Continuo a guardare la strada scorrere sotto il mio penny, è incredibile come un oggetto possa essere fonte di emozioni...
È stato il primo regalo di mio padre.
Ricordo la scena come se fosse incisa nella mia mente.
"Continuavo a guardare l'orologio nell'attesa delle tredici, l'ora in cui mio padre sarebbe rientrato dal suo viaggio a New York, sentivo e risentivo quel suono lo assorbivo memorizzando il numero dei rintocchi passati ad attendere il ritorno di mio padre...
Ancora, ancora e ancora.
All'improvviso sento la porta d'ingresso aprirsi, distolgo lo sguardo dall'orologio e corro per scoprire la causa di quel rumore...
Arrivata alla porta vedo un uomo con dei capelli neri , occhi azzurri e molto alto...
Mio padre con un pacchetto rosso e verde sotto il braccio,ha una forma strana.
Mi alzo sulle punte per farmi notare, lui subito mi avvolge in un abbraccio, forte e confortante come solo lui sa dare, si stacca da me e si piega sulle ginocchia.
-Giulia questo è per te, spero ti piacerà.- mi porge quel paccheto rosso e verde, con molta foga ed entusiasmo lo scarto e ci ritrovo qualcosa di mai visto prima, una tavola gialla con delle ruote, ha una forma strana si restrige a un'estremità"È uno dei pochissimi ricordi con mio padre, lui è sempre in viaggio, non mi chiama mai...
Probabilmente ha dimenticato di avere una figlia adolescente, probabilmente.
O semplicemente non gli importa di me.
Sposto lo sguardo dall'asfalto a Lux, è confusa, lo capisco; ha le sopracciglia aggrottate e lo sguardo che sfreccia su tutti gli oggetti che sorpassa.
Decido di parlare, per spezzare questo silenzio assordante.
-Lux?- attiro la sua attenzione verso di me.
-Si?- chiede con un sorriso e voce dolce.
-Nulla, odio questo silenzio... tutto qui.- sputo.
-Beh, è un momento di riflessione per me, per te lo è? - è agitata.
-Si, ma preferirei parlare con te. -
-Stavo pensando a Louis...-
-Precisamente a cosa?- sono abbastanza curiosa.
-A tutto.-
-Ti odio.- sbuffo in una risata.
-Perché?-
-Perché sei sempre cosí negativa...- le rivelo con voce stridula.
-Questa non è essere negative signorina!- si gira verso di me con uno sguardo ridicolo.
-Lo so, ma ti conosco abbastanza bene da sapere che stai pensando alla parte negativa della questione, o sbaglio?- mi rivolgo a lei con voce presuntuosa.
-No...- Sta mentendo.
-Okay, si ma non è essere negativi sai?È osservare tutti gli aspetti della questione. -
-Lux sei negativa ammettilo, non puoi negarlo è evidente.- insisto.
Cederà.
-Okay forse un pochino...- ecco.
-Solo un pochino...-sbuffo in una risata.
-Muoviti, Alcott non aspetta i nostri comodi sai?!- mi toglia il penny dai piedi, mi afferra il braccio e inizia a correre frettolosamente facendomi inciampare un paio di volte.
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It seems like paradise.
Teen FictionGiulia è un'adolescente diversa dalle altre. Ha una migliore amica di nome Lux, sono legate da anni di amicizia e avventure. Hanno deciso di trasferire i loro studi a Milano, la città più disponibile per la loro facoltà di lingue. Harry un amico di...