11° {-Pensaci su-}

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A scuola

Justin

Finalmente potrò rivedere i miei amici e la mia ragazza. Ero abbastanza felice, apparte il fatto di stare sulla sedia a rotelle fino a febbraio.

"Justin, fai attenzione." disse mia madre mettendosi davanti a me, accarezzandomi la coscia buona.

"Si, mamma" replicai con un sorriso. Mi diede un bacio sulla fronte e mi accompagnò dentro.

"Justin!" esclamò Jazy, eccola.

"Jazy!" mi abbracciò. Sniffai il suo profumo, il quale era buono. Mi è sempre piaciuto.

"Come stai? Tutto bene?" domandò guardandomi da capo a... Gesso. Annuii, poi essa fece una smorfia, non capii perché.. Mi voltai e vidi Candace.

"Allora perché sei andato da lei? Perché l'hai salvata? Perché allora te ne sei preoccupato non vedendola uscire dall'aula?! Perché tu la ami! Non vuoi che ti stia vicina per paura che tu la faccia soffrire. Come hai già fatto in questi ultimi mesi, se non sbaglio" mi urlò contro mia mamma. Forse aveva ragione, forse però.

Le parole della mamma erano vere, troppo. Non volevo che mi stesse vicina, ma non ne posso fare a meno.

"Justin, basta guardare Candace. La tua ragazza è di fronte a te." disse incrociando le braccia al petto. Gelosa? Cazzi sua.

"Ma la mia amica è di là" replicai facendo cenno con la testa nella direzione di Candace.

"Si ma io sto con te! Sveglia!"

"Si ma io la amo! Sveglia!" dopo che mi accorsi di quel che avevo detto, abbassai la testa.

"Ah... Avevi detto che non... È finita" sono un emerito coglione. Ma è vero, continuavo ad amarla. Il primo amore non si scorda mai.

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Intravidi Ryan, ma non mi degnò di uno suardo. Richiamai la sua attenzione, ma niente.

Candace passò accanto a me, non avevo il coraggio di chiederle scusa, anche se lo avrò fatto miliardi di volte in ospedale.

"Candace... Uhm, possiamo parlare?" domandai avvicinandomi a lei.

"V-va bene" rispose. Sembrava impaurita. Può darsi che è terrorizzata nel rivedere quel mostro, anche se è improbabile ritrovarlo a scuola.

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"Mi dispiace per tutto quello che ti ho detto, hai sempre avuto ragione ed i-io non ti ho mai ascoltata. Sono un-" mi interruppe.

"Justin, te ne accorgi dopo due anni? Santo Cielo, io adesso ti voglio solamente bene. Sei perdonato, ma... Solo amici." disse. Vidi dai suoi occhi che voleva forzarsi a dire ciò, l'ho sempre conosciuta, e sempre la capirò se mente o cose del genere.

"Pensaci su. Fammi risapere tra una settimana. Ma pensaci bene. Ciao..."  le raccomandai ciò. Sentii un suo sospiro, capii che era confusa. Stupido me, stupido, stupido!

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"Justin..." udii Jazy, adesso che voleva? Mi ha detto che era finita!

"Cosa c'è?" cercai di non apparire annoiato, ma fu semplicemente inutile.

"Prima sbuffi di lei e ora sbuffi di me? Ehi, vedi di curarti" disse con tono alto.

"Dimmi cosa vuoi." replicai freddo. Perché mi sono messo con lei? Perché pensavo fosse meglio e invece si rivela peggio. È più appiccicosa e capricciosa di Candace, anche se lei, a dirla tutta, non lo era veramente.

"Volevo dirti che tra noi non è f-"

"Si, invece. Vai da qualcun altro. Ho voglia di riflettere e stare da solo." serrai la mascella, guardandola con sguardo serio.

"Non ne troverai una come me" disse mentre si allontanava.

"E lo spero" replicai beffardo. Pft.

Candace

E adesso che faccio? Mi sono costretta da sola di dirgli -solo amici-, e mi sento in colpa. Ma dovrà capire che... Mi ha già chiesto scusa per tutto, non penso debba capire altro.

"Pensaci su. Fammi risapere tra una settimana. Ma pensaci bene. Ciao..." 

Quelle parole continuano a passarmi per la mente, ho una settimana, voglio ripensare a tutto, momenti belli e brutti.

Giorno dopo, 27 gennaio.

"Candace! Muoviti!" urlò Marcus dal piano di sotto.

"Arrivo!" urlai sbuffando. Scesi le scale frettolosamente. Dio Santo, la Candace ritardataria è tornata!

"Ciao mamma!" esclamammo io e mio fratello all'unisono. Uscimmo velocemente, correndo come pazzi.

Sentii mancarmi l'aria, merda.

"Marcus, Marcus rallenta per favore!" cercai di urlare.

"Non posso! Faremo tardi!" urlò in risposta.

"Marcus, lo sai! N-non ce la f-faccio." balbettai. Sentii la testa girare, no cazzo, no! Non sempre cose brutte!

Lo vidi correre verso di me, ma non riuscì ad attraversare la strada: le macchine andavano troppo veloci e non lo lasciavano passare. Io ero nel marciapiede opposto.

Lo sentii chiamare aiuto. La mia vista si era un po' annebbiata...

Intravidi un ragazzo alto, se non vidi male, prima di perdere i sensi.

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Mi svegliai su un letto di ospedale, di nuovo.

Provai a mettermi a sedere sul letto, ma avevo dolore dappertutto, non sapevo perché. Sentivo un nodo alla gola, avevo voglia di piangere.

"Ehi, tutto bene?" domanda un ragazzo, dedussi che fosse stato lui a chiamare l'ambulanza.

Annuii solamente. Guardai bene il suo viso: lo avevo già visto.

"Candace, tutto okay?" domandò. Come faceva a sapere il mio nome?

"Come fai a sapere come mi chiamo?" chiesi guardandolo negli occhi; più che lo guardavo e più che sembrava qualcuno che avevo già visto. Si ma chi?

"Lo so e basta." disse freddo.

{"E tu chi sei? E cosa fai qui?!" corsi verso di lui sfilandogli il mio diario dalle mani.}

Non dirmi che...

{"Non finisce qui, Candace Stokes" si limitò a dire per poi uscire dalla finestra.}

"Posso sapere il tuo nome?" domandai in preda al panico.

"Gabriel Smith" rispose sempre freddo. Avevo bisogno di Justin, dovevo chiedergli se lo conosceva. Mi insospettisce...

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E buonasera!! Siamo già al 1° gennaio 2015... Ma non è giusto!!

Non voglio crescere ahahah...

Anyway, ho deciso, per chi segue le mie due storie, che alterno i giorni. Tipo ieri ho scritto un capitolo di Hollis Fenderson e oggi di Nothing Like Us...

Spero vi piaccia!!

Manca poco a 400 visualizzazioni, mi avete fatto contentissima!!

Baci a tutti❤

Nothing Like UsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora