posto speciale 💫

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Eren's Pov

Mi sveglio frastornato dal suono ripetitivo della suoneria del telefono, allungo la mano verso il comodino tastando gli oggetti sopra di esso fino a trovare la causa del mio risveglio. Rispondo e subito riconosco Levi che mi sta parlando.

- ti sto venendo a prendere

- oh... g-grazie

Di colpo la chiamata si chiude e passa qualche minuto prima che l'occhio mi cada sull'orario impresso sullo schermo.

-le 7.00 ??!! Ma quando si sveglia quello?

Corro in bangno e spalmo il dentifricio sopra lo spazzolino, poi mi sciacquo la faccia con dell'acqua fredda. Torno in camera, sempre correndo, e cerco di infilarmi i primi vestiti che mi capitano in mano lasciati sulla sedia della scrivania chissà quanto tempo prima. Messi una volta e mai più riutilizzati. Afferro la cartella e... NO. Mi sta passando a prendere Levi non posso presentarmi cosi! E' un pensiero fugace e non mi accorgo del significato che si cela dietro ad esso. Ritorno davanti allo specchio e provo ripetutamente a sistemarmi i capelli, anche se so che non staranno mai al loro posto, e cerco di stirare con le mani la mia camicia a quadri di flanella rossa. Scendo per le scale verso la cucina.

- Eren! Il giorno che cadrai da quei gradini, finalmente ti renderai conto di quanto sia pericoloso!

- Eddai mamma, sono in ritardo!

- alle 7 ? Non sei mai stato così puntuale in vita tua!

- passa un amico a prendermi...

- un' amico?

- ti racconto dopo!

- si ma in tanto mangia qualcosa!

- non ho tempo

DRRRRRRRRRR

- Visto! Il nano malefico è arrivato!! Ciao ma'

Esco dalla casa trafelato e probabilmente molto entusiasta, insomma, ero felice che Levi fosse venuto a prendermi e morivo dalla voglia di stare con lui in ogni momento, anche in quelli più brevi e insignificanti, si..., sto bene con lui...

Lo saluto con un un "ciao" imbarazzato passandomi nervosamente la mano dietro il collo e evitando evidentemente di incrociare il suo sguardo. Alla vista del suo viso magicamente i ricordi della sera precedente mi sono ritornati alla memoria. Lui mi saluta a sua volta e poi lentamente cominciamo a camminare verso la suola passando per le vie della nostra città che sembrano riempite del nostro silenzio. È ancora presto e sembra che nessuno sia uscito di casa per iniziare la giornata, ci siamo io, lui e il rumore dei nostri passi sulla strada disconnessa. Questa volta il silenzio non è piacevole, è pesante. Non sono imbarazzato ma sento come se il mio cuore fosse chiuso in una gabbia e non riuscisse a battere liberamente, lasciandosi andare e scandendo i suoi colpi rumorosi nel mio petto.
D'un tratto vengo distolto dai miei pensieri dalla voce di Levi, che dopo il lungo silenzio riprende a risuonare più roca:

-oggi cosa fai?

Rimangono un po' confuso da questa domanda molto vaga.
- in che senso? Arriva al punto.

- Dopo scuola verresti con me?... voglio portarti in un posto...

- oh... sì sono li-libero.
Balbetto quasi quest'ultima frase e un fremito mi coglie in pieno.

                                      <a scuola>

Prof: bene ragazzi! Spero che il ripasso du oggi vi sia servito e che abbiate preso gli appunti riguardo gli argomenti che ci saranno nella verifica della prossima settimana...

Bla bla bla

Io? Stare attento? Dopo quello che mi ha detto Levi sta mattina non credo proprio. È già difficile per me seguire una lezione regolarmente, figuriamoci adesso! Da tutta la mattina penso a  come sarà il suo posto speciale, perché abbia deciso di portare proprio me... e varie altre paranoie come:  se volesse uccidermi e poi tagliare in pezzettini e mangiarseli?  E se MI VOLESSE PRESENTARE LA SUA RAGAZZA?
Questo sarebbe ancora peggio della prima opzione, preferirei morire senza dubbio...

               

                            <fuori da scuola>

- vieni...
Levi mi afferra un braccio e inizia a correre verso la fermata del autobus che sta per partire.  Saliamo sull'autobus che sembra stia solo aspettando noi, andiamo verso gli ultimi posti in fondo e ci sediamo lontano da tutti. Levi prende delle vecchie cuffiette con il filo è ne infila un lembo nel mio orecchio destro, poiché, seduto alla sua sinistra, sarebbe più comodo per ascoltare insieme la musica. Così ci troviamo uno a fianco all'altro, vicini per non far cadere gli auricolari. Mentre guarda lo schermo del telefono per scegliere la canzone da ascoltare, lo guardo in silenzio come per catturare ogni suo particolare immagazzinandolo dentro di me per non poterlo mai più dimenticare. Indossa un dolcevita e dei pantaloni attillati neri stretti in vita da una cintura, e un cappotto lungo altrettanto nero lasciato aperto. mentre cerca la sua playlist le ciocche dei suoi capelli corvini gli cadono leggermente sugli occhi. Arriccia le labbra sottili all'interno in segno di concentrazione, e appena le rilascia un colore più roseo le fa risaltare sulla pelle bianca è perfetta, non posso paragonarla della porcellana,  Perché è si bianca e lisca, ma è rigida, quella di levi invece è morbida...

Allungo quasi inconsciamente una mano verso di lui è con le dita sfioro  delicatamente la sua guancia, come per verificare la realtà di quella figura.

Levi non si allontana, e non respinge la mia mano. Si limita a spostare poco lo sguardo verso di me. Appena mi rendo conto di ciò che stavo facendo, abbasso lo sguardo e ritraggo la mano imbarazzato dalla mia stessa deficienza. Ma il corvino rimanendo impassibile afferra la mia mano e la riporta al suo viso facendo aderire il mio palmo alla sua pelle. E poi delicatamente appoggiando sul dorso della mia mano la sua, intrecciando le dita.

-hai le mani gelate.








OSSEQUI BELLE PERSONE UTILI AL MONDO
quest'oggi, dopo promesse di continuare la storia e dopo secoli di infrangimento delle stesse, ho deciso di farvi un piccolo regalo di dicembre. Spero dunque vi godiate questo piccolo capitolo durante questa breve vacanza. ♡

Ps. Stan NCT

Love u and u guys should love yourself too.

SAY MY NAME AGAINDove le storie prendono vita. Scoprilo ora