Capitolo sei

133 18 23
                                    

<<Detective Moore, tutto bene?>>

Julian si riscosse e guardò Kate e Matt che lo fissavano preoccupati. Se avesse detto loro la storia di Elizabeth non avrebbe potuto non menzionare Hevan e tutte le conseguenze che si erano create.

<<Sai perché questo centro fu chiuso? Avevano dei sospetti?>>

La donna scosse la testa.

<<In quella struttura venivano mandate persone davvero problematiche, di cui anche gli stessi familiari non potevano o volevano prendersene cura. Nessuno sospettava delle loro morti. Quando ho visto il volto del dottor Pierce mi sono ricordata di un vecchio articolo su un giornale e ho trovato questo. Detective, non sono coincidenze. Forse abbiamo a che fare con un serial killer, ma occorrono prove più concrete>> disse Kate.

Julian annuì e guardò ancora le foto, quella di Elizabeth catturava il suo sguardo.

<<Non possiamo arrestarlo basandoci su ciò che abbiamo scoperto. Come hai già detto, servono prove più concrete e potrebbe avere dei complici. Quando un serial killer ha dei seguaci le cose si fanno più pericolose>> rispose Julian.

<<Dobbiamo prima di tutto capire cosa ha iniettato a quelle persone>> disse Matt.

<<Dobbiamo capire se quelle persone sono davvero state uccise, Matt>> ribatté l'altro.

<<Posso fare delle ricerche sui vari veleni, anche se sarà dura perché esistono di natura sia animale che vegetale capaci di fare quello>>
<<Arsenico e cianuro?>> domandò Matt.

<<Può essere, uno dei due sparisce senza lasciare tracce nel sangue dopo pochi minuti ma i sintomi sono diversi>>
<<Signora Harris, se davvero fosse lui il killer è pur sempre un medico. Può diluire il veleno con qualsiasi cosa>>

Nella stanza calò il silenzio e Kate si torceva nervosamente le mani. Erano vicini, se lo sentiva.

<<Cosa facciamo, Julian?>> domandò Matt.
<<Esaminare le cartelle cliniche delle persone morte in quel centro>>
<<Cercherò di averle>> disse Kate.

<<No, la ringrazio, ma devo andare io. Non posso metterla in pericolo>>
<<Vuoi andare a New York?>> domandò Matt.

Il detective annuì e si alzò dalla sedia, Kate guardò la foto che aveva catturato l'attenzione di Julian.

<<Conosceva questa donna?>> gli domandò.
<<No>> rispose.
Kate fece finta di credergli e Matt non capì nulla, Julian aveva risposto troppo velocemente.

<<Io voglio aiutarvi>>
<<È troppo pericoloso, specie se c'è di mezzo un killer>>
<<Mio nonno è stato ucciso>> ribatté.
<<E rischia anche lei!>> sbottò.

La donna lo guardò in modo duro e Julian sospirò.
<<È un civile, non posso farla rischiare>>
<<So che sta facendo il suo dovere ma ho portato prove abbastanza grosse. Purtroppo non so cosa ne sia stato di quelle cartelle, parliamo di oltre vent'anni fa>> rispose.

<<Magari gli infermieri che lavoravano in quel posto>> disse Matt.
<<Farò delle ricerche>>
<<Allora io mi occupo del veleno>> disse Kate.
<<Massima cautela>> puntualizzò Julian.

<<Ma non parleremo con Pierce?>> chiese Keller.
<<Non ora, probabilmente ha capito che sospettiamo qualcosa. Dobbiamo muoverci in fretta ma in modo prudente>>
<<E se ci fossero altre vittime?>>

<<Ne dubito, signora Harris. Hanno attirato troppa attenzione, un'altra vittima confermerebbe le nostre teorie e loro non sono così stupidi da farlo>>
<<Forse l'infermiera Stewart è sua complice>> mormorò la giovane recluta.
<<Può essere>>

Kate aveva gli occhi lucidi e sentì un brivido gelido attraversarle la schiena.
<<Come possono esserci persone così? Ho visto tante cose nella mia carriera giornalistica ma...>>

<<Si meraviglierebbe di quanti casi ho visto io. Persone perfette, con un lavoro e una famiglia perfette, che si rivelano i peggiori depravati>> rispose Julian.

Matt sapeva a cosa si riferiva. Quattro mesi fa avevano arrestato un professore universitario che ricattava delle ragazze chiedendo loro favori sessuali in cambio di ottimi voti e un futuro fantastico. Era un uomo molto stimato nel suo ambiente, per questo lo shock fu grande quando venne arrestato.

Che dire poi dell'azionista? Avevano trovato moltissimo materiale pedopornografico nel suo portatile e fu la prima volta che vide Julian perdere il controllo. Aveva rotto il naso dell'uomo con un pugno. Niente è come sembra, gli aveva detto. Secondo Matt erano proprio quelli più perfetti a nascondere vari scheletri nell'armadio.

<<Quando intendi andare a New York?>> gli domandò.
<<Domani>>
<<Io sono di New York, posso davvero aiutarti>> insistette Kate.

Julian alzò gli occhi al cielo, ma alla fine accettò.

************************************

<<È una storia inquietante>> disse Amber.
<<Non lo nego>>

Julian era seduto sulla sedia accanto al letto della Lopez, domani sarebbe stata dimessa. Osservò il piccolo Alejandro giocare con una lunga ciocca di capelli di sua madre.

<<E quindi domani andrai a New York con questa ex giornalista a indagare?>>
<<Precisamente a cercare le cartelle cliniche dei deceduti per infarto>>
<<E lei è carina?>> domandò sorridendo.

Julian alzò gli occhi al cielo, sapeva dove voleva arrivare.

<<La signora Harris è felicemente sposata e madre di due bambini. Non potrà mai esserci nulla, Amber>>
<<Oh, peccato>> disse delusa.

<<Sei incorreggibile>> le disse pizzicandole la guancia.
<<Guarda che anche tu dovresti mettere su famiglia>>
<<Non è nelle mie priorità, in questo momento sono solo concentrato sul caso>>

<<È un vero peccato che non possa aiutarti, io amo questi casi>> borbottò.
<<Lo so>> rispose ridacchiando.

Ci fu qualche minuto di silenzio.

<<Allora è carina?>>
<<Amber>> disse esasperato.

La Lopez ridacchiò, adorava punzecchiarlo. Ma Julian stava pensando ad Elizabeth. Se i sospetti si fossero rivelati fondati cosa avrebbe fatto? Lo avrebbe detto a Hevan? Aveva il diritto di sapere. Tutto era un gran casino.

---------------------Note dell'autore---------------

Sospetti inquietanti prendono largo e vedremo cosa scoprirà Julian a New York.

La resa dei conti (Sequel dell'Ultima sfida)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora