Capitolo 20

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E li ho visti fremere dall'emozione prima di salire per l'ultima volta sul palco, li ho visti carichi ed eccitati perchè si trovavano finalmente nella loro città, a proprio agio, a casa loro, li ho visti scambiarsi sorrisi e parole d'incoraggiamento, li ho visto battersi il cinque, strizzarsi l'occhio, punzecchiarsi le guance, stuzzicarsi a vicenda per ingannare l'attesa del momento. Ho ascoltato ancora una volta quel coro di nomi: "Kim Namjoon, Kim Seokjin, Min Yoongi, Jung Hoseok, Park Jimin, Kim Taehyung, Jeon Jungkook, BTS", ho ascoltato tutto il fragore proveniente dalla folla in deliro, dalla gente impaziente di vederli, ho ascoltato l'urlo esploso sotto al palco quando loro si sono finalmente fatti vivi, ho ascoltato tutte quelle voci cantare all'unisono e urlare di gioia, ho visto quelle migliaia di sfere illuminate risplendere nella notte, ho avvertito tutto il calore dei fans e la loro commozione, ho avvertito la gioia dei Bangtan, ho notato tutto l'impegno che ci hanno messo, quanto siano andati altre, quanto abbiano interagito col pubblico e quanto amore abbiano donato a tutte quelle persone. Li ho sentiti cantare, li ho visti ballare, ho fissato i loro sorrisi e il modo in cui si sono abbracciati una volta finito tutto, ho osservato le loro lacrime, ho constatato quanto forte sia il legame che li unisce e dopo aver preso atto di tutto questo, dopo essermi resa conto di essere giunta alla fine di un sogno magico durato per mesi, sono scoppiata a piangere anch'io. Non ero triste per ciò che era appena finito, al contrario, il mio cuore batteva per tutto ciò che avevo vissuto, le mie erano lacrime di riconoscenza per tutto quello che c'è stato, erano come un grazie per aver avuto l'occasione di far parte di tutto questo, un grazie per aver avuto la possibilità di fare la conoscenza di sette splendidi ragazzi e di altre brave persone che compongono l'entourage dei Bangtan Boys, un grazie per aver avuto modo di girare il mondo facendo ciò che più amo e cioè ballare, un grazie per il fatto di averlo potuto fare assieme a dei ragazzi stupendi come loro, un grazie a queste sette creature così speciali che per me hanno sempre fatto tanto, un grazie a Dio per averli messi nel mio cammino, per averli introdotti nella mia vita, per avermela resa migliore grazie a loro, ai sorrisi che mi hanno regalato, alle parole che mi hanno dedicato, ai loro gesti, le loro premure, la loro bontà, un grazie infinito all'universo intero che mi ha fatto capire di cosa avrei avuto bisogno, quale sarebbe stata la mia strada, al fianco di chi avrei dovuto camminare, un grazie al cielo o forse a mia sorella Sara, chissà, che ha collocato nel mezzo del mio cammino il ragazzo del quale mi sono innamorata, colui che è riuscito a far palpitare nuovamente il mio cuore ricoperto di graffi, colui senza il quale non riuscirei più ad andare avanti. I ragazzi hanno percepito i miei sentimenti, hanno allargato le braccia ed io mi sono tuffata letteralmente su di loro per farmi stringere ai loro petti che sono diventati la mia casa, il mio rifugio sicuro. In quel momento non mi è più importato di nulla, ho smesso di pensare a cosa avrebbe potuto riservarmi il futuro, di avere paura del domani, contava solo il presente, custodito nel loro abbraccio e avrei voluto che durasse per sempre.

Il sole filtra dalle tapparelle, la stanza è semibuia ma all'interno si riversa tutto un gioco di scie luminose che penetrano da fuori attraverso gli infissi, dall'esterno provengono i suoni del mattino ma noi non li stiamo ad ascoltare; il letto è completamente disfatto, il lenzuolo che ricopre il materasso è arricciato e stropicciato in fondo al letto, l'altro lenzuolo, invece, è interamente rovesciato per terra. Con gli occhi socchiusi, guardo in basso e respiro lentamente, molto lentamente, la bocca si schiude, le sopracciglia si aggrottano, sollevo le mani, intreccio le dita ai suoi capelli, i suoi occhi grandi mi fissano, di lui riesco a scorgere solo lo sguardo, la fronte e le mani che mi hanno afferrata per le cosce, tenendomele leggermente divaricate. Namjoon gioca dentro me con la sua bocca, io inarco la schiena, inarco il collo, sollevo il mento per aria e rilasso il corpo solo quando sento le sue labbra posarsi altrove, bacia il mio ventre, l'addome, fra i seni, il collo, trova la mia bocca, io sento il suo e il mio sapore, mentre le sue mani accarezzano le mie spalle. "Ora tocca a me" sussurro, Nam rimane in ginocchio sul materasso, io osservo per un momento la sagoma del suo corpo perfetto, accarezzo i suoi pettorali, gli addominali, mi sdraio sul letto a pancia in giù e decido di restituirgli il piacere che lui ha donato a me. Lo sento gemere, i suoi lamenti mi fanno impazzire e inizio a fare sempre meno piano finchè mi rendo conto del fatto che comincia ad andare fuori di testa, allora mi fermo, lui si sdraia velocemente e in un attimo mi ritrovo sopra di lui, con le sue mani che mi stringono le natiche. Mi muovo un pò da sola, un pò è lui a spingere il mio corpo avanti e indietro, si innalza con la schiena, mi attira a se con le braccia, mi morde un lobo, sta ammattendo, io mi aggrappo con le unghie alla sua schiena, mi lascio sfuggire un grido, alle mie orecchie arrivano i versi di Nam che mi mandano in bestia, poggio la fronte contro la sua, lui posa la sua bocca sulla mia, ci lasciamo trasportare dalla frenesia senza capire più nulla, facciamo sempre più forte e veloce, conficco le mie unghie sulla sua carne perchè sento di aver raggiunto l'orgasmo, Namjoon mi fissa in silenzio senza smettere di muoversi, poi si blocca di colpo, si sfila da sotto di me e si lascia andare e allora sono io che resto a guardare la sua faccia contorta in una smorfia di beatitudine. Esausta mi sdraio a pancia in su sul materasso, Namjoon si stende accanto a me, dovremmo alzarci e darci una ripulita ma ci sentiamo sfiniti. "Good morning" mi saluta lui, "good morning" faccio io e gli sorrido, "good morning" esclama qualcuno da fuori la nostra stanza, è Jin, "fate piano, maledetti, quanto casino ogni volta" si lamenta Yoongi dall'esterno, Nam ed io scoppiamo a ridere, intanto giungono a noi degli schiamazzi, sono Tae e Chim che corrono a tuffarsi in piscina, "se non vi sbrigate, Kookie farà piazza pulita dell'intera colazione" ci avverte Hobi. Nam ed io decidiamo finalmente di darci una mossa. Il tour si è concluso da diverse settimane ormai ed è quindi iniziato il lungo periodo di riposo per i Bangtan. Attualmente è a Saipan che ci troviamo, una splendida isola asiatica, in un villaggio turistico che crea molto l'illusione di essere finiti ai tropici, un posto carinissimo interamente riservato ai Bangtan, un piccolo paradiso terreste nel quale rilassarsi; il bello di queste isolette è proprio il fatto di sentirsi in piena estate, con il clima piacevole e la giusta temperatura da vacanze anche a febbraio. Questa sera festeggeremo il compleanno di Hoseok, il portafortuna che ho scelto di regalargli consiste in un ciondolo stupendo che spero appenda ad un laccetto da usare come collana, Hobi è tutto eccitato per la festa che gli abbiamo organizzato, in più i ragazzi voglio registrare un video per i fans da caricare su youtube, vogliono esibirsi a bordo piscina in 'Airplane' e mostrare al mondo quanto siano felici al momento, quanto stiano bene e che, nonostante tutto, il loro cuore appartiene sempre al fandom e che la loro mente pensa perennemente agli army. Non so dire quanto ancora ce ne resteremo qui a Saipan, forse per poco tempo ancora, non ne ho idea, Namjoon partirà fra quindici giorni e deve ancora preparare i bagagli, sistemare alcune cose, deve persino informare la sua famiglia, perciò sarà necessario rientrare a Seul al più presto. "Kookie, hey, lascia qualcosa anche a noi" fa Nam, mi tiene per mano e insieme raggiungiamo gli altri per far colazione fuori, Taehyung e Jimin si schizzano con l'acqua della piscina come due bambini, ma non appena ci vedono, prendono a schizzare noi. Rido, Nam si tuffa in acqua, io preferisco sedere sulla sdraio assieme agli altri, Hobi mi avvicina un vassoio con della frutta fresca, "grazie" faccio io, "di nulla" risponde e sorride, "allora, Mia, hai deciso?" domanda Jungkook, io annuisco: "resterò con voi fino alla partenza di Nam, dopodichè intendo rientrare in Italia" confesso loro, "in estate volerò nuovamente a Tokyo con la mia migliore amica", "e quando ci rivedremo?" chiede Jimin dalla piscina, "presto" prometto, Nam mi rivolge un lungo sguardo intenso, io ricambio, "non ti dimenticherai di noi, non è vero?" fa Tae, "ma certo che no, non potrei mai, non è un addio, vi raggiungerò non appena Nam porterà a termine il suo periodo di leva obbligatoria" li rassicuro, Jin mi afferra la mano, "ci terremo sempre in contatto, ti chiameremo spesso" dice, io annuisco, intanto noto Nam uscire dall'acqua e venire verso di me, "un anno passerà in fretta" dice, "dopodichè verrò a prenderti ovunque tu ti trovi" e si cala per baciarmi sulla fronte. "C'è una cosa che Seokjin ed io dobbiamo dirvi" esclama poi Yoongi, "abbiamo preso da poco questa decisione", gli sguardi di tutti si concentrano su di lui ma Yoon fissa Nam, "Jin ed io veniamo con te" dichiara, Nam sussulta, "ne abbiamo già parlato col manager, partiremo tutti e tre, va bene così, prima ci liberiamo di questa rottura, meglio è" conclude, Nam non dice nulla, nessuno si espone però non sembra che gli altri l'abbiano presa male, anzi, sembrano contenti che i più grandi abbiano deciso di compiere questo passo, noto i loro sorrisi, anche io mi sento molto più sollevata, Nam non sarà da solo, avrà con se due dei suoi sei migliori amici; "grazie ragazzi" sussurra Nam. "Hey, ma cosa state facendo?" mi agito io, Kook e Hobi hanno sollevato la mia sedia sdraio, "ragazzi, mettetemi giù subito" strillo, ma non lo fanno e prima che possa rendermene conto, mi ritrovo in ammollo. "Vi uccido" li minaccio quando riemergo ma sgrano lo sguardo perchè mi accorgo che tutti quelli ancora fuori dalla piscina, si preparano per prendere la rincorsa e raggiungermi in acqua. Un'onda enorme mi sovrasta, loro ridono di me e del fatto che sembro un pulcino annegato, dovrei arrabbiarmi ma no, scoppio invece di gioia e mi metto a ridere anch'io, rido finchè Nam non si avvicina a me, bloccandomi con le spalle contro il muretto della piscina, i suoi occhi sono adesso seri ma scintillano di una luce del tutto nuova: "sorry, I love you" bisbiglia, "i love you" ripeto io e ci scambiamo un bacio.

Dio, Namjoon, quanto ti amo!

Dio, Namjoon, quanto ti amo!

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