PASSATO
16 marzo dell'anno 1350, ore 10:30
Fuori le mura della città Loneywolk
Lauren si svegliò di soprassalto. Si sentiva smarrita e non aveva memoria di ciò che fosse accaduto. La sua mente le mandava solo brevi ed inspiegabili flash, che non trovavano riscontro in lei. Si guardò intorno, e non riconobbe nulla di famigliare. Era sdraiata a terra, sul ciglio di una strada, davanti a lei si ergevano delle alte mura, una città e un castello, sulla collina. D'istinto si portò le mani al naso e strizzò gli occhi. Quel gesto le venne automatico, ma non capiva il motivo. Si impose di rilassare i muscoli e lo spirito, quindi inspirò ed espirò. Il controllo della respirazione la aiutò a calmare i nervi e avere nuovamente la piena padronanza di se stessa. Si alzò in piedi e azzardò qualche passo sulla via sconnessa di terra battuta. Era debole, ma al tempo stesso anche leggera e agile. Non avvertiva più il peso del suo corpo che, paragonato alla situazione attuale, era come una zavorra. Non era semplice abituarsi a quella novità. Un passo corto equivaleva ad uno lungo di prima, mentre una grande falcata era come fare un salto. Si reggeva in piedi in equilibrio precario e solo dopo qualche prova riuscì a capire come poter camminare. Ora, Lauren, era più perplessa di quando si era svegliata. Non le era mai capitata una cosa simile e ogni volta che si domandava il motivo non trovava alcuna risposta soddisfacente. Un'altra particolarità che l'aveva incuriosita era il vento. Stranamente, non lo sentiva sulla pelle. Le foglie degli alberi e degli arbusti si muovevano, ma lei non percepiva nulla. Non sentiva nemmeno alcun odore, né il calore del sole. “I Sacerdoti della città sotterranea dicevano che il calore del sole poteva essere davvero forte..”. Si bloccò all'improvviso. Quel flash, seppur breve, le aveva fatto tornare in mente un aspetto del suo passato. Lyran, la città sotterranea dove lei era nata e aveva sempre risieduto. Si sforzò ancora per cercare di ricordare altro, ma la sua mente le trasmise solo un muro nero. Sospirò frustrata, ma non si arrese. D'altronde, un vuoto di memoria poteva succedere e con un po' di tempo e pazienza avrebbe rammentato tutto. Proseguì con il cammino, dosando i passi e mantenendo una postura ben dritta.
Le alte mura svettavano imponenti e robuste. Il ponte levatoio, di spesso legno, era abbassato e le grate di ferro, che separavano l'interno e l'esterno della città, erano alzate. Lauren si fermò, titubante, sul ponte e osservò la scena che le si parava davanti. Quattro uomini, vestiti con un'armatura, mantello blu ed elmetto, giacevano a terra. Le alabarde, cadute, erano rotolate in maniera scomposta. Cercando di fare il meno rumore possibile, si avvicinò e li scrutò. Non sembravano esserci ferite sui quattro corpi e i loro petti si alzavano e si abbassavano ritmicamente. “Dormono?” pensò, sempre più incerta.
<< Scusate...>> disse Lauren, mettendo la mano sulla spalla di un uomo e tentando di scuoterlo.
<< SCUSATE...>> ripeté, questa volta a voce più alta. Nessuno di loro si mosse o diede un minimo cenno di vitalità. Decise di non indugiare oltre sulla soglia e di proseguire nella città; magari all'interno delle mura avrebbe trovato qualcuno a cui chiedere dove si trovava. Superò la grande porta e alzò lo sguardo. Sulle quattro torri sventolavano gli stendardi blu e bianchi con impressi due corvi neri in volo. Tornò a osservare davanti a sé e vide delle basse case, dipinte in tonalità diverse. Una di questa portava la dicitura “Locanda di mezzanotte”. La porta era aperta e Lauren entrò per vedere all'interno. Tutto taceva e non sembrava esserci anima viva. Solo i raggi del sole filtravano silenziosi dalle finestre. “Una città abbandonata?” pensò fra sé. Poi, mentre andava via, un'ombra nell'angolo della stanza attirò la sua attenzione. Contenta di aver trovato finalmente qualcuno, si mise a correre ma non calcolò la spinta che diede al suo corpo. Era come se stesse volando e in un attimo si ritrovò, barcollante, di fronte ad un uomo. Come i soldati all'ingresso delle mura, anche questo dormiva profondamente, appoggiato sul tavolo. Lauren lo scosse debolmente. Nulla. Irritata da questa situazione, tentò ancora di scuoterlo con più forza, ma non ottenne niente. Eppure l'uomo dormiva, il petto di alzava e abbassava. “Cosa sta succedendo? Non è normale tutto questo”. Il silenzio venne rotto da un rumore di passi in corsa.
<< Finalmente troverò qualcuno a cui possa domandare>> disse tra se e se ad alta voce.
Con un balzo arrivò all'entrata della locanda e uscì con velocità.
Euforica, si buttò, letteralmente, addosso ai nuovi arrivati.
<< Sono felicissima che ci sia qualcuno. Sono tutti addormentati e non so cosa stia succedendo. Vi prego aiutatemi, mi sono svegliata qui ma non ho la più pallida idea di dove io sia>>.
I nuovi arrivati non reagirono, anzi non parvero proprio sentire.
<< Ehi, mi sentite? QUALCUNO MI SENTE?>>. Ancora nulla.
<< Trovate quella donna e riportatela nel futuro. Non sarà facile, ma è importante che ci riusciate. Ricordate cosa c'è in ballo>>. Lauren ascoltò con attenzione l'uomo che aveva appena parlato, rivolto ai compagni. Una donna? Futuro? Il gruppo appena giunto asserì e si disperse per le vie della città. Lauren, invece, rimase immobile e con la fronte aggrottata. Quegli uomini incappucciati le erano famigliari, ma non ricordava dove e quando li avesse visti. L'unica soluzione, per capire cosa stesse accadendo, era seguirli.

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I Guardiani del Tempo
ФэнтезиCosa fareste se, ogni 300 anni, il tempo si fermasse per un giorno? I Guardiani del Tempo sono un ordine segreto creato per far mantere ordine fra il passato, presente e futuro. Uomini e donne chiamati a controllare le barriere del tempo e a veglia...