Non riesco ancora a credere a ciò che è appena successo, quello che ho vissuto non può essere reale, è stata tutta una scarica di adrenalina, energia pura, brividi che percorrono il corpo, è stato sudore, è stata una vibrazione che mi ha scosso da dentro, un'emozione della quale mi sono resa conto solo dopo che è finita. Quando da piccola mi chiedevano cosa volessi fare da grande, io rispondevo "voglio diventare una ballerina famosa" e nella mia testa già mi vedevo nei più grandi palcoscenici d'Europa ad eseguire pezzi classici in tutù d'organza e calzamaglia, a danzare sulle note de 'Lo Schiaccianoci', mentre una folla commossa mi applaudiva. Crescendo, quando me lo richiedevano, rispondevo: "voglio danzare nei teatri Kabuki del Giappone" e allora mi immaginavo con larghi kimono colorati, la pelle ricoperta da cipria bianchissima e le labbra rosse rosse, pronta ad emozionare la gente nipponica, sebbene fossi un'occidentale. Non sono un'attrice Kabuki e nemmeno una ballerina di danza classica, sono qualcos'altro e qualsiasi cosa sia, non me lo sarei mai aspettato, mai avrei immaginato che un giorno sarei finita dall'altra parte del mondo per far parte del corpo di ballo della band asiatica più famosa degli ultimi anni e anche se è successo tutto così in fretta, anche se non me lo sarei mai immaginato, mi piace. I ragazzi sono stati magnifici, hanno deciso che i concerti da tenere in America Latina avrebbero avuto inizio con 'Airplane' e stasera, infatti, quella canzone ha dato il via ad un evento magico. Noi ballerini abbiamo introdotto la band come eravamo stati preparati a fare, poi ad uno ad uno, nei loro stupendi completi bianchi, son venuti fuori i ragazzi, ma non tutti, solo Jimin, Jin, Suga, V, J-hope e RM, Jungkook è sbucato fuori qualche minuto dopo degli altri che si sono disposti in due file, come a formare un corridoio, nel mezzo del quale ha sfilato Jungkook con una rosa tra i denti, per poi sedersi su una sedia in mezzo al palco e iniziare a cantare 'Airplane'. La folla era letteralmente in delirio, di fronte al palco si estendeva un tappeto enorme di gente urlante, qualcuno piangeva per l'emozione, tutti cantavano a squarciagola e di tanto in tanto ripetevano il ritornello inventato dagli stessi fans, composto dai nomi dei loro idoli e da quello della band: "Kim Namjoon, Kim Seokjin, Min Yoongi, Jung Hoseok, Park Jimin, Kim Taehyung, Jeon Jungkook, BTS" gridava molto spesso la folla all'unisono, agitando in aria la army bomb, cioè quel piccolo oggetto, simile ad uno scettro che termina con una sfera di luce, che serve proprio ad illuminare le notti come queste, nella quale si viene a fare festa, nella quale si viene per realizzare il sogno di trovarsi davanti ai propri idoli. I ragazzi hanno eseguito un brano dopo l'altro, di tanto in tanto interagivano col pubblico che strillava per loro, i Bangtan si sono proprio divertiti, è stato emozionante per i fans ma anche per loro. Si sono cambiati spesso d'abito, in base alla coreografia da eseguire, non in tutte hanno avuto bisogno del supporto del corpo di ballo, ci sono stati diversi momenti in cui si son ritrovati da soli, in intimità con i fans, è giusto così del resto e noi sparivano dietro il sipario per riapparire al momento opportuno. I Bangtan si sono scatenati per tutta la sera, intonando i pezzi e ballando fino allo sfinimento e anche noi ci abbiamo dato dentro di brutto per far fare loro una bella figura, per rendere questa serata indimenticabile. Ho dato tutta me stessa, mi sono impegnata e mi sono anche divertita, gli schiamazzi della gente, anche se non rivolti a noi ballerini, ci hanno comunque caricati parecchio, siamo stati in gamba, sappiamo di aver fatto bene il nostro lavoro. Siamo scesi da quel palco con le gambe tremanti ma col sorriso sulle labbra, i ragazzi avevano il fiatone, si sentivano stremati ma erano felici e si sono abbracciati, io li ho guardati, il loro entusiasmo mi ha fatta sorridere, sono una bella squadra, non dei semplici compagni, sono più che amici, sono fratelli, il bene che si vogliono è immenso e anch'io sento di voler loro molto bene. Avrei voluto complimentarmi con loro ma non potevo avvicinarmi, ho seguito i miei colleghi, bisognava rientrare in hotel e anche i Bangtan dovevano tornare nel loro albergo, erano sfiniti, avevano bisogno di riposo. Ho aspettato il mio turno per fare la doccia, adesso siedo nel letto col telefono in mano, vorrei mandare una nota vocale a Viola ma poi ci ripenso, è meglio non anticiparle nulla, voglio che lei non sappia cosa l'aspetta, in modo da godersi meglio il suo momento. Mi sdraio sul letto e guardo il soffitto, santo cielo, è accaduto proprio a me? Forse me ne renderò conto meglio via via che terremo gli altri live, mi eccita pensare che mi aspettano tante serate come questa, mi rende estremamente trepidante. E' strano, ma è come se all'improvviso sentissi che questo è ciò che ho sempre voluto fare anche se non è così, mi sento come se non desiderassi altro che ballare per tutta la vita assieme ai Bangtan, che mi sta succedendo? "Mia" chiama una collega ballerina, in questa stanza siamo in quattro: Minhyung, io e due ragazze con le quali non ho mai nemmeno parlato perchè non riusciamo a comprenderci, è una di loro due che ha appena pronunciato il mio nome, Minhyung è appena uscita dal bagno con addosso l'accappatoio, "Mia" ripete la mia collega incomprensibile, è ferma davanti la porta aperta della nostra camera, dice qualcosa ma non riesco ad afferrare, "qualcuno ti aspetta di sotto" traduce Minhyung, io inarco un sopracciglio, "chi mai vuoi che mi attenda a Buenos Aires?" faccio io, Minhyung fa spallucce, alla porta, di fronte alla mia collega, c'è un tipo mai visto prima, "questo tizio dice che devi cambiarti e scendere nella hall" traduce ancora Minhyung, "e perchè mai?" domando, "cosa vuoi che ne sappia, coraggio, togliti il pigiama e va a vedere" risponde Minhyung, l'altra ragazza chiude la porta, io afferro alcuni vestiti e mi chiudo in bagno, Minhyung a volte ha gli stessi atteggiamenti di Viola, me la ricorda moltissimo, intanto la quarta ragazza, che è rimasta zitta per tutto il tempo ad osservare la situazione, esclama qualcosa, non riesco a comprendere molto di ciò che dice, ma ho sentito che ha menzionato i Bangtan. "Vado a vedere di cosa si tratta" dico alle ragazze, "ordinate qualcosa anche per me" chiedo, nessuno di noi ha ancora cenato nonostante sia tardissimo, non possiamo mangiare durante le prove, prima dei live per evitare che ci si gonfi la pancia, quindi siamo tutti a stomaco vuoto, spero solo che ordinino qualcosa di commestibile, questi coreani hanno un'alimentazione davvero strana. Ad aspettarmi, nella hall, c'è lo stesso ragazzo che ha bussato in camera, ora che lo guardo meglio, mi pare sia uno della sicurezza, che ci fa qui? "I'm sorry" faccio io, come avessi commesso qualcosa di sbagliato, "please, come with me" dice, vuole che lo segua fuori dall'hotel, "what's happening?" domando, cosa succede? Il tipo non parla più ed io non ho bisogno di risposte perchè noto che mi conduce sino alla macchina dai vetri oscurati dove immagino già chi ci sia. "Come on, Mia" esclama Hobi abbassando di poco un finestrino, "che cosa? Ma siete matti?" faccio io, ma mi lascio sfuggire una risatina e corro verso l'automobile, dove Hoseok mi ha già aperto la portiera. "Hi, little sister" mi saluta Jin, io scuoto la testa e rido, "hai fame, vero? Beh, noi si, tantissima. C'è un posticino che ci hanno riservato, faremo aggiungere un posto in più" dice, "cosa? Ma, ragazzi, avreste dovuto avvisarmi, guardate come sono conciata" esclamo, non pensavo sarei dovuta uscire dall'hotel, mi sono infilata i jeans chiari, strappati alle ginocchia, la canottiera bianca e la camicetta di jeans, aperta a mo di giacca, sono gli stessi vestiti che indossavo prima cambiarmi per mettere quelli di scena, in più le mie adidas superstars sono così vecchie e sporche da sembrare che abbia giocato a calcio in mezzo alla fanghiglia. "Sei bellissima lo stesso" fa Hobi, stringendomi una mano, immagino quanto possa essere bellissima, con la coda di cavallo scombinata e il viso completamente struccato, "è vero, sei bellissima" ripete Namjoon ma lo fa con un tono di voce pacato, intenso, serio che per un attimo mi fa credere che sia vero, "grazie" rispondo un pò in imbarazzo, so che sto arrossendo, i ragazzi infatti ridacchiano di me, "Hobi e Joonie ci provano con Mia" esclama Jungkook, " ti sbagli" mi affretto a dire io, "si si, come no" scimmiotta Kookie, ne Hobi ne Nam però smentiscono. In tutto ciò, Sejin se ne sta zitto ad osservare la scena con occhi pieni di disappunto, il mio sguardo incontra il suo e il mio sorriso si spegne, "Sejin non ti rimprovererà" si affretta a spiegare Jimin, "ha promesso che ti lascerà venire ovunque noi vogliamo", "davvero?" mi stupisco io ma più per il fatto che i ragazzi desiderano che io li segua ogni qual volta vogliono la mia compagnia che per il fatto che Sejin si sia dimostrato d'accordo, "sei diventata la nostra piccola mascotte, lo abbiamo deciso stasera stesso" annuncia Tae, "mangerai con noi, trascorrerai con noi tutto il tempo che vuoi, insomma, non te ne starai con gli altri ballerini, ovviamente se a te sta bene" dice, io sono ancora troppo scossa per rispondere ma si, certo, ovvio che mi sta bene, non può farmi che piacere, con loro mi diverto un mondo, anche se posso solo immaginare cosa si metteranno a dire i miei colleghi, inizieranno presto a parlare alle mie spalle, ma in fondo, cazzo, chissenefrega! Alzo gli occhi, il mio sguardo incrocia quello di Nam, io gli sorrido, lui allunga una mano e mi sfiora la guancia, "Joonie" lo richiama Yoongi, "ricorda che abbiamo un accordo. Siamo scesi a compromessi con Sejin per lasciare che Mia possa frequentarci liberamente" dice, io non so che patto abbiamo stretto, ma prendo atto del fatto che potrò vedere Nam tutte le volte che mi va. Lo so, lo so, è sbagliato formulare questo tipo di pensieri ma ho come l'impressione che molte cose stiano cominciando a cambiare dentro di me; si, Namjoon mi piace, ma non so se mettere un freno a questa storia o no.
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Sorry, I love you~
Fanfiction-Mia è finita in Corea per lasciarsi tutto alle spalle, per ricominciare, per redimere il suo senso di colpa. Non immaginava certo che potesse finire per innamorarsi.- Dal capitolo 11: "lui è innamorato di te, ma non è il solo. Io non posso ferirlo...