- Professore, professore! -

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Molte persone credono che una volta caduti nel vuoto si perde la ragione. E perché uno la pensa sempre così?

Molti psicologi, filosofi e tanti altre persone che dispongono o meno di una laurea in materia sono arrivati alla conclusione che una persona si precipita nel vuoto lo si fa perché tutto ciò che la circonda non è più adatto al suo essere e così l'essere umano affonda in una dimensione di rinascita dove trasforma se stesso per cercare di diventare il più campattibile col mondo esterno.

Quindi e di conseguenza possiamo considerare

il vuoto interiore di una persona come il liquido amniotico, formatosi nell'utero di una futura mamma, essenziale alla formazione del futuro bambino o bambina con una leggera differenziazione il primo serve alla formazione phsica, alla mentalità di una Persona e non alla conformazione fisica di un essere vivente come il secondo invece.>> e con questo Gemma finì il suo esame orale di ammissione all'Università di Psicologia di Roma.

Davanti a lei c'erano presenti dieci persone, sette uomini dai capelli quasi del tutto grigi sennò addirittura bianchi e due splendide donne di mezza età, tutti la fissavano e tutti avevano delle domande da farle ma quella comune a tutti era anche la più banale.

Nessuno di loro per svariati secondi non aprirono bocca e Gemma iniziò ad essere più nervosa di quanto lo fosse stata appena entrata in quella enorme stanza per tenere quel esame.

Ma, come se fosse sbucato all'improvviso da un'altra dimensione, proprio davanti alla Gemma piedistante sedeva con uno strano luccichio negli occhi un'affascinante fisico decisamente molto più giovane degli altri uomini seduti con lui a quel lungo tavolo alzò la mano destra in alto come per chiedere il permesso Gemma di parlare ed una volta avuta la conferma, poggiando i gomiti sul tavolo intrecciando le mani insieme mettendole sotto il proprio mento e peggiandolo successivamente sopra di queste, fece quella domanda la cui risposta era a dir poco attesa da altre 9 persone.

> disse il professore facendo tranquillizzare Gemma siccome la risposta alla sua domanda così esplicita e ben esposta le era comune da un po' di tempo oramai.

> rispose Gemma ed il professore innarcò un sopracciglio, quello destro per essere precisi.

> le chiese poi.

> disse Gemma ghignando sottilmente.

>

> disse la roscia e si fermò catturando l'attenzione di tutti presenti.
<<Non sono una ragazza tranquilla perché non c'è sabato sera che passi a casa guardandomi un film e non sono nemmeno serena perché sono due settimane che mio fratello ed una mia amica sono in coma al San Camillo.>> dicendo questo lei non si scompose ma fece mancare il respiro ad un povero insegnante sui sessanta.
<<Quindi ho avuto abbastanza tempo per pensare al vuoto in cui mi trovo e cercare di uscirne fuori.>>
<<Capisco.>> disse seccamente il giovane professore.
<<Sei invitata a prendere parte ai miei corsi serali dal martedì al giovedì.>> aggiunse poi.
<<Ma questo non è possibile signor De Vita, quei corsi sono esclusivi ai ragazzi del terzo anno in su!!>> gracchiò una professoressa dalla pallida carnagione.
<<Bene, allora mettiamola così: lei è esclusiva per me quindi per questa volta glielo concediamo.>> e dopo aver detto questo si alza in piedi, saluta i suoi colleghi con un discreto "Arrivederci" e fa il giro del lungo tavolo per arrivare da Gemma.
<<Ci vediamo il prossimo lunedì alle 19:00 in punto. Signorina Styles..>> saluta l'alta ragazza con un inchino in avanti per poi lasciarla guardarlo andare via.
Gemma sorrise pensando che a quel uomo mancasse di certo qualche rotella.
<<Bene, credo che qui abbiamo finito.>> un altro professore si alza in piedi facendo distogliere la roscia dai suoi pensieri.
Lei avanza e va a stringere la mano ad ognuno dei professori ancora presenti nell'aula ricevendo in cambio occhiate curiose.

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