34 ─ 𝐰𝐡𝐚𝐭 𝐮 𝐜𝐚𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭

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[scritto il 7/08/2020]

revisionato 17/04/2024

Taehyung in prima persona.

La giornata iniziò con il temporale, il clima cominciava radicalmente a cambiare trasportando con sé Settembre.

In quel momento ero sopra alla mia scrivania a finire qualche compito che non avevo avuto voglia di fare, e siccome stava per iniziare la scuola ancora una volta volevo mettermi pari con l'anno successivo.

Il mio cuore era in subbuglio: mi sembrava che tutto fosse tornato a qualche anno fa, quando tutto era buio e incomprensibile.

Per non parlare di ciò che avevo sentito da parte di Jimin l'altro giorno… oh e Jungkook.

Da quel giorno, con il moro ero diventato piuttosto timido. forse perché avevo finalmente ammesso a me stesso che provavo qualcosa per lui e che valeva del mio tempo.

Vedere le sue ciglia incorniciate dalle lacrime mi aveva fatto sentire in colpa. come se gli avessi fatto qualcosa di terribile, e non riuscivo a perdonarmelo.

cosí, mi ero imposto una cosa: basta scappare. Io ero ancora innamorato del moro e stavolta ero determinato a farmi conoscere, a conoscere lui, accettarlo e di conseguenza farmi accettare.

che fosse cascato il mondo, Jeon Jungkook sarebbe diventato mio, anche se avrebbe continuato a scappare; stavolta sarei restato e lo avrei rincorso. sapevo che c'era qualcosa che bloccava il moro.

Con la stessa determinazione appunto, anche con un tempaccio che minacciava solo di lanciarmi via, stavo camminando verso casa sua. A riprovare, a cercare risposte.

volevo conoscere Jungkook proprio come la via di casa sua. Volevo essere il suo punto di riferimento, come lui lo era sempre stato con me quando ero io quello a respingerlo ogni volta.

per un minuto mi spaventai quando vidi uscire di corsa Yoongi dalla porta, ma quando mi vide mi fece solo una faccia sorpresa.

"Taehyung ma che cosa cazzo stai facendo fuori, non vedi che sta diluviando?!"

"potrei chiederti la stessa cosa!"

"io ho la macchina cretino!"

"nessuno è perfetto!"

misi il broncio e lui sbuffó, "muoviti entra dentro, io ho delle commissioni da fare, sentiti pure a casa tua"

"lo prendo come un favore per tutte quelle sere che mi hai invaso casa per colpa di Jimin"

"certo"

ridacchiammo entrambi e lui poi se ne andò. Dalle scale vidi uscire Namjoon con una birra nelle mani e si fermó a guardarmi.

"Ciao Taehyung, da quanto tempo che non ti vedo, come ti butta?"

"a parte i miei vestiti, il resto butta bene"

"si, in effetti ti vedo cambiato"

annuí per poi vederlo entrare completamente in salotto e sedersi sul divano.

Ero interdetto se andare in camera sua o meno.

"cerchi lui vero? non penso che tu sia qui per dire a Yoongi che Jimin ha bisogno di lui"

mi disse prendendo poi un sorso della sua birra e io lo guardai confuso

"come sta?"

"perché non vai a vedere tu stesso?"

Deglutì, per poi salire le scale, sentendo dei piccoli sbuffi e entrai nella sua camera aprendo leggermente la porta.
Mi ritrovai di conseguenza un Jungkook arrotolato nelle coperte che piangeva come un bimbo.

uragano di stelle. | TAEKOOK ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora