Dopo aver parlato ininterrottamente con Mark ed esserci guardati in modo molto imbarazzato, ci rendiamo conto che sono ormai quasi le 8.00. Cazzo, tra mezz'ora arrivano i primi clienti! D'altronde non devo preoccuparmi, so che i primi clienti saranno i miei amici, ai quali ho già detto di dire che le mie pizze sono dei capolavori anche se faranno schifo. Sono emozionata. Tra mezz'ora inizia tutto. Il mio riscatto, il mio lavoro. Anzi, il NOSTRO lavoro. Il mio, quello di Keira, quello PER MICHAEL. Io devo farcela.
'Dio, Gladys, sono le 8.00! Tra mezz'ora dobbiamo iniziare!' dice improvvisamente Mark.
'Oh cazzo, hai ragione... mi ero incantata.'
rispondo. Aspetta... che cazzo ho detto?
'Ah davvero? Faccio questo effetto?' dice
'No, stupido. Pensavo al concerto, sto sognando.' non è vero, un po' è anche a causa sua. E l'idea di non sapere che sta facendo la mia migliore amica con il ragazzo che le piace nell'altra stanza, mi mette in ansia. Sono troppo curiosa, ma dovrò saperlo solo dopo questa sera, e chissà a che ora finiremo. Mi arriva un messaggio da mia madre.
'Ammiro tanto la tua costanza e determinazione per portare avanti il tuo sogno. Spero con tutto il cuore che ci riuscirai, anzi, ne sono certa. La mamma e papà sono con te e ti appoggiano. Buona fortuna, amore mio.'
Mi viene quasi da piangere. Il messaggio di mia mamma mi ha dato ancora più carica.
'Bene, mettiamoci in cucina.' dico.
Nel frattempo, Mark accende la radio, e guarda caso, quale canzone deve capitare? 'The way you make me feel' dell'album Bad, ovviamente! È definitivo, questo è destino. Mi metto a cantarla e ovviamente, quando ascolto la voce di Michael e lo guardo ballare, i miei occhi e il mio sorriso parlano da soli senza nessun bisogno di esprimermi a parole. Quando ascolto Michael è come se ci fossimo solo io e lui, nessun altro. Ho bisogno della sua energia positiva, perché solo lui mi aiuta davvero. E lo sosterrò per sempre.
'You really turn me on' canta Mark sorridendo. Quanto è stupido. Però è così carino. Però è stupido.
Sono ormai le 8.30, e vedo qualcuno affacciarsi alla porta. È il gruppo di Ruby e del suo fidanzato Bryan. Cazzo, quanti sono. Saranno almeno quindici. Intravedo anche Tania e Alyssa, le nostre migliori amiche. Vedranno subito Keira, perché è alla cassa. Che palle, non posso vederla. L'unico difetto dello stare in cucina.
'Ora basta pensare, Gladys. Concentrati, tra poco arrivano gli ordini.' mi dico per incoraggiarmi.
Neanche il tempi di pronunciare questa frase, che Mark mi porge il bigliettino. Mi trovo inizialmente disorientata, dodici pizze e tre panini da preparare per il gruppo dei miei amici, in aggiunta a due pizze per una coppia di marito e moglie. Okay, devo stare calma.
'Mark, puoi venire un secondo?' lo chiamo timidamente.
'Ehi, tesoro, di cosa hai bisogno?'
'No, nulla... sinceramente non so da quale iniziare...' non sto facendo una bella figura, cazzo.
'Oh scusami... non dovrei fare così' aggiungo.
'Ma cosa dici, è il primo giorno ed è normalissimo. London non riusciva neanche dopo un anno.'
'AHAHAHAHA. Bene, inizio da questo gruppo?' ed indico le pizze dei miei amici. Almeno gioco facile. Riconosco già quali hanno ordinato Alyssa e Tania, le conosco troppo bene e le adoro.
'Okay, Glady. E tranquilla, i panini li preparo io.'
-sospiro di sollievo, non credo proprio di saperli preparare- penso tra me e me.
'Bene, la prima pizza è semplice.' Inizio e mi rendo conto di non essere mai stata più rapida, precisa e concentrata in vita mia. Michael, è tutta colpa tua. Scherzo, ovviamente. Mi ha migliorata anche in questo, anche se non lo sa, non ancora. Nel momento in cui metto in forno le pizze, parte una sua canzone. Billie Jean, un classico.
'Billie Jean is not my lover
She's just a girl who claims that
I am the one
But the kid is not my son'
Ho imparato i passi a memoria, e mentre mi giro per mettere in forno un'altra pizza, vedo Mark fare il moonwalk. Wow, questo ragazzo è perfetto per me, AHAHAHA.
'Sai farlo anche tu?' gli dico.
'Ovvio! È la prima cosa che impari per sentirti figo.'
'Quanto sei stupido, è meglio che continuiamo a cucinare.' Scoppiamo entrambi a ridere. Nel frattempo, nei quattro minuti e cinquantasei secondi di 'Billie Jean', le pizze sono pronte. Oh cazzo.
'Hey, Lon, ho finito queste pizze. Portale al tavolo numero 7, per piacere.' dico a London.
'Va benissimo capitano! Strano pensare che la nuova arrivata mi stia dando ordini, ma finché sei carina va bene. E sei simpatica, ovviamente.' mi risponde, ed esce dalla cucina ballando. Che personaggio, è troppo divertente. Spero solo che non gli cadano le pizze a terra!
Sono già un po' stanca, ma tengo duro e resisto. Dopo dodici pizze in un quarto d'ora, mi sembra il minimo. Controllo l'orologio, sono ormai le 9.00. Sbircio dalla cucina e noto che i miei amici sembrano realmente soddisfatti, almeno così sembra. Mark mi chiede aiuto nel preparare i panini, infatti friggo le patatine per contorno.
'Stai andando davvero benissimo, Glady. Non preoccuparti, le due pizze per la coppia le preparo io. Riposati un attimo, hai già fatto tanto. Puoi andare da Keira, se vuoi.' e mi fa un occhiolino. A quel punto, non ci penso due volte. Vado subito dalla mia migliore amica, ho bisogno di sapere come vanno le cose.
Mi avvicino alla cassa, Dylan non c'è, ma lei mi corre incontro.
'Allora? Come sta andando? Raccontami!' le dico felice.
'Innanzitutto, quanto cazzo sei sudata? È solo per le pizze, vero?' mi dice. Quanto è cretina.
'Sì, cogliona! E ora non deviare il discorso, dimmi tutto prima che io torni in cucina!' le dico.
'Bene, mi ha chiesto il numero di telefono e siamo stati seduti insieme per tutto il pomeriggio. A volte provava a baciarmi, ma non cederò subito. È troppo convinto e non voglio dargli nessuna soddisfazione.' E, proprio mentre Keira pronuncia queste parole, arriva Dylan.
'Hey Glady, già in vacanza?' dice ridendo.
'Ma no, Dylan! Se vuoi saperlo, ho preparato dodici pizze in un quarto d'ora, e ti dirò, i clienti sembrano soddisfatti!' gli dico con un occhiolino.
'Bene, ma non ti montare troppo, non hai idea di quanto vi aspetta.' mi dice con quell'aria da presuntuoso, anche se è molto simpatico.
'E in quanto a te, a chi non darai soddisfazione?' dice a Keira.
'Scusami, non mi sembra che qualcuno ti abbia chiesto di intervenire!' gli dico, ridendo.
'Fino a prova contraria qui comando io e mi intrometto dove voglio!' risponde Dylan.
'Non nelle questioni da donne', dice Keira.
C'è una bella atmosfera, ho l'impressione che lavoreremo bene. Dylan si allontana, e Keira mi chiede di Mark.
'Bene, tu invece? Che combini?' mi dice.
'Wo, non puoi capire quanto mi sta piacendo. Ascolta anche lui Michael, sa fare il moonwalk e non è per niente il ragazzo timido che sembrava prima. Perfetto!' le dico senza farmi sentire.
'Hai visto che avevo ragione? Sei più cotta di me tu! Ti conosco troppo bene.' mi dice Keira.
'Concordo in pieno, stronza'. La abbraccio e torno in cucina, dove vedo Mark che riprende i piatti in cui c'erano i panini.
'Bene, quel gruppo di quindici persone ha divorato tutto in meno di un'ora, sono usciti dal locale e si sono complimentati a London per chiunque avesse cucinato. Il coglione si è preso il merito fingendo di essere il cuoco, ma a parte tutto, il merito è tuo, Glady. Sei veramente in gamba, se non ti fossi proposta saremmo stati veramente in crisi.' dice, abbracciandomi.
'Non c'è nulla di cui ringraziarmi, Mark. Probabilmente se non ci foste stati voi, non avrei affrontato tutto così serenamente. Grazie di metterci a nostro agio.' gli rispondo.
'Beh, se per Dylan il concetto di mettere a proprio agio una ragazza è provarci tutto il giorno, va bene così!' e scoppiamo entrambi a ridere. Vediamo la coppia che ha mangiato le ultime due pizze avvicinarsi alla cassa, anche loro soddisfatti, e Dylan ci fa cenno di raggiungerlo.
'Wow ragazzi, stiamo andando forte. Oltre a loro non avremo altri clienti nella pizzeria, ma mi hanno chiamato altre venti persone per avere pizze d'asporto. Un ultimo sforzo e per oggi possiamo lasciare, anche perché è lunedì, oggi è quasi leggero.'
Venti pizze. Ancora venti pizze. Non mi reggo in piedi, ma devo farcela.
'Mark, ce le dividiamo? Io preparo dieci pizze e tu le altre dieci?'
'Assolutamente, Glady, non ti avrei mica lasciato preparare venti pizze! Forza, mettiamoci al lavoro.'
A quel punto, io e Mark decidiamo di fare una gara, ma non vale!
'Tesoro, io punto sulla qualità, non sulla velocità!' gli dico.
'Ottima risposta, direi.' mi risponde, e mi lancia un pezzo di mozzarella in faccia.
'Non rispondo all'attacco per non sprecare ingredienti, altrimenti i clienti saranno insoddisfatti del NOSTRO lavoro, anzi, del tuo!' e ci mettiamo a ridere. Dopo chili di mozzarella, pomodoro, farina, tonno, cipolla, formaggio e chissà quanti altri ingredienti, finisco le mie dieci pizze. Quelle di Mark, ovviamente, sono già uscite dal forno e London le carica nel furgoncino.
'Bene, la gara l'hai vinta tu. Ma stai attento, non sono per nulla abituata a perdere.' Gli dico, asciugandomi esausta la fronte.
'L'avrò vinta io, ma sono certo che le tue pizze siano le migliori.' mi risponde.
Nel frattempo, tolgo le pizze dal forno e London si avvia per consegnarle tutte e venti. Wow, che lavoro di squadra. Sono le undici e mezzo, e sono stanchissima, domani dovrò anche andare a scuola e non ho studiato. Io e Mark andiamo verso la cassa insieme a Dylan e Keira, e ci sorridiamo. Sappiamo che è andato tutto bene.
'Beh, ragazze, cosa dire... siete state semplicemente fantastiche. Abbiamo l'impressione che con voi, la pizzeria avrá un punto fantastico da cui ripartire, abbiamo bisogno di due persone come voi. E se non l'avete intuito, è definitivo, senza ripensamenti: siete assunte.'
Io e Keira ci guardiamo, mi brillano gli occhi e il cuore accelera sempre di più.
'Grazie davvero... fidatevi, siete voi a starci aiutando.' dico emozionata.
'Se continuerete come avete fatto oggi, vi anticipo che lo stipendio aumenterà notevolmente'. Non ci credo. È quasi surreale. Sento il mio sogno sempre più vicino, sento Michael. Sento di averlo fatto per lui, sento che lui è orgoglioso di me. Ho ottenuto ciò che volevo per realizzare il mio sogno, perché per Michael, io farei e farò di tutto. Dove avrà bisogno di noi, io ci sarò. Ci sarò per sempre. A quel punto, io e Keira salutiamo i ragazzi ed usciamo, non vedo l'ora di tornare domani.
Mentre entrambe camminiamo per andare a casa, entrambe raccontiamo di Dylan e Mark.
'Bene, sono totalmente fottuta, Glady. Credo che parlerò con lui per tutta la notte, mi piace troppo. Ma tu e Mark? Niente numero?' mi chiede Keira perplessa.
'Onestamente non ci abbiamo neanche pensato, ci siamo vissuti il momento e abbiamo riso tanto, c'è stato tanto imbarazzo ma anche avvicinamento. Direi abbastanza avvicinamento.' arrossisco.
'Wow, bel danno abbiamo fatto, eh? Quando andrai al concerto, di' a Michael che grazie a lui abbiamo trovato degli ipotetici fidanzati.' ride.
'Beh, se dovesse essere così, sarebbe una delle infinite cose per cui io sono devota a lui. Michael è entrato nella mia vita e in quella di tutti noi, del mondo, e la stravolge in meglio. La migliora. Mi lascia senza parole, lo amo. Penso che nessun tipo di amore, potrà essere equiparabile a quello che provo per lui.'
'Si capisce, Gladys. E sai che, anche se ancora non sa chi tu sia, anche lui ti ama. Vi ama.'
'Lui ama e basta. Ama il mondo e vuole cambiarlo, ma ad oggi credo che molti non abbiano colto bene il significato di alcune sue canzoni. Vuole spingerci a cambiare ancora di più, vuole più solidarietà.' dico.
Finiamo di parlare, e, nel frattempo, la nostra strada si divide per andare ognuna nella propria casa. Arrivo in casa mia, i miei genitori dormono. Mi stendo sul letto in camera e tengo stretto il CD di Michael a me. Sorrido, e con tutta la felicità, mi addormento. Senza prima pensare a tutte le mie emozioni, a quanto io lotterò per lui. Lui è tutto per me, in ogni senso. Qualche pensiero lo riservo anche a Mark, sì. Ho l'impressione che ce la farò, devo farcela. Ho bisogno di un suo abbraccio.
STAI LEGGENDO
Not just an idol. -Michael Jackson
FanfictionSono sempre stata insicura e poco determinata, io. Ma da quando sentii il bisogno incondizionato di lui, il mio coraggio andò oltre tutto. Michael Jackson, il grande e celebre Re del Pop, era per me un vero e proprio amico. Un punto di riferimento...