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Avrei voluto cancellarmi da ogni tipo di universo, non rivedere più nessuno, non soffrire, non avere più nessun tipo di sentimento, non avere nessun rimpianto e nessun rimorso. Volevo essere in pace con me stessa, riuscire a respirare davvero, invece di stare attaccata ad un respiratore. Volevo correre felice, invece di restare in uno spazio chiuso. Volevo sentire il sapore della felicità, mentre ora sentivo solo tristezza e solitudine. Volevo abbracciare l'amore e non lasciarlo più andare. Volevo riabbracciare mia madre, che mi mancava così tanto, lei avrebbe saputo consigliarmi, sarebbe riuscita a dirmi quale fosse la via più adatta a me, mi avrebbe spianato la strada... ma senza di lei sembrava che stessi facendo una scalata sul Monte Everest, e non aveva più fine.

[...]

Ero particolarmente nervosa quel giorno, le mie dita schiacciavano velocemente e con violenza la tastiera del mio pc in ufficio.

"Cheyenne, il mio latte macchiato!" urlai dal mio ufficio, vidi la ragazza bionda scattare in piedi per andare a recuperarlo.

"Ecco Signorina Shenning." dopo dieci minuti la mia segretaria entrò nel mio ufficio con la bevanda calda.

"Grazie Cheyenne, domani prenditi pure il giorno libero." dissi senza spostare gli occhi dal monitor.

"Ma Signorina Shenning, domani è..."

"Cheyenne, so benissimo che giorno è domani." la guardai duramente. "Ti ripeto, prenditi il giorno libero domani." lei annuì e si dileguò poco dopo.

"Incuti timore, proprio cattiva sei diventata." ghignò la donna.

"Asherah, fatti i cazzi tuoi una volta per tutte." cercai di ritrovare il mio zen interiore, ma sfortunatamente, era andato a farsi fottere molto tempo prima.

"Che carina, sei diventata proprio una donna in carriera." se non fosse stata una mia allucinazione, probabilmente le avrei fatto un buco nel petto con un fascio di luce divina. "Ovviamente non ti avrei mai vista come modella, però sei a capo di un'azienda, è già qualcosa." sospirai rumorosamente. "Devi vedere Lucifer com'è felice." strinsi il mouse e cercai di evitarla. "Soprattutto senza di te." non avrebbe mai ricevuto una mia risposta alle sue cattiverie. "All'inizio pensavo che mi avresti messo i bastoni fra le ruote, impedendomi di portare mio figlio in Paradiso... si vede che non eri niente di che per lui. Devi vedere come si è sistemato bene, con una sua simile." Lucifer si era fidanzato? Con chi? Mi aveva già dimenticata? Mi alzai ed iniziai a camminare per la stanza. "Pensavi davvero che ti amasse? Pensavi davvero che sareste stati legati l'uno all'altro per l'eternità?" qualcuno bussò alla porta del mio ufficio, andai verso il luogo del rumore e la figura di Steven si fece ben lucida.

"Ehi Shenning, posso?" disse sorridendo, gli sorrisi anch'io facendolo entrare, chiusi la porta alle nostre spalle facendo scattare la serratura.

"Dimenticalo, lui l'ha già fatto." sussurrò Asherah al mio orecchio per poi svanire.

"Sono venuto a portarti i documenti firmati e a chiederti se..." non gli feci finire la frase, le mie labbra erano sulle sue, avevo bisogno di distrarmi, cazzo. Insinuai le mie dita affusolate fra i suoi capelli, spingendolo sempre di più contro le mie labbra. Le sue mani erano saldamente ferme sui miei fianchi.

"Shenning, non fare così." si allontanò leggermente da me e ci guardammo negli occhi. "Se inizio, io-io... non riesco più a fermarmi." gli sorrisi togliendomi le scarpe, gli allentai il nodo della cravatta per poi sfilargliela totalmente.

"Willows..." lasciai la frase in sospeso, per poi sbottonargli i primi bottoni della camicia bianca. "...io non voglio che ti fermi." sussurrai al suo orecchio. Mi avvicinò di nuovo a lui, insinuò una mano fra i miei capelli stringendoli, iniziò a baciarmi con foga. Con un gesto veloce gli sfilai la camicia e la giacca, passai una mano sulle sue braccia muscolose. Mi fece stendere sul divanetto posto vicino alla mia scrivania, sorrise sulle mie labbra. Iniziò a baciarmi il collo, dei gemiti uscirono dalle mie labbra, mi tolse con foga gli indumenti e mi eccitai ancora di più. Si fermò, e mi squadro da capo a piede.

"Sei meravigliosa."

[...]

Il mio piede sbatteva ininterrottamente nel salotto di casa mia mentre aspettavo la mia migliore amica, era già in ritardo di dieci minuti, e l'ansia stava prendendo il sopravvento su di me. Con uno scatto veloce mi alzai dal divano, presi un bicchiere e ci versai del whiskey invecchiato, buttai giù tutto l'alcool.

Secondo bicchiere.

Terzo bicchiere.

Quarto bicchiere.

Mi passai una mano sulla fronte, non stavo digerendo bene quella situazione.

"Si può sapere che diamine stai facendo?" alzai gli occhi al cielo riempiendomi anche il quinto bicchiere.

"Lasciami stare Lucifer, te ne sei andato." dissi cercando di mantenere una voce ferma. "È tutta colpa tua se sono in questa situazione." dissi guardandolo storto.

"Scusami, sono arrivata il prima possibile." la mia migliore amica si fece spazio nel mio campo visivo, puntò gli occhi su di me, sulla bottiglia, e poi di nuovo su di me. "Che stai facendo?" mi chiese con un punto interrogativo dipinto sul volto.

"Ho fatto sesso con Steven." Maze aprì la bocca in un sorriso.

"Ma è fantastico!" si concentrò sulla mia espressione. "Non lo è?" il suo sorriso si spense.

"No, per niente." sbuffai.

"Non è capace di scopare?" le sorrisi, scossi la testa in segno di negazione. "Allora cosa c'è Lauviah?" mi domandò poco dopo.

"Non lo so, sento di aver sbagliato qualcosa." mi stropicciai gli occhi iniziando a piangere, okay, ero palesemente ubriaca. "Mi manca così tanto Maze." scoppiai in un pianto isterico accoccolandomi a lei, mi abbracciò e mi accarezzò i capelli.

"Andrà tutto bene Lauviah, ci sono qui io per te." mi sussurrò sulla testa. "Troverai qualcuno che ti saprà trattare come meriti."

"Ma io non voglio un altro, io voglio lui." le lacrime continuavano a solcarmi il viso, non ne volevano sapere di smettere. "Nessuno avrà i suoi occhi, nessuno avrà la sua voce, nessuno mi saprà guardare come faceva lui, nessuno mi saprà proteggere come faceva lui, nessuno mi farà ridere come faceva lui e nessuno mi amerà come ha fatto lui." la mia migliore amica mi prese il viso tra le mani guardandomi.

"Lauviah, ascoltami bene." mi asciugò le lacrime. "Se ti avesse amata per davvero, non se ne sarebbe mai andato."

the dark side of the glance - lucifer.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora