"Allora? Che succede, Dylan?" chiediamo io e Mark preoccupati."Li vedete quegli uomini seduti al tavolo?" dice, indicando un gruppo di circa otto uomini.
"Sì, quindi?" chiedo io in preda all'ansia.
"Bene, sono degli ispettori. Ci hanno detto che è stato segnalato che in questo locale si mangia male, che il cibo è avariato e scadente. Io so che queste cose non corrispondono per niente alla verità, ma dobbiamo mettercela tutta. Non pensate a niente, impegniamoci e dimostriamo loro che si sbagliano!" risponde cercando di motivarci, nonostante si percepisca che è abbattuto ed infastidito dalla cosa.
"Ascoltate, ragazzi, io sono convinta che sia stato qualcuno a fare questo, qualcuno che, evidentemente, vuole vedermi in qualche modo fuori da questo locale, o che semplicemente si sta divertendo. Io non posso permettermi di lasciare questo lavoro, come voi non potete sicuramente permettervi di rinunciare alla vostra pizzeria. Per cui forza, andiamo in cucina e facciamo del nostro meglio." dico, e raggiungo la cucina con Mark.
Nel frattempo, Alyssa ci porta gli ordini: otto pizze preparate appositamente affinché contengano un po' tutti gli ingredienti, direi ottimo.
"Forza Glady, chiamami appena avete finito qualcosa. Non è possibile, arrivo io e succedono questi disastri?" dice, essendo ancora poco ambientata.
"Non preoccuparti, Aly. Sii te stessa, sarai fantastica anche tu. Lavoro di squadra." le rispondo.
Sono piena di rabbia in questo momento, posso immaginare benissimo chi è stato a fare in modo di mettermi in difficoltà.
"Zayn, quel coglione me la paga. Non riuscirà mai ad impedirmi di realizzare il mio sogno, se pensa di abbattermi, beh, si sbaglia." dico, mentre impasto e condisco le prime pizze.
"Gladys, attenta, hai messo troppo sugo..." mi fa presente Mark.
La mia ansia e la mia rabbia iniziano a prendere il sopravvento, mi succede spesso quando si tratta di qualcosa a cui tengo:
"Bene, ora cucino anche di merda, fantastico. Basta, non ce la faccio più. Voglio Michael." dico, istintivamente.
"Beh, scusami tanto, non pensavo di essere di troppo." risponde Mark, infastidito.
"Che stai dicendo, Mark?"
"Sai, non è che sia tanto bello essere sempre paragonati."
"Ma cosa dici, Mark! Non l'ho mai fatto."
"Beh, hai anche chiamato con il suo nome, pensa un po'. Conosco il tuo legame e so che per te è importante, ma penso di essere io il tuo ragazzo."
-stai tranquillo, Mark, non ti paragonerei mai a Michael, sarebbe troppo superiore.- penso tra me e me.
"E da questo deduci che io non sia innamorata o di non essere importante per me? Stavamo parlando di lui in quel momento..."
"Ecco, ci sei arrivata. Le nostre conversazioni hanno sempre lui come argomento principale, non parliamo mai di noi." non l'ho mai visto tanto infastidito.
"Mark, non voglio farti sentire in secondo piano, assolutamente. Essendo tu il mio ragazzo, voglio renderti partecipe della mia vita e di quello che sto facendo per realizzare il sogno che ho da quando sono una bambina..." dico mortificata.
"Scusami, Glady, non volevo farti sentire in colpa. So che tieni a me." mi risponde.
"Non mettere mai in dubbio i miei sentimenti. Mai." gli dico abbracciandolo.
"Ti amo." mi risponde, e riesco solo a sorridergli dolcemente.
Ricominciamo a preparare le altre pizze, e nel frattempo parte "Baby Be Mine" che riesce a distrarmi e non farmi pensare a niente. È inutile, Michael resterà sempre il mio miglior antidoto per tutto.
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Not just an idol. -Michael Jackson
FanfictionSono sempre stata insicura e poco determinata, io. Ma da quando sentii il bisogno incondizionato di lui, il mio coraggio andò oltre tutto. Michael Jackson, il grande e celebre Re del Pop, era per me un vero e proprio amico. Un punto di riferimento...