Marinette

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Luka aveva preso l'abitudine di tenermi sempre per mano, quando andavamo da qualche parte, sia che fossimo soli o in compagnia, persino davanti a sua sorella.
All'inizio, la cosa mi aveva un po' stranita, ma ci avevo fatto presto l'abitudine. Ed era anche piuttosto piacevole, come sensazione.
Sentire la sua mano così calda nella mia, mi infondeva un senso di calma e conforto.
Luka aveva da sempre questo effetto, su di me, ma essere capace di trasmettermi tutto questo, anche solo attraverso il tocco della sua mano, dava dell'incredibile.
Camminando al suo fianco, alzai lo sguardo, e lo osservai. Lui se ne accorse, e mi sorrise dolcemente, facendomi arrossire un po'. Aveva un sorriso bellissimo, carico di dolcezza.
Mi piaceva davvero tanto, quel ragazzo..
Eppure..
Erano ormai diverse settimane che ci frequentavamo, ma ancora non eravamo usciti dalla zona protetta degli "amici".
Non eravamo ancora... ufficialmente una coppia.
Ed era solo colpa mia.
Già, perché nonostante le premure e le dolci attenzioni che Luka mi riservava costantemente, il mio cuore apparteneva ancora a qualcun altro. E per questo motivo, con Luka non ero ancora riuscita a spingermi più in là di quella mano stretta nella mia.
La mia mente e il mio cuore appartenevano ancora a lui... Adrien.
Questa cosa, Luka la sapeva fin dagli albori del nostro rapporto, e in risposta a ciò, aveva manifestato la pazienza di un santo, rispettando i miei tempi e i miei sentimenti, e io lo adoravo a dismisura, per questo.
Apprezzavo invece meno Alya, e la sua scarsa indulgenza nei confronti del mio processo di guarigione, a suo parere insopportabilmente lento.
Non era contraria al mio cosiddetto "cambio della guardia" ma neanche del tutto favorevole. La cosa, in tutta onestà, mi gettava nella più totale confusione.
"A volte mi chiedo quanta gente ci sia, in quella tua testolina... " sbottai una mattina, mentre facevamo colazione nel cucinino di casa mia coi cornetti caldi fatti da mio padre.
"Prima mi dici che Luka ti piace, e che sei felice di vedermi finalmente sistemata, come sostieni che mi merito da sempre. Poi invece te ne esci che A..."
Sentii un rospo in gola.
Gran parte del mio processo di guarigione, era basato su una fondamentale regola non scritta: Non dovevo pronunciare, né sentir nominare, il nome di Adrien.
Anche vederlo, risultava problematico. A scuola, ovviamente, non potevo evitare di incontrarlo, ma in casa avevo fatto sterminio di ogni sua foto, cartacea o digitale.
Eliminare tutta quella roba, era stato piacevole come camminare a piedi scalzi sui carboni ardenti, ma andava fatto. Non aveva più senso, tenerle. Ormai, lui stava con un un'altra, e cioè Katami. Una mia amica, per giunta.
Ormai quelle, per me, erano solo le foto... del ragazzo di Katami.
Mi prese una fitta alla punta dello stomaco.
Neanche quello, era esattamente un pensiero felice, per me.
Chissà se un giorno, sarei mai riuscita ad affrontare tutto questo senza soffrire...
"Sono sola, qui dentro, ma ho varie prospettive sulla situazione, come di giusto... "
"Dubito che ci siano così tanti punti di vista, sulla questa cosa: sto bene con Luka, fine della storia. Devo solo farlo capire al mio cervello e al mio cuore...
"Sempre se sia giusto così.." commentò Alya, sorseggiando il suo succo all'ananas, osservandomi. Sbuffai, esasperata.
"Non lo è? Secondo te, dovrei passare il resto della vita a struggermi, pensando all'amore della mia vita tra le braccia di un'altra?"
"Secondo me dovresti levarlo, da quelle braccia, non dimenticarti che è lì!" Sbottò lei, afferrando un pain au chocolat. "Non ho nulla contro katami, sebbene non la trovi particolarmente simpatica, ma... per me non è giusto che ci stia con lei, con lui. Per me... è destino che stia con te. Non lo so... me lo sento dentro."
Non potei fare a meno di sorridere.
"È un bel sogno in cui credevo anch'io. Ma la realtà va guardata in faccia per quella che è, Alya... "
Alya non pareva affatto disposta a gettare la spugna tanto facilmente. Ma davanti al mio commovente impegno parve rassegnarsi un po'.
"Beh, se proprio vogliamo alzare bandiera bianca, bisogna dire una cosa: Facevi una vitaccia, quando eri ossessionata da A... "
Strizzai forte gli occhi in attesa dell'impatto. Alya girò i suoi al cielo.
"...dal biondino! dio, Marinette, non è Voldemort, si può anche dire il suo nome, non muore mica nessuno!"
"Ci sto lavorando, abbi un po' di pazienza! Vitaccia, poi... neanche io vivessi come una sbandata!"
"Poco ci mancava. Guarda il casino che avete combinato tu e quella gallina faraona di Chloe, alla premier per quel film, per fare dispetto a kagami... "
"Papillon ha mandato in malora il piano, prima che andasse in porto... è colpa mia? E poi, kagami non si è fatta nulla, e A... nessuno ha saputo niente."
"Come no? Chloe ha saputo di te e... "
"Non ha detto niente, però... "
"La mano di dio, le ha chiuso la bocca, credi a me! Se non ti fossi messa in mezzo, non sarebbe stato necessario... "
"Ok, te la do per buona, ho fatto un passo falso... "
"Uno? E allora Lila? Cos'hai, da dire, in merito all' incoerente rivalità tra voi due?"
Saltai su come una biscia.
"Incoerente? Quella è fuori di testa, spara balle spaziali! Non ricordi più quello che mi ha combinato? Mi ha fatto espellere!"
"Le hai fatto la guerra fin dal principio, perché eri gelosa. Lo ammetto, ha giocato sporco. Ma la guerra, l'hai iniziata tu. Ammettilo, non vi siete mai prese... "
Ok, ora la butto fuori a calci!
"A ceffoni, la prendo! E due o tre li darò anche a te, se dici un'altra parola contro di me e pro Lila... "
"Buona, tigre, vengo in pace!" Ridacchiò lei, venendo alle mie spalle e abbracciandomi. "Voglio solo dire che amare quel ragazzo non ti faceva poi tanto bene. Eri irrequieta, stavi male. Ora invece, con Luka ti vedo più... te stessa."
"Sono me stessa, come non mai. Luka è meraviglioso, mi rende felice, e adoro stare con lui. Mi è sempre piaciuto tanto, ma non ho mai permesso a me stessa di vederlo oltre ad un amico, perché per me è sempre esistito solo... "
"Chiaro... " concluse Alya.
"Ecco. Voglio voltare pagina, Alya, ne ho bisogno. E Luka mi sta aiutando a farlo. Poi, se da cosa nasce cosa, ben venga. voglio davvero bene, a quel ragazzo... "
"E io tifo per te al 100%. E solo che... ho come una vocina in testa che mi dice... fermala, sta sbagliando. Non lo so, è come una specie di sensazione, te l'ho detto... "
"Forse Luka non ti va a genio?" Tentai.
"Macché, è uno zuccherino! È il ragazzo più tenero e gentile che abbia mai visto! Ed è il fratellone di juleka, bada a lei e a sua madre... è un angelo!"
"E allora che ha da ridire, quella vocina?"
Alya agitò le mani per aria, come a voler scacciare invisibili insetti.
"Lascia perdere. Non lascerò che un insulso dubbio, figlio di chi sa quale assurda suggestione, guasti la festa alla mia cocca. Luka ti rende felice? Non mi serve sapere altro. Per quanto riguarda A.."
Storsi la bocca.
"... riccioli d'oro, gli auguro tutta la felicità possibile."
Mi abbracciò di nuovo. Respirai a fondo il suo profumo al mango e pesca.
"Sarà dura, è giusto che tu lo sappia. Prima di superare il dolore, devi imparare a conviverci... "
Alya se ne andò dopo colazione.
Io mi rintanati in camera mia, dove qualche ora dopo, pranzai in compagnia dei miei crucci.
La faceva facile lei, pensai arrampicandomi sul mio letto, dove mi acciambellai meditabonda, osservando la mia cornice di sughero per foto, un tempo adibita ad altare di Adrien, ma ora ormai vuota. Potevo davvero imparare... a convivere con quel dolore infernale?
Potevo davvero vivere... senza Adrien?
Di essere solo amici, non se ne parlava. Lo amavo troppo. La ferita avrebbe continuato ad aprirsi, e non sarei mai stata bene.
D'altra parte, come potevo chiudere i ponti con lui, dall'oggi al domani, senza dare spiegazioni?
Adrien era un ragazzo così sensibile, ne avrebbe sicuramente sofferto. Ero una sua amica, mi voleva bene...
Dio... ma perché, invece, non mi amava?
Passai tutto il pomeriggio a crogiolarmi in questi idilliaci pensieri, addormentandomi brevemente di tanto in tanto.
Uno dei miei pisolini, però, parve durare più del previsto. Infatti, al mio risveglio, vidi due cose che difficilmente, mi sarebbe capitato di vedere di giorno, nella mia stanza:
Un enorme plenilunio che illuminava il cielo notturno... e un bel ragazzo con i
capelli color del grano e felini occhi verdi, con indosso un costume da gatto in pelle nera. Il campanellino al suo collo brillò al chiaro di luna, mentre si voltava verso di me, e mi sorrideva dolcemente.
"Buonasera, mia principessa." Mormorò dolcemente.
"Buonasera, chat noir.." risposi io.





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