Capitolo dodici

190 5 0
                                    

Il tragitto fino a casa si svolge in un silenzio che tenta di coprire la tensione che aleggia nell'aria. Non so davvero chi può avercela con me, non ho nemici.. beh escludendo lui.
Il conoscente di Dave ha confermato che è ancora in carcere ma ciò non toglie il fatto che possa avere qualcuno fuori che lo aiuti quindi non me la sento di escluderlo. Il pensiero che quel mostro possa mettere le mani sui miei fratelli mi manda in tilt e oltretutto non ho idea di che soldi parla, ha conosciuto mia madre che già non navigava nell'oro.

-" Senti, prima di andare a prendere i bambini sarebbe meglio dare un'occhiata a casa tua. Meglio controllare, non vorrei trovare brutte sorprese e spaventarli"- dice Dave interrompendo il silenzio, annuisco senza parlare.

-" Stai tranquilla, risolveremo tutto"- mi sussurra stringendomi la mano. Due lacrime sfuggono ai miei occhi, stringo più forte la mano di Dave per prendere coraggio.

-"La cosa che più mi spaventa è che possano far del male ai miei fratelli. Non lo sopporterei!"- dico con voce roca.

-" Non succederà. Adesso che abbiamo questo messaggio con la foto, c'è più materiale per una denuncia. Troveremo questo bastardo!"- dice.

Arriviamo al mio palazzo e saliamo. Fuori dalla porta non ci sono segni di scasso o qualsiasi altra cosa. Lasciamo la porta aperta e diamo un'occhiata in giro.

A prima vista non sembra esserci niente fuori posto, ascolto la segreteria ma c'è solo un avviso della maestra di Freddie.

-" Nelle stanze è tutto a posto"- dice Dave, tiro un sospiro di sollievo.

-" Anche qui"- dico mentre Dave va verso la porta per chiuderla. Mi sembra di tornare a respirare, anche se la situazione è tragica non sopporterei di dormire qui se fosse entrato qualcuno.

-" Dio mio!"- esclama Dave, mi giro di scatto e rimango pietrificata.

-" Quella... quella... è"- balletto senza riuscire a continuare.

-" La foto che hai ricevuto oggi"- dice.

-" È dall'interno però e quello è il mio coltello"- dico, forse per realizzare tutto quello che sta accadendo, mi avvicino e sto per afferrare il coltello conficcato nella foto ma Dave mi ferma.

-" Non toccare. Potrebbero esserci delle impronte. Chiamo la polizia"- dice lui.

-" Si, hai ragione!"- dico, sono scioccata. Non so cosa avrei fatto senza di lui.

-" Come faccio a stare qui? Al solo pensiero mi sento morire!"- dico tremando.

-" Tu non starai qui da sola. Non esiste. Dopo che se ne sarà andata la polizia, prenderemo ciò che serve a te e ai bambini e andremo a casa mia. Li oltre alle foto da lontano non può fare altro, ci sono telecamere e allarmi ovunque"- dice sicuro di sé, non mi sembra il caso di fare storie, è la soluzione migliore.

Dopo un'ora, la stanza è piena di poliziotti che perlustrano la casa e prendono impronte, mi sembra un film.

-" Allora dovrà darmi il suo cellulare così vediamo se riusciamo a capire da dove sono arrivati i messaggi. Non ci sono segni di scasso quindi il tizio che è entrato o aveva le chiavi o ha usato qualche tecnica da esperti. Ha mai lasciato la borsa incustodita? "- chiede l'ispettore.

-" No No, è sempre con me o chiusa negli armadietti quando vado alla scuola di danza ma ce l'ha anche il mio fratellino la chiave e per quanto sia un bambino attento e responsabile non credo di poter mettere la mano sul fuoco. Per il telefono non si preoccupi ne ho un altro di scorta."- rispondo.

-" Certo, capisco. Avete dei sospetti?"- chiede.

-" Beh uno solo in realtà. Il padre dei miei fratelli. Ha ucciso mia madre e ferito me ma abbiamo verificato ed è ancora in carcere. Però ho pensato ad un complice che lo aiuta da fuori"- dico un po' agitata.

Sam Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora