Capitolo 7

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PASSATO

16 marzo dell'anno 1350, ore 11:30

Fuori le mura della città Loneywolk

Lauren seguì, a debita distanza, gli individui incappucciati. Quelle persone le ricordavano qualcosa, ma non riusciva a richiamarle alla memoria. La sua mente era come bloccata e più si sforzava più non otteneva alcun risultato. L'unica cosa certa, del suo passato, era quella dell'aver vissuto per anni nella città sotterranea. Non solo rammentava molte situazioni, ma anche aveva ben chiaro gli odori, i sapori stantii dei cibi e i colori tetri e cupi delle gallerie. Però, il perché fosse stata rinchiusa in quei cunicoli non riusciva a tornarle in mente. Smettendo di farsi ancora domande, continuò a osservare le mosse del gruppo formato da circa una dozzina di persone. Quello che doveva essere il capo, un uomo dalla voce possente (Lauren riusciva a sentire solo il timbro vocale, perché i cappucci coprivano i volti), dispensava ordini perentori ai compagni. In poco tempo il gruppo compatto si sparse per tutta la città. Anziché andare dietro ad uno qualsiasi degli sconosciuti, Lauren, seguì il comandante. L'uomo, alto circa un metro e ottanta e dalle spalle larghe, continuava a guardarsi in giro con circospezione. Sembrava non tralasciare nulla e scrutava, con zelo, dalle finestra di ogni abitazione o bottega. Lauren aveva la netta sensazione che avesse solo un'idea vaga di cosa stesse cercando. La prova di quel pensiero la ebbe quando, dopo aver visitato l'ennesima casa, lo sconosciuto tirò un pugno alla porta d'ingresso e imprecò.

Stava al passo dell'uomo, ma al tempo stesso cercava di fare il meno rumore possibile. Era molto strana quella situazione, perché oltre a non sapere dove si trovasse, pareva anche che nessuno potesse vederla. Inoltre, lei gridava, ma nessuno la sentiva. Essere invisibile agli occhi del mondo, era una delle cose più frustranti che potessero esserci.

Le vie, del paese, erano tutte in salita e realizzate con cubetti di porfido lisci e scivolosi. Percorsero una lunga e ripida strada, che li condusse in una piazza oblunga. Al centro si ergeva una fontana di pietra e una meridiana. Lauren si avvicinò a quest'ultima e osservò la luna e il sole dipinti sopra. Erano delle figure stilizzate, ma disegnate con grande maestria e cura di particolari. Li osservò con tale attenzione, che non si accorse che lo sconosciuto le si era avvicinato. L'ombra, comparsa al suo fianco, la fece trasalire la obbligò a voltarsi di lato.

<< Come facciamo a trovare quella dannatissima donna>> disse all'improvviso l'uomo. Parlava a se stesso e teneva le mani strette in due pugni. Poi sospirò e scosse il capo. Forse, pensava intensamente a qualcosa. Con un gesto di frustrazione, si abbassò il cappuccio del lungo mantello nero e rimase a fissare la meridiana davanti a lui. Lauren rimase senza fiato. Non era un bell'uomo, anzi era piuttosto insignificante. Aveva dei lunghi e lisci capelli rossicci, una barba folta e incolta, un paio di occhi azzurri, e una pelle molto chiara. Quelle iridi, così profonde e colme di inquietudine, si spostavano veloci da un punto all'altro della piazza. All'improvviso, si girarono verso destra per osservare chi stesse arrivando.

<< Fratello Allhen, non abbiamo trovato nessuna donna sveglia. Tutti gli abitanti della città dormono profondamente>> riferì uno degli sconosciuti incappucciati.

<< Cercate meglio, sono sicuro che si trovi proprio qui>> rispose Allhen con un tono quasi minaccioso. Il confratello appena giunto, asserì con il capo, poi si voltò e tornò dai compagni.

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