? Quando ha visto Sofia?
Durante i nostri ricevimenti è vietato anche ai bambini andare al piano superiore. Mi accorgo di essermi perso a pensare, quando è mia madre che risponde per me dandole il consenso.
Un senso d'ansia, mai provato prima si impossessa di me, mi alzo dalla tavola cercando di raggiungere Nina il prima possibile, ma sono solo sulla rampa delle scale quando un urlo straziante mi raggiunge.

Non sento più niente, corro su per i gradini più velocemente possibile e appena raggiungo la camera matrimoniale vedo Nina immobile al centro della stanza che fissa la parete dietro la porta, ha le lacrime agli occhi ed è pallida in volto.
Entro nella stanza e rabbrividisco appena riesco a capire il motivo del comportamento di mia figlia. 

«No, Nina esci subito, chiama qualcuno» dico cercando di mantenere la calma e mi avvicino al corpo esanime di mia moglie, ha il volto cianotico e attorno al collo ha una sciarpa che è stata legata al ripiano più alto della libreria. 

«Che cosa hai fatto Sofia?» le sussurro dolcemente e allento la sciarpa attorno al suo collo, il suo corpo è rigido e le sue mani sono chiuse a pugno. 

«Ti prego scusami per ieri sera, non volevo dire tutte quelle cattiverie» le dico ancora convinto che prima o poi mi risponderà.
Sento delle voci avvicinarsi e dopo qualche secondo mio fratello entra nella stanza insieme ad altre persone, mi trascinano via dal corpo di mia moglie e dopo aver controllato la possibile presenza del  battito cardiaco si girano a guardarmi. 

«Mi dispiace Signor Sirani, sua moglie è deceduta» mi dice uno di loro.
Esco dalla stanza e mi chiudo nel mio studio, tutto quello che provo è solo rabbia. 

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Ciao a tutti, 

questa è la prima storia che scrivo e spero veramente che vi piaccia,  ritengo che la mia storia sia un mix di azione, mistero e amore. 

Ringrazio, in anticipo, tutte le persone che la leggeranno. 
Ci vediamo al prossimo aggiornamento. 

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