Capitolo 5

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Giorgia non mi lasciò mai un momento da solo dopo la morte di nonna.

Ah, quasi dimenticavo di dirlo.
Io e Giorgia ci eravamo finalmente fidanzati. Dopo quel giorno cambiò tutto, o quasi.

«Sai?» dissi «Nonna mi parlava di una lettera, l'ultima lettera che ricevette da parte del nonno prima della sua morte.
Se vuoi te la leggo.»
«Certo.» disse raggiungendomi sul letto.

Frugai nel cassetto in cerca della lettera.
Era un po sporca, ma ancora leggibile nonostante l'età che aveva.

«Cara Mariane,
Non capisco come io abbia potuto lasciarti proprio ora che in grembo un figlio stava nascendo.
Ma purtroppo la patria mi ha chiamato per difendere i nostri colori e sono dovuto partire.
Noi soldati abbiamo un destino segnato. Se il mio destino sarà di ritornare, tornerò. Ma se dovesse succedere l'irreparabile sappi che dall'alto avrò cura di te.
Mi manchi tanto Mariane, mi manca il tuo profumo, la tua cucina, ma soprattutto mi manchi tu.
La vita qui è difficile, ma non passa attimo che non ti penso.
Tornerò presto.
Promesso.
Tuo per sempre, George.»

«Queste furono le ultime parole che scrisse il nonno a nonna. Mi lasciò questa lettera prima che si addormentasse, la portava sempre con se, come se il nonno fosse tra quelle parole.»

Giorgia scoppiò in un pianto senza fine.
E anche a me scese qualche lacrima, nonostante l'avessi già letta.

Convinsi mamma a lasciar dormire da noi Giorgia.
Non riuscii a chiudere occhio quella notte.
La lettera e l'ultimo ricordo di nonna invadevano i miei pensieri.

Con un colpetto svegliai Giorgia che al contrario mio era riuscita ad addormentarsi.
Capii tutto senza che io parlassi, mi prese a se e mi abbracciò.

«Ti amo.»
«Ti amo anche io.» le risposi.
Mi diede un bacio e ci addormentammo.

Tra le sue braccia mi sentivo al riparo, come fossero una casa per me.

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