Mi sveglio assonnata e frastornata dalla nottata di ieri, sono le undici di mattina e finalmente è domenica. I miei genitori non sono al lavoro, incredibile ma vero. Ripenso per un po' a tutto ciò che è successo ieri sera, e credo che chiamerò le mie amiche a casa mia per raccontare loro tutto. Sicuramente vorranno uscire, ma io non spenderò un centesimo, l'ho già stabilito. Mi dirigo verso la cucina per fare una leggera colazione, e trovo i miei genitori. Mio padre sembra avere un'aria più serena e meno nervosa rispetto a ieri sera, in cui mi ha quasi incusso paura.
'Buongiorno papà, buongiorno mamma.' dico in tono intimidito.
'Buongiorno, Gladys. Mamma mi ha detto che hai già guadagnato novecento dollari, è così?' mi chiede papà con un sorriso.
'Sì, papà, è vero. I titolari, Mark e Dylan, si sono vivamente complimentati con noi. Hanno detto che, grazie a noi, la pizzeria sta avendo un successo mai riscosso prima.' gli dico, con un pizzico di presunzione e volendo anche fargli capire che non sono come mi ha dipinta ieri sera.
'Bravissima, sono orgoglioso di te. Scusami per come ti ho trattata ieri sera, non avrei di certo voluto ferirti, ero preoccupato, perdonami.' mi dice.
'Non preoccuparti, papà, lo capisco. È anche vero, come ho detto anche alla mamma, che a volte potreste cercare di comprendermi di più. Da questi piccoli episodi si può capire quanto poco conosciate vostra figlia.' gli rispondo.
'Ascolta, tesoro...' dice mia madre 'ovviamente, ci abbiamo ripensato. Non ti faremo mai smettere di lavorare in pizzeria.' riprende.
'Anche perché non avrebbe funzionato. Sapete quanto sia vitale per me andare al concerto di Michael e vederlo, non avrei permesso a nessuno di distruggere il mio sogno. Ho già perso un'opportunità, non ne perdo un'altra. Non di nuovo.' rispondo.
A proposito di Michael, accendo nuovamente la TV per controllare se ci sia qualcosa su di lui. Mi basterebbe anche una canzone, qualsiasi cosa.
'Come non detto, mai che trasmettano in orari decenti in TV' dico scocciata. Vorrà dire che passerò tutto il pomeriggio con le mie amiche, oggi. Per fortuna devo andare al lavoro soltanto verso sera alle otto e mezza, ho un po' di tempo per riposarmi. Decido di fare un giro di telefonate, inizio da Keira.
'Kei, venite tutte a casa mia oggi, okay? Alle quattro vi aspetto qui.'
'Tesoro, ormai io vivo a casa tua!' mi risponde ridendo.
'Giusto... beh, ci vediamo dopo, telefono alle altre.'
Riattacco e chiamo Alyssa:
'Ehi, Aly! Tutto okay?'
'Come potrebbe andare meglio! Stanno trasmettendo in TV l'ultimo concerto dei Queen. Sono stata così fortunata a vedere Freddie quella volta...' mi dice con fare sognante. È quasi innamorata di Freddie Mercury, come io lo sono di Michael. E Dio, quanto vorrei realizzare anche io il mio sogno, il più presto possibile...
'Mi immagino, Aly... ascolta, questo pomeriggio alle quattro venite tutte a casa mia, okay? Almeno avremo un po' di tempo per parlare un po' tra noi.' le dico dolcemente.
'Certo, va benissimo! Anche perché avrei bisogno anche io di parlarvi, le cose con Luke non vanno a gonfie vele...' mi dice rattristita.
'Io ti ho sempre detto ciò che dovresti fare... ad ogni modo, ci vediamo dopo. Stai tranquilla, Aly.'
Riattacco e telefono a Tania. Ma non potrebbero inventare qualcosa per chiamare più persone contemporaneamente? Che fatica!
'Hey tu!' mi risponde Tania.
'Ehi bellezza, ti aspetto alle quattro da me questo pomeriggio, ci saranno anche le altre. Abbiamo bisogno di parlare, direi.' le dico.
'Ci puoi scommettere! Sono pronta a sorbire i vostri dilemmi amorosi, ci si vede ragazze.'
'Ahahah, spiritosa. Beh, ti lascio, chiamo Ruby per avvisarla!'
Compongo il numero di Ruby, ma nel frattempo, prima che io la chiami, mi arriva una telefonata di Mark. Cazzo, Mark. Mi sono completamente dimenticata di avvisarlo di tutto. Complimenti, Gladys, ottimo inizio. Gli rispondo temendo chissà quale predica, ma forse ancora devo capire che la sua pazienza è veramente immensa e non finirò mai di ringraziarlo per questo.
'Ciao, Mark...' gli dico.
'Ehi, tutto bene? Sono soprappensiero da ieri sera...' mi chiede.
'Mi dispiace tanto, scusami se non ti ho chiamato... ho parlato con i miei genitori, ero tanto stanca ed avevo bisogno di riposare e metabolizzare bene tutto...'
'Non preoccuparti, davvero. Mi basta sentirti più serena. E mi basta sapere che continuerai a lavorare qui...'
'Ovvio che continuerò a lavorare, Mark. Nessuno mi porterà via dal mio sogno e...'
'E soprattutto, nessuno mi terrà lontano da te.' mi dice Mark.
'Appena puoi, ti porto di nuovo fuori. Ho troppo bisogno di vederti. Almeno so che potrò farlo questa sera.' riprende.
'Anche io voglio stare con te, dopo tutto questo stress direi che ce lo meritiamo.' gli dico.
'A dopo, piccola.'
'A dopo, Mark. Grazie di tutto.
Riattacco e provo a telefonare a Ruby, che però non sembra darmi nessuna risposta. Decido allora di chiamare Alyssa e chiederle di rintracciarla.
'Ehi Aly, sai nulla di Ruby?'
'Oh, ciao Glady... sì, l'ho chiamata subito dopo la nostra telefonata, ma mi ha detto di non poterci essere, di stare già con Bryan...'
'Capisco. Beh, sarà per la prossima...'
Un po' mi dispiace che non venga. Insomma, secondo me non aveva poi tanta voglia di stare con noi e parlare. Il suo fidanzato lo vede tutti i giorni e tutto il giorno, e anche Tania e Alyssa hanno rimandato gli impegni con i loro ragazzi per vederci come facevamo prima, dato che io e Keira non ne abbiamo più il tempo.
Ho pensato che, subito dopo aver parlato con le ragazze, andrò subito ad informarmi per i costi del volo, inoltre devo trovare assolutamente un alloggio, ma non so come fare...
Sta di fatto che devo sbrigarmi per prenotare i biglietti dell'aereo, è più complesso rispetto a quelli del concerto. Ad ogni modo, dovrei aspettare di avere almeno lo stipendio di fine mese, con novecento dollari posso fare ben poco. Una cosa è certa: devo essere la prima ad avere i biglietti per il concerto. Voglio i migliori, prima fila. Già immagino una Gladys avventuriera ed accampata all'Olympiastadium con una tenda fin dall'alba.
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Not just an idol. -Michael Jackson
FanfictionSono sempre stata insicura e poco determinata, io. Ma da quando sentii il bisogno incondizionato di lui, il mio coraggio andò oltre tutto. Michael Jackson, il grande e celebre Re del Pop, era per me un vero e proprio amico. Un punto di riferimento...