Capitolo 3

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Niente e nessuno mi fermerà dal raggiungere il mio obiettivo. Un altro giorno di scuola è iniziato e sono pronta a parlare con Ivan. Non vedo l'ora di ritrovarmi faccia a faccia con lui ed affrontare il discorso, una volta per tutte.

"Oh no, adesso no". Gianluca si sta avvicinando a me, raggiante come al solito. Mi fa un occhiolino, poi mi abbraccia sollevandomi da terra.

-Sei felice per qualcosa in particolare?-. Chiedo, sospettosa.

-Sì, principessa-.

Ci risiamo con i nomignoli; questa volta faccio finta di niente, non voglio smorzare il suo entusiasmo.

-Sono stato preso nella squadra ufficiale di calcio della città...da titolare!-.

A quelle parole, comincio a saltellare ridendo e lo stringo forte tra le mie braccia. So quanto ci tenga, è da tre anni che prova ad entrarci e sono felice che ci sia riuscito. È un sogno che si avvera per lui.

-Congratulazioni!- lo guardo negli occhi per alcuni secondi -Non so cosa dire, veramente. È una notizia troppo bella-.

Lisa ci vede da lontano. Anche lei è contenta, probabilmente ha già appreso la notizia. Gli corre incontro e si getta a capofitto su di lui. Gli da un bacio sullo zigomo lasciandogli il segno del rossetto rosa cipria. Dovrei arrabbiarmi e invece non provo neanche un pizzico di gelosia. Rimango delusa da me stessa. Non sono l'unica, anche Gianluca si aspetta una mia reazione, ma non ce l'ho e non mi va di fingere. Sa che non lo amo, quindi non dovrebbe stupirsi. Ci guardiamo negli occhi con le fronti corrugate.

-Lo so, tranquilla. Prima o poi sarai gelosa di me, ma non ti metterò pressione-. Sembra leggermi nel pensiero.

Sorrido e gli lascio anche io un bacio sulla guancia. Più intenso di quello di Lisa. Nel caso ve lo stiate chiedendo, a Lisa piace Gianluca, ma a lei piacciono tutti i ragazzi.

La campanella suona e siamo costretti a dividerci. Entro in classe e per fortuna Ivan oggi è venuto a scuola. Non mi guarda, è impegnato a scrivere. Non è da lui. Non incrocia il mio sguardo neanche per un attimo. Sembra tranquillo e spensierato, in realtà è una maschera. Lo conosco, so quando la sua calma è solo apparente. La professoressa entra in classe. Sono obbligata ad aspettare l'intervallo per parlargli. Cercherò di resistere, anche se l'agitazione sta già salendo.

A fine lezione, tutti si dirigono verso l'uscita. Amanda è appoggiata allo stipite della porta in trepidante attesa. Oggi, però, ho altri piani in mente.

-Vai!-. Le sussurro. Dapprima cerca di convincermi a raggiungerla a gesti, poi recepisce il messaggio e mi fa un occhiolino. La osservo mentre su dirige in corridoio.

Mi avvicino lentamente ad Ivan. L'aula è vuota, a parte noi due. Credendo di essere solo, lascia cadere la maschera e inizia a respirare affannosamente, ha l'aria distrutta ed esausta. Appoggio una mano sul suo banco, lui slitta indietro con la sedia fino a toccare quello dietro di lui. Ha gli occhi blu fuori dalle orbite. È spaventato da me. Non m'importa, dobbiamo chiarire una volta per tutte.

-Ivan...- la mia voce trema e non riesco a nasconderlo -dobbiamo parlare-.

Non risponde, allora diminuisco ulteriormente la distanza posizionando entrambe le mani ai lati del ragazzo in modo da creare una gabbia per non farlo scappare. Lo fisso intensamente negli occhi, ma lui cerca di guardare altrove.

-Parlami-.

Con mia enorme sorpresa, il banco a cui mi sono appoggiata si frantuma in mille pezzi. Indietreggio terrorizzata, mi guardo le mani non capendo come ci sia riuscita. Ivan ne approfitta e scappa per l'ennesima volta.

Kanden - Il Pianeta Dei Poli OppostiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora