«Finalmente ragazzi!» disse Diego venendoci incontro «Io e Anna pensavamo vi foste dimenticati di noi.»
«Scusate, abbiamo avuto un piccolo contrattempo.» dissi accennando un sorriso a Giorgia.
Diego era un ragazzo molto solare, era alto come me, aveva dei capelli di un biondo molto chiaro e due occhi verdi che avrebbero fatto invidia a chiunque. Mi ci trovavo bene con lui. Se Giorgia aveva da fare era con lui che passavo le giornate.
Anna, invece, era la più bassa del gruppo, a volte scherzavamo sulla sua altezza e se la prendeva moltissimo. Aveva lunghi capelli castani e due occhi azzurri con qualche sfumatura di verde, erano davvero stupendi, ti ci potevi perdere dentro. Era molto simpatica, aveva sempre la battuta a portata di mano.
Dopo aver girato un paio di negozi e fatto qualche compera decidemmo di andare un po' in un parco lì vicino per rilassarci.
«Come vi siete conosciuti?» fece Anna alludendo a me e Giorgia.
Io e lei ci scambiammo un paio di occhiate e poi scoppiammo a ridere.
«Beh» iniziò a raccontare Giogia «era la festa dei 12 anni di mio fratello, invitò i suoi compagni di scuola e la squadra di calcio nella quale giocava tra cui c'era anche Alex.
La festa si svolgeva nel giardino di casa. I ragazzi, ovviamente, decisero di fare una partita a calcio mentre noi ragazze ce ne stavamo ai lati del campo a tifare.
Capitò che, nel bel mezzo della partita, Alex colpì malamente il pallone e..»Sorrise
«guarda caso il pallone mi finì dritto in faccia.
Caddi a terra e mi misi a piangere dal doloro, anche perchè all'ora portavo l'apparecchio e mi fece abbastanza male.
Lui venne subito da me per scusarsi, ma dalla rabbia gli tirai una piccola sberla e corsi in casa.»«Ci rimasi male» la interruppi «io volevo scusarmi e lei mi mandò a fanculo.»
Diego e Anna non la smettevano di ridere ed anche noi nel ricordare il tutto scoppiammo a ridere.
Una volta ripresi, Giorgia continuò a raccontare la storia «..Pietro invitava sempre più spesso Alex a casa, erano molto amici in quel periodo e vedendolo sempre a casa, nonostante mi stesse antipatico per la storia della pallonata in faccia iniziai a conoscerlo meglio e cambiai totalmente giudizio su di lui.
E poi beh, eccoci qui, dopo 4 anni di amicizia.» disse stringendomi la mano.
Anna si coomosse così tanto che le scesero alcune lacrime, era molto sensibile.
«E io che pensavo stette insieme.» disse Diego guardandomi
«Ricordo il primo giorno di scuola che vi vidi entrare mano nella mano in classe.»
«Abbiamo un rapporto particolare» gli dissi sorridendo «siamo molto legati l'uno all'altro.»
Si fece sera ed il cielo si coprì con nuvoloni che promettevano pioggia così, dopo aver salutato Anna e Diego, io e Giorgia ci incamminammo verso casa.
Eravamo abbastanza lontani e non c'erano più autobus per il ritorno.
«Speriamo solo non venga da piovere.» dissi guardando il cielo.
Una goccia mi cadde proprio tra gli occhi.
«Ecco! Appunto, come non detto.»
Giorgia scoppiò a ridere.
Quelle che inizialmente sembravano semplici goccioline si trasformarono in un vero e proprio acquazzone.
Eravamo a 10km più o meno da casa, troppo lontani.
Presi per mano Giorgia ed iniziammo a correre in cerca di un posto dove poterci riparare.
Dopo qualche minuto passato a correre trovammo, finalmente, un vecchio negozio abbandonato con una tettoia dove poterci riparare.
Eravamo entrambi bagnati dal capo ai piedi, ma non smettevamo di sorridere.
Cercai velocemente il telefono per poter chiamare mamma e chiederle di venirci a prendere.*SCARICO*
«Telefono scarico.» dissi «Il tuo?»
Giorgia cercò il suo.
*SCARICO*
«Ottimo direi.» aggiunse.
Passata una mezzoretta l'intensità della pioggia iniziò a diminuire.
«Andiamo!» disse Giorgia alzandosi di scatto.
Mi prese per il braccio e mi portò sotto quella poca acqua che ancora stava scendendo dal cielo e si mise a ballare in mezzo alla strada.
Non l'avevo mai vista così, sorrideva e ballava fregandosene del resto.
L'unica cosa a cui riuscivo a pensare era che nonostante avesse tutti i capelli bagnati e quel poco trucco che si metteva era colato sul viso fosse incredibilmente stupenda.
E fidatevi. Lo era per davvero.
«Dai su, balla con me.» disse a gran voce invogliandomi ad imitarla.
Sorrisi. Mi avvicinai a lei e mi misi a ballare al suo fianco.
Ed eccoci li, io e lei, due stupidi che ballano sotto la pioggia.
Non ci importava se il giorno, molto probabilmente, ci saremmo trovati a letto malati, ci divertivamo, il resto poco importava.D'un tratto Giorgia si inciampò e appoggiandosi a me cademmo a terra entrambi.
I nostri visi vennero a trovarsi a pochi centimentri l'uno dall'altro.
Le sue labbra erano così vicine.
Sentivo il suo profumo su di me.
Il cuore iniziò a battere velocemente, riuscivo persino a sentire il suo.
I nostri respiri rallentarono.
Chiusi lentamente gli occhi e mi avvicinai a quelle sue labbra perfette.
Fu un bacio dolce. Lento.
Fu molto più bello di quel bacio dato in estate.
Un bacio vero. Voluto da entrambi.
Sentii la sua mano accarezzarmi il viso.
Misi le mie mani sui suoi fianchi e la strinsi forte a me.
Non smettevamo di baciarci.
Sapevo che quell'immagine di noi due, sdraiati sulla quella strada con la pioggia che batteva sui nostri corpi, sarebbe rimasta impressa nei miei ricordi per molto tempo.
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Oltre i confini dell'amore
RomanceAlex Martini, uno studente quattordicenne, vive la sua normale vita da adolescente inseme a Giorgia, la sua migliore amica della quale è pazzamente innamorato. Viene da un'infanzia poco felice avendo subito la perdita del padre alla tenera età di u...