Capitolo 26

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Stiamo camminando così tanto che, ormai, faccio fatica anche a rimanere in piedi. Mi mancano il caldo e le comodità della casa dei Secretis. In questo momento non riesco a pensare a nient'altro. Io ed Ivan ci sorreggiamo a vicenda per evitare di scivolare sulla lastra di ghiaccio che si è formata. C'è una tempesta di neve che rischia di spazzarci via, ma non possiamo fermarci, sentiremo ancora più freddo. Ho avvolto Ivan nella coperta che porto sempre su Kanden, ho paura che per lui questa temperatura sia insopportabile. Spero che i soldati siano rifugiati al caldo, perché se dovessimo incontrarli potrebbero avere la meglio su di noi. Siamo troppo deboli per combattere, i dolori ai piedi diventano sempre più acuti. Cerco di mantenere la calma pensando al nostro prossimo obiettivo. Ci stiamo dirigendo verso "Le Acque Magiche" dove incontreremo il Guardiano delle Acque da cui prenderemo la terza chiave, quindi saremo più o meno a metà della nostra missione, o almeno credo. Voglio essere positiva nonostante la situazione sfavorevole nella quale ci troviamo.

Si presenta un grande problema a cui non avevo pensato prima, siamo al confine tra una zona nera ed una rossa.

-Ivan, dobbiamo cambiarci i vestiti, adesso!-.

Il ragazzo, che trema dalla testa ai piedi, scuote la testa con decisione. Rifiuta la mia idea, ma non può farlo, è fondamentale non destrare sospetti. So che fa troppo freddo, soprattutto per lui, ma ho un'idea.

-Niente storie, si fa come dico io-.

Lo aiuto a togliersi la coperta e poi il maglione.

-Devi indossare questi sopra i vestiti-. Gli porgo gli indumenti kandeniani. In questo modo non deve spogliarsi e starà anche più al caldo. Faccio la stessa cosa e con più strati addosso mi sento meglio.

Ivan mi sorride. -Sei geniale!-.

Ricambio dopodiché mi appoggio nuovamente a lui per riprendere il cammino. Non ho mai capito il motivo, ma quando ti fermi il dolore che provi sembra diventare più acuto e poi è difficile ritornare a muoversi.

-Basta. non ce la faccio più-. Tutta la mia positività, infatti, sembra essere scivolata via con una sola frase.

Questa volta è Ivan a darmi forza. -No, dobbiamo andare avanti, almeno fin quando non smetterà di nevicare-.

So che ha ragione, ma adesso non è solo il mio corpo a voler mollare, ma anche al mio cervello piacerebbe prendersi una paura o addirittura sventolare una bandiera bianca in segno di resa.

-Non siamo arrivati fino a qui per morire tra la neve-.

Provo a trarre forza da questa frase pronunciata da Ivan. È così saggio e riflessivo, è davvero unico. Nonostante tutto, sono felice che ci sia lui al mio fianco durante questa dura missione, ma avrei voluto scegliere nessun altro. Mi conosce, sa cosa mi serve per farmi andare avanti. In fondo, preferisco essere in questa situazione, al gelo e dolorante, ma con lui piuttosto che a scuola tranquilla, ma senza Ivan. Siamo due rocce che si fanno forza a vicenda, da soli o con qualcun altro ci saremmo già arresi. Ne sono consapevole.

Trasciniamo i piedi ghiacciati, non mi sto più muovendo con i passi, servono troppe energie che non ho. Ivan, invece, si sta lentamente piegando in due senza rendersene conto. Aumento la presa sul suo braccio e trovo il modo per sostenere meglio il suo corpo.

-Cosa fai?-. mi domanda, sorpreso -Anche tu sei stanca-.

-Non preoccuparti, io ce la faccio. Appoggiati a me-.

Anche io so essere dolce, caro Ivan. Sto male, ma lui è messo peggio perché il Polo A non è il suo habitat naturale.

Non glielo confesso, ma ho tanta paura che possa succedergli qualcosa di brutto. E se perdesse i sensi? Se incontrassimo i soldati? Spero con tutta me stessa che smetta di nevicare, ma il cielo cerca di farmi capire che la realtà è ben diversa dai miei desideri. Non permetterò ad Ivan di farsi del male, dobbiamo ritornare a casa, sulla Terra. Non importa se perdiamo del tempo, ma qui c'è in gioco la nostra salute e dobbiamo salvaguardarci. Non possiamo andare avanti così a ungo, è umanamente e, forse, anche kandenianamente impossibile. Ivan, però, si ferma e si svincola dalla mia stretta. Entrambe le braccia sono stese davanti a lui che sembra parecchio concentrato. Un fuoco appare dal nulla.

Kanden - Il Pianeta Dei Poli OppostiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora