-Riccio, perché Riccio?-

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Mancavano poche macchine dall'autobus da cui ero appena scesa fino a quella macchina mezza distrutta, ed ad ogni passo mi saliva un'ansia tremenda aumentata anche dal fatto che Gemma continuava a chiamarmi senza sosta.
Non volevo risponderle perché non sapevo cosa dirle, ed in più quell'ansia e quel dolore allo stomaco non mi dicevano niente di buono.
Perché quella donna continuava a gridare ad un poliziotto che lei non voleva farlo, che era stato solo uno sfortunato incidente?
Era soltanto andata addosso a quel palo vicino a dove ora si trovava la sua machina, non aveva mica fatto una tragedia...
Ma lei piangeva e si disperava comunque..

Quando fui a solo una macchina distante da quella donna e da quel poliziotto ebbi davvero paura di avanzare ancora.
Ma lo feci comunque almeno fin quando non fui fermata da due teste di cazzo chiamati poli-cazzoni.
<<Fatemi passare!!>> dissi piano.
<<Signorina, non è il suo posto q.-->> iniziò a dirmi uno di loro ma perse la mia attenzione quando due assistenti alzarono una barella da terra.
Non volli guardare più quella scena, non volevo vedere in che stato era chiunque si trovasse sdraiato su quel letto improvvisato, quindi abbassai la testa.
La vibrazione del mio cellulare, e la persona che mi chiamava insieme al motivo della sua telefonata mi fecero realizzare che io 'dovevo' vedere e 'sapere' chi c'era seduto su quella barella per lei, per me ed anche per altre persone, così rialzai il capo titubante.

E la vidi là, leggermente spostata verso la mia direzione ed ovviamente disordinata.
Riconobbi quella massa di ricci impiastrata più del solito, riconobbi quelle labbra rosse adesso spaccate e rovinate, riconobbi quel naso fine ed all'insù adesso con un piccolo graffio sopra e riconobbi quelle gote di solito rossastre mentre adesso erano bianche, pallide.
Ma non vidi i suoi occhi, quei occhi smeraldini e sempre gioiosi, non li vidi ed allora scoppiai, scoppiai in lacrime per la paura di non rivederli più.
<<Harry..>> biascicai sommessa da tante emozioni.
<<Conosce quel ragazzo, Signorina?!>> chiese l'altro poli-cazzone che mi teneva ferma.
<<Harry!!>> urlai volendo farli aprire quei suoi occhi tanto belli.
<<Lo conosce Marco, è ovvio che lo conosce!>> affermò il poli-cazzone che mi aveva parlato per primo.
<<Ma.-->> provò a replicare il secondo.
<<Grida il suo nome, Marco!!>> lo rimproverò il primo.
<<Vada da lui, Signorina, vada..>> mi disse sempre lo stesso poliziotto cercando di rimettermi sulle mie proprie gambe dato che per lo shock senza rendermi conto mi ero appoggiata a lui.
Non badai più a quei due poliziotti che rimasero a battibecchiare sul fatto di aver fatto una cosa buona o meno, ed avanzai verso i due assistenti che al sentirmi gridare il nome del ragazzo che stavano per portare nell'ambulanza posarono la barella con lui sdraiato sopra nuovamente a terra.

Mi mancava così poco per arrivare da quel riccio quando una figura visibilmente disperata mi si piantò davanti gridandomi contro cose indecifrabili di cui io riuscì a capire solo una parola, alquanto futile anche quella.
<<Signorina, mi dispiace tantissimo. Sono davvero desolata . Mi scusi non era mia intenzione, è uscito così all'improvviso ed io non sono riuscita a frenare in tempo... Chiedo perdono, chiedo Scusa.>> con parole prive di importanza e simili a queste cercò disperatamente la signora piangente di prima a far smettere le lacrime che ormai scivolavano anche sulle mie guance.
Cercai di scansarla ma lei non si spostò, cercai di spostarmi io ed arrivare da Harry ma lei mi si posizionò di nuovo davanti.
Mi stava mandando letteralmente fuori di testa.
<<Si sposti, per favore..>> la supplicai educatamente.
<<Ma io volevo solamente chiederle perdono, e dirle che..-->> iniziò di nuovo lei a parlare massacrandomi i nervi, uno alla volta.
<<Signora, non me ne importa un accidente delle sue scuse, non me ne importa un accidente di cosa ha fatto o non lei o lui!! Voglio soltanto arrivare dal riccio, e mi creda che sarei capace di farla arrivare nelle sue stesse condizioni se lei adesso non sposta il suo grosso culo da davanti a me.
Per favore, si faccia da parte perché se lui non riapre i suoi bellissimi occhi credetemi che lei anche se non gli ha mai visti gli sognerà comunque tutte le notti, come lo farò anche io !!>> sputai odio dalla mia bocca.
Uscirono parole lascive dalle mie labbra e lacrime dolorose non smettevano di lasciare i miei occhi.
Mi dispiacque non poco vedere quella signora scoppiare di nuovo in lacrime ma fui sollevata quando la vidi spostarmisi da davanti lasciandomi così la via libera per andare dal riccio.

Mi avvicinai pian piano alla barella sulla quale stava posato sopra e lo guardai per pochi secondi dall'alto prima di cadere in ginocchio davanti a lui e cercare di trattenere la miriade di lacrime che voleva ardentemente scendere dalle mie iridi scure.
Ebbi paura ma la voglia di assicurarmi che stesse almeno un po' bene era grande e fu questa che mi diede la forza di accarezzarli cautamente i suoi scuri capelli.
Erano morbidi e per quanto sembrassero disordinati erano talmente districabili.
Gli accarezzai per sbaglio la guancia destra e mi spaventai per quanto fosse bollente ma anche a causa della poca aria tiepida uscente lentamente dalle sue labbra.
Sorrisi istintivamente realizzando di aver pensato stupidamente che fosse andato.
Ma era comunque bollente , quindi di sicuro troppo bene non stava.

Gli presi la testa tra le mani e la poggiai attentamente sulle mie gambe per poi togliergli quella massa di ricci da davanti gli occhi.
Fui sollevata quando non vidi così tanti segni sulla sua faccia.
Continuai ad accarezzarli le guance, la fronte, le labbra spaccate sulle quali soffiai anche provando ad alleviargli il dolore.
Sorridevo come un ebete soltanto nel vedere alzarsi il suo petto, ma piangevo anche perché non l'avevo mai visto in quelle condizioni.

Gli accarezzai nuovamente la guancia, gli soffiai nuovamente sulle labbra e senza accorgermene una sola lacrima cadde dai miei occhi andando a bagnare la sua chiusa palpebra destra.
Volli asciugarla come facevo da almeno cinque minuti anche con le altre che erano cadute dai miei occhi bagnandoli la faccia, ma nel momento in cui il mio dito si avvicinò piano per raccogliere quella piccola goccia d'acqua delle spesse e folte ciglia si aprirono lasciando la scena ad un verde inebriante più chiaro e limpide del solito.
Mi si strozzò il respiro per quella bellezza infinita apertamisi davanti così all'improvviso e così vicina, quasi palpabile.

Sorrise ed io feci lo stesso dandogli poi un buffetto sul naso, come si fa ai bambini piccoli.
Lui arrossì di poco sorridendomi di nuovo, più ampiamente di prima mostrandomi così una fossetta nella quale infilai subito dopo l'indice per poi ridere insieme a lui in una piccola risata.
Era così bello, senza sfrontatezza, senza orgoglio negli occhi, senza sorriso lascivi sulle labbra, solo pura e semplice dolcezza mischiata al dolore.

<<Slim>> disse soltanto sorridendomi leggermente.
<<Harry>> risposi piano massaggiandoli le tempie, nel vano tentativo di diminuirgli la sofferenza.
Gli soffiai un'ultima volta sulle labbra sotto il suo sguardo meravigliato e poi lo lasciai nelle mani di quei due assistenti che dà un po' di tempo me lo volevano portare via.

{Okaay, capitolo sdolcinato, lo so, ma sono le feste 😱😱😍!!
Grazie Mille, a tutti voi che leggete, commentate e votate la mia storia.
Buone feste, e se volete farmi delle domande sulla storia o su di me scrivete nei commenti, risponderò a tutte :))
Scusate gli errori che forse troverete, ovviamente verranno corretti uno ad uno inseguito :))
Un Bacio,
Buona Lettura e
~BUONE FESTE A TUTTI ❤️❤️~}

-HopeGiXx

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