Capitolo 25

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Calum e io raggiungemmo gli altri membri della band in macchina. Quando scoprii che anche Caitlin era stata invitata, mi sentii decisamente meno sola. Mi sentivo inferiore nel mondo di Calum. Lui era il bassista famoso, letteralmente una stella che brillava, io ero solo la sua accompagnatrice. Con un vestito meraviglioso, sì, ma ero pur sempre una persona inferiore.

Nonostante tutto, Calum era sempre rimasto al mio fianco. Con una mano dietro la mia schiena, mi accompagnava ovunque desiderasse. Mi accompagnò a salutare Caitlin e il resto della band, mi accompagnò al buffet e mi aiutò con il vestito quando – per colpa della mia sbadataggine – si incastrò nel mio tacco.

"Sembri davvero nervosa." Mormorò Calum al mio orecchio, preoccupato. Ci teneva che mi sentissi a mio agio, ma non era decisamente così. "Che ti succede?" Bevvi un altro bicchiere di champagne come se fosse stato acqua. Ero tesa.

"Non pensavo che foste così famosi, quando vi ho intervistati." Dissi, meravigliata. Calum mi aveva abituata a confidargli qualsiasi mio problema, e lo facevo continuamente, come un'adolescente in crisi esistenziale. "Invece eccomi qui, con un abito da sera, dannazione, Calum! Io non ho mai portato abiti da sera in vita mia. Questa situazione è imbarazzante." Lui ridacchiò nel vedermi così agitata.

"E nonostante tutto, sei bella da togliere il fiato, quindi non te ne curare e goditi la serata." Mi lasciò un bacio sull'angolo della bocca, per non rovinarmi il rossetto. Mi voltai verso di lui, giocherellando con il colletto della sua camicia bianca.

"I tuoi complimenti mi lusingano, cinese." Ridacchiai. "Anche tu non sei niente male. La cravatta ti dona." Lo guardai come se fosse la cosa più bella del mondo. Effettivamente, per me lo era.

"Beh, se dovessi avere in mente altri utilizzi per questa cravatta, sappi che sono aperto a qualsiasi cosa." Mormorò. Gli tirai uno schiaffo leggero sulla spalla.

"Sei uno sciocco." Sbottai, prendendo qualcosa da mangiare. Stavo letteralmente morendo di fame, e anche Calum se n'era accorto.

"Mi ami anche per questo, in fondo." Non mi preoccupai del fatto che potesse rovinarsi il rossetto. Lo baciai immediatamente, il suo viso era fra le mie mani. Mi sentivo così bene con lui.

"Oh, finalmente conosco la tua fidanzata, Calum." Mi staccai da lui quando Dan ci interruppe, e si immobilizzò quando mi vide. Mi osservò dalla testa ai piedi, per poi rivolgermi ancora lo sguardo. "Ma tu sei la stessa persona che li ha intervistati un po' di tempo fa, la stessa che ci ha inseguiti fino a Londra." Disse, come stupito.

"Sì, è lei." Disse Calum. "Ma la prossima volta, allunga gli occhi su qualcun'altra." Ridacchiò. "Lei è Tracy." Mi presentò, avvolgendomi i fianchi con un braccio.

Sorrisi, tentando di sfuggire dall'imbarazzo. "Il piacere è tutto mio." Dissi. Mi sentivo come alla notte degli Oscar. Tutti venivano fotografati, me e Calum compresi. Tutti venivano elogiati per il loro abbigliamenti. Tutti facevano la conoscenza di tutti. Era una serata davvero bella.

Ci raggiunse un altro uomo, dal portamento misterioso. Indossava un paio di occhiali da sole. "Calum, se permetti, vorrei presentarti il direttore della casa discografica che produrrà il vostro album." Calum aveva gli occhi che brillavano. Strinse subito la mano al signore.

"Sono grato di conoscerla." Disse lui, quasi meravigliato. "Posso presentarle la mia fidanzata, Tracy Barkley?" Esclamò, facendomi avvicinare a lui. "Ho scritto alcune canzoni per l'album, e lei mi è stata d'ispirazione. Sono contento di averla al mio fianco questa sera." Sorrisi, arrossendo alle sue parole.

Come succedeva sempre nella mia vita, per ogni bella cosa ne arrivava un'altra brutta. La mia felicità cessò nell'esatto momento in cui il produttore si tolse gli occhiali da sole. Non riuscii più a comprendere nulla.

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