2 - Dossier

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"Grace, smettila di pensarci", Hanny sistemò gli scatoloni nel magazzino del bar. Come richiesto dalla scuola, i ragazzi dovevano aiutare con lavori socialmente utili le imprese che collaboravano con la loro scuola, e questo includeva anche il bar alla fine della strada che riforniva la mensa. Erano stati divisi in quattro gruppi, sparsi per la città: Grace, Hanny, Charlie Clegg ed il ragazzo riccioluto del terzo anno si erano ritrovati insieme, ad occuparsi del locale. I ragazzi si stavano occupando dell'esterno e le ragazze delle scorte.

"Hai visto anche tu la scritta", sussurrò Grace per non essere sentita dai ragazzi.

"Può significare qualsiasi cosa", le rispose la rossa incrociando le braccia "stiamo parlando di un club scioltosi più di vent'anni fa, Grace, ti sei fatta condizionare da quella foto".

Grace guardò l'amica, ed ancora dubbiosa uscì dal magazzino e prese l'inventario messo sul bancone poco prima, controllandolo per vari minuti. Nella testa mille pensieri iniziavano a tormentarla, si diceva che era solo paranoia, che era impossibile che fossero collegati, era solo una coincidenza... ma al tempo stesso desiderava scoprire, sapere di più su quella notte. Una ragazza era morta, avrebbe potuto anche trattarsi di un incidente, ma allora? Perché scrivere quelle iniziali? Forse Hanny aveva ragione, si stava lasciando influenzare.

Le ragazze terminarono il loro compito ed andarono ad aiutare i due ragazzi. Stavano per lo più perdendo tempo - o per meglio dire, Charlie perdeva tempo mentre l'altro faceva tutto il lavoro da solo-. "Potresti anche aiutare", commentò Hanny prendendo una scopa e guardando il ragazzo stravaccato sulla sedia, bevendo una bibita ghiacciata.

Il corvino alzò gli occhiali da sole sopra la testa, spostò lo sguardo da lei al ragazzo riccioluto, e se li rimise "ve la cavate bene anche senza di me".

"Barrie?", un agente di polizia si avvicinò al ragazzo del terzo anno, le mani che si tenevano alta la cintura stretta intorno ad un pancione prorompente, il viso paffuto e le guance rosse che sembravano andare a fuoco per il caldo, mentre due piccoli occhi marroni erano costretti a restare socchiusi per vedere meglio.

"Ciao zio", sussurrò timidamente Barrie, accarezzandosi dietro la testa "sei di pattuglia oggi?" domandò sviando il discorso su di lui.

"No, oggi no, devo parlare con il signor Perkins. Le sue telecamere potrebbero aver ripreso... qualcosa", rispose togliendosi il cappello e mostrando la testa quasi del tutto priva di capelli "loro piuttosto? Sono tuoi amici?"

"Gli piacerebbe", commentò Charlie godendosi il sole. Grace scosse la testa sospirando e dall'espressione di Barrie sembrò desiderare di sparire in quell'esatto momento "beh, allora vado, fate un buon lavoro qui". L'agente sorrise alle due ragazze e dopo aver lasciato una pacca sulla spalla del nipote entrò dentro al bar.

"Scusate, mio zio è un po'..."

"Strano?" lo interruppe Charlie guardando il riccio, che gli lanciò una rapida occhiata ostile "esuberante".

"Barrie... a cosa si riferiva tuo zio, quando ha detto che le telecamere del signor Perkins avrebbero potuto riprendere qualcosa?" domandò Grace lanciando un'occhiata alla vetrata che mostrava l'interno del posto. L'agente stava parlando con il proprietario, tenendo un tono di voce abbastanza contenuto.

"Al caso di ieri... credo", rispose Barrie riprendendo a spazzare sul marciapiede.

"Ne sai qualcosa?", domandò la mora incuriosita "Grace, basta con questa storia", la pregò Hanny disperata.

"Qualcosa non va?" chiese Barrie confuso, ed Hanny scosse la testa "Grace è impazzita, crede che quello di Meredith sia stato un omicidio e che c'entri con la foto che abbiamo trovato ieri".

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 09, 2020 ⏰

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S.E.R.P. - Grace BlanchardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora