La vita, a volte, supera in maniera esponenziale ogni immaginazione.
Quante volte, sognamo che una cosa vada come vogliamo... e invece, poi, succede qualcosa di totalmente inatteso.
Talvolta in bene, talvolta in male.
La vita è fatta così.
Vedere Adrien, era la cosa che mi rendeva più felice, in assoluto. Attendevo con ansia il momento in cui, ogni giorno, lo potevo vedere entrare in classe. Mi si illuminava la giornata.
Lui era il mio sole, la luce della mia vita.
Non provavo per nessuno, quello che provavo per lui.
Eppure, quando chat noir sbucò dal nulla, e mi prese tra le braccia sottraendomi al pericolo, il calore della sua stretta su di me, il senso di protezione che mi trasmise... mi fecero sentire bene, come mai in vita mia.
Sentivo che tra quelle braccia... nulla e nessuno, avrebbe potuto farmi del male.
"Mi hanno detto che avevi bisogno di me, milady... " mi sussurrò.
Io posai la mia fronte alla sua, e lo abbracciai.
"Io ho sempre bisogno di te... gattino mio."
E non c'era cosa più vera, al mondo.
E spesso, mi chiedevo se si rendesse davvero conto, di quanto fosse prezioso, per me.
Forse... io per prima, avrei dovuto dirglielo più spesso.
Un conto, era tenerlo lontano da me per impedirgli di ferirsi, per colpa del suo amore non corrisposto nei miei confronti.
Un altro, era non avere nessun tipo di rapporto con lui, di nessun genere.
Non lo avrei sopportato.
Chat noir era parte di me, della mia vita. Era insostituibile ed essenziale, per me. Io non esistevo, senza di lui. Non c'era ladybug, senza...
Ladybug?
Un attimo...
Lo fissai, gli occhi talmente sbarrati da sporgere fuori dalle orbite. Chat noir... mi aveva appena chiamato... milady?!
Aprì la bocca per parlare, ma fui bruscamente interrotta, perché Lila, decisamente contrariata da questa inattesa entrata in scena, decise di dire la sua.
Fendette l'aria col suo frivolo ombrellino dalla punta affilata, come fosse un fioretto.
Ma il mio micione, non era certo un novellino, in materia.
Mi tenne ben salda con un braccio, e alzò il suo bastone, parando magistralmente il colpo.
Lo vidi diventare scuro in volto, mentre mi tirava un po' su per reggermi meglio. Sebbene ancora un po' stordita, mi aggrappai più saldamente possibile alle sue spalle. Il mio viso, era schiacciato contro il suo collo.
"Vigliacca... " ringhiò, livido. "Come osi attaccarmi, mentre ho lei in braccio? Non è immune ai colpi come noi. Vuoi forse ucciderla?!"
Lila sputò per terra, in maniera dispregiativa.
"Non mi turberebbe certo il sonno, se anche morisse... "
Chat noir non ci vide più. I suoi muscoli fasciati dalla pelle nera della tuta, fremettero di rabbia sotto le mie dita.
Piantò furioso il bastone a terra, e lo fece allungare, elevandoci dal suolo di diversi metri.
"Vuoi la guerra, bellezza? E guerra sia!"
Mi strinse forte a sé, e un attimo dopo allungò il suo bastone verso le luci sospese del soffitto. Come una stecca da biliardo, l'arma di chat noir distrusse le lampadine di tutta la stanza, una dopo l'altra.
Cadde il buio più fitto. L'unico che vedeva qualcosa ora, era chat noir. Lila sbraitò furibonda parole incomprensibili.
"Devo nasconderti, milady, almeno finché non riavrai i tuoi orecchini... " borbottò chat noir, lanciando occhiate a destra e a manca. "Se ti tengo con me, ti farà del male di proposito. E se succede, dispiace dirlo perché sono contrario al massimo, ma a me non resterà altro che regalarti un bel girocollo di volpe, a natale... "
"Ora è una farfalla, niente più volpe... " risposi, fissandolo incredula. "Chat noir... come sai chi sono? "
"Eh?" Chiese lui, roteando il bastone per creare uno scudo, proteggendoci dal colpo appena scagliato da Lila. Gettava colpi alla cieca, come un un'invasata. Chat noir spiccò un balzo, e si lasciò inghiottire con me in una zona d'ombra dell'alto soffitto.
"Dov'è finito quell'idiota di Felix? Non lo vedo, e la cosa non mi piace... " sbraitò.
"Ti ho chiesto... come sai chi sono? Mi stai chiamando milady. Come sai... che milady, ossia ladybug... sono io?"
Lui di colpo, mi guardò sconvolto. Poi, mise in piazza un sorriso alquanto strano. Sembrava... nel panico.
"Ahm... ecco... me... me lo ha detto Adrien! Che personaggio poco discreto, non trovi?" Ridacchiò, buttandosi occhiate in tutte le direzioni. "Mi ha detto che Lila e il suo schiavetto d'amore, hanno rubato a Gabriel Agreste i miraculous della farfalla e del pavone. E... beh, mi ha detto di te. Non credo l'abbia fatto di proposito, però!Immagino fosse un po' per le sue, con la testa. Insomma... ci sono parecchie cose dure da digerire, pare, per lui.
Me lo avrà detto... sovrappensiero, suppongo... "
Io annuì, mentre nascosti nell'ombra, osservavamo Lila guardarsi attorno, circospetta, e cercando Felix. Per Adrien tutto questo gran pasticcio, sarà stato uno shock tremendo. Mi chiedevo dove fosse, in quel momento. Mi chiedevo... se stesse parlando con suo padre.
Chat noir e io rimanemmo appiattiti in una zona buia, in attesa.
"Felix potrebbe essere acquattato nel buio da qualche parte, qui in giro. hanno già i tuoi orecchini. Ora, probabilmente, vogliono il mio anello. "
"Non pensare a me, devi proteggere plagg e il tuo miraculous. Se lo prendono, siamo fritti... "
"Mia cara, nessun gioiello vale la tua vita. Sei tu, la mia unica priorità... "
Io distolsi lo sguardo.
"Anche ora che hai capito di non amarmi come credevi, la pensi così?"
Lila scagliava colpi sempre più vicini al punto dove eravamo. A breve, ci avrebbe sicuramente colpiti.
Chat noir mi mise giù, mi fece appiattire contro il muro e mi si mise davanti, a mo' di scudo.
"Chi ha mai detto una cosa del genere?" Disse piano poi, con nonchalance.
Sussultai, premuta contro la sua schiena.
"Ma... io... " mormorai, presa in contropiede. Lui prese una delle mie mani, e se la portò al cuore.
"Io ho sempre detto che non mi importava, chi fosse colei che stava dietro la maschera di milady, l'avrei amata a prescindere. Il fatto che lei sia tu... è solo la ciliegina sulla torta. Ho sempre pensato che tu fossi speciale, ma non potevo accettarlo, per amore di ladybug, che non avrei tradito mai, sebbene non mi volesse. Ora che so che non c'è colpa, nel sentire qualcosa per te e per lei contemporaneamente, visto che siete la stessa persona... se è possibile... credo di amarti ancora di più. Questo cuore... appartiene a te."
Sentirlo dire così, mi fece andare a fuoco. Pregai non avvertisse il calore del mio viso premuto contro la sua schiena.
"Però mi hai respinto, quando mi sono dichiarata." borbottai, riflettendo e cercando di abbassare la temperatura alla mia faccia. "Non è giusto, che tu ora dica di amarmi... solo perché sai che lei sono io. Io e lei... siamo diverse. Io sono io, lei è lei. Tu non ami entrambe... tu ami solo lei. Forse sarò speciale, per te... ma non è amore, quello che senti per me. "
Lui girò su se stesso, aprì le braccia, e posò i palmi sul muro dietro di me.
"Allora, punto primo: tu e lei... non esiste. Sei solo tu. La differenza? Una maschera. Stessa persona.
E nessuno, meglio di me, lo sa. Io e... beh l'altro, siamo la stessa persona. Sono solo io, con indosso una maschera. Punto numero due..."
Si avvicinò il viso al mio. La punta del suo naso sfiorava il mio.
"L'altra sera, non mi sembra di aver fatto questo con lei... mia principessa."
E nel buio, sentii la sua bocca posarsi sulla mia, dolcemente.
Lo stesso brivido della prima volta, e di tutte le altre, tornò da me, scaricando elettricità pura in tutto il mio corpo.
Forse era sincero. Forse provava davvero qualcosa per me, ma non lo accettava per paura di tradire il suo amore per... beh, me.
In fin dei conti, non era una cosa tanto impossibile.
Io per prima, giusto in quel momento, mi stavo giusto chiedendo, visto considerato che amavo un altro... perché mi piacesse tanto quel suo bacio...
E soprattutto... perché non lo interrompevo!
Ad interrompere il bel momento, però, venne un botto scassa timpani a meno di un metro da noi.
Chat noir si staccò da me, e mi gettò alle sue spalle, brandendo il bastone.
Lila sbucò dal nulla, proprio davanti a noi. Ci aveva trovati, alla fine.
"Gattino pestifero... " ringhiò. "Prolunghi solo la tua condanna, così. Non hai scampo. Siamo a diversi palmi sottoterra... non puoi scappare."
"E tu non puoi vedermi, visto che è buio. Ma io vedo te, farfallina. Tirate le somme, siamo pari..."
Questa fu l'ultima frase che ricordo di aver sentito... prima che esplodesse l'inferno.
Fu tutto tremendamente veloce, ma a me parve di vedere ogni cosa al rallentatore...
Una presa alla mia vita.
Poi uno strattone all'indietro.
Le mie dita che scivolavano via dalle spalle di chat noir.
Lui che si voltava a guardare cosa stava accadendo.
Il suo stupore... nel vedere Felix, spuntato da chissà dove, trattenermi con la forza.
Una luce improvvisa, irradiata da un sentimostro, apparso sopra le nostre teste.
Il mio terrore, vedendo Lila alzare l'ombrello alle spalle di chat noir.
La punta di esso... trapassare senza sforzo, la sua tuta di pelle nera.
Gocce rosse come rubini, che cadevano a terra.
Il viso di chat noir impallidire.
Un tonfo sordo.
"NOOO, CHAT NOIR!" gridai.
Lui pianto le mani a terra, tentando di alzarsi, ma invano. Aveva un grosso buco nella tuta, proprio sotto la scapola. Il sangue usciva copioso, e inarrestabile. Era ferito gravemente. Doveva andare subito in ospedale.
"Lila... ma che cosa diavolo hai fatto?"
La voce venne dalle mie spalle.
Era stato Felix, a parlare. Lila girò gli occhi al cielo, sbuffando.
"Ovvio, ho usato il mio miraculous per uccidere questo idiota... "
Felix rabbrividì contro la mia schiena.
"Tu... " disse. "Tu... dovevi solo togliergli l'anello! Ti ho fatto luce per quello! Non c'era bisogno... di arrivare a tanto!
Lila lo fissò, gli occhi ridotti a fessure.
"Sai... è per colpa di quelli come te, che il mondo va a rotoli. Buonisti... vorrei tanto sapere cosa ci guadagnate, ad andare in giro facendo i benefattori.
Il mondo non è fatto di buoni sentimenti, è una realtà che va affrontata, mio caro Felix. Lui non ci avrebbe mai dato l'anello spontaneamente.
Questo, era l'unico modo per ottenerlo. Il fatto che sia stato divertente, è solo un un'incentivo... "
Posò un piede su chatnoir, per voltarlo.
"STAI LONTANA DA LUI!" sbraitai, isterica, cercando di divincolarmi. Lila mi guardò con sufficienza.
"Massì, lasciala. Cosa vuoi che mi faccia, in quello stato... "
Felix la guardò sconcertato, e mi lasciò andare.
Corsi da chat noir, e lo presi tra le braccia. Era debole come un uccellino. Posò la testa alla mia spalla, e mi guardò. I suoi begli occhi felini iniziavano ad appannarsi, e il suo viso impallidiva a vista d'occhio.
Stava per collassare, aveva perso troppo sangue.
"Su, fai il bravo bambino, Felix... e prendi l'anello."
Felix la guardò. Poi guardò noi. Lo fissai dritto negli occhi, scuotendo la testa piano. Se Felix avesse preso l'anello, chat noir sarebbe sicuramente morto. Probabilmente, viveva ancora grazie al suo potere.
"Ti prego... " lo supplicai, stringendo a me chat noir. "Felix non lo fare, ti supplico... morirà, se lo fai!"
"Muoviti, Felix!" Sbottò Lila. "Discendi da una stirpe di femminucce, ok, ma fa' in modo essere la pecoranera... "
Felix s'irrigidì. Si inginocchiò accanto a noi, ma notai qualcosa di strano. Fissava Lila, lo sguardo rabbioso. Notai che aveva la mascella contratta.
"Felix... " gli mormorai. Lui si voltò a guardarmi. Poi guardò chat noir. Poi la sua mano. Il suo anello...
"Felix... ti prego... "
Gli afferrai la mano che si stava avvicinando all'anello di chat noir.
Lui mi guardò. Scansò la mia mano, e afferrò quella di chat noir. Posò le dita sull'anello.
"Io non sono... un uovo dipinto... " sussurrò.
Lo guardai, un moto di speranza nel cuore. Che avesse...?
Si alzò in piedi, con aria confusa.
"Non viene via... " disse, sbalordendomi. "Non so perché, ma non si toglie... non vorrei che, bruciando la tuta, tu lo avessi danneggiato, mia cara. Questi cosi sono così delicati... "
Io non osavo né incrociare lo sguardo di Felix, né tantomeno dire alcunché. Neanche respiravo. Ero in uno stato di allerta totale.
Se avevo capito bene, le cose erano due: O non sarebbe successo niente, e ci aspettava il finimondo... o sarebbe successo di tutto... e ci aspettava il finimondo.
Lila sbuffò, frustrata. Si diresse a passo spedito su me e chat noir. Passando davanti a Felix, lui le accarezzò i fianchi.
"Attenta, mia cara... potrebbe essere pericoloso."
"Per una femminuccia come te, forse! E tu... "
Mi afferrò il viso. Chat noir si agitò iroso tra le mie braccia, ma lo strinsi forte, per farlo calmare. Se si agitava, rischiava di stare peggio.
"Se è uno dei tuoi stupidi trucchi, sta tranquilla che tu, e il tuo prezioso gattino, me la pagherete cara... "
"Meglio non rischiare... " intervenne Felix.
Mi staccò a forza chat noir dalle mani, e mi tirò a sé.
"No!" Protestai. "Chat noir!"
Un intante dopo avermi tirato addosso a lui per bloccarmi per bene, il suo strano tocco contro il mio fianco, mi spalancò la mente.
Ok, mi dissi... vediamo dove andiamo a parare.
Lila afferrò senza tante cerimonie il polso di chat noir, che ormai era quasi privo di conoscenza.
Io respirai a fondo, misi la mano in tasca, afferrai quello che Felix ci aveva messo dentro, gli mollati un bel pestone e gli feci perdere l'equilibrio, facendo cascare per terra tutti e due.
Nella confusione, completai il mio piano.
Per buona misura, sciolsi anche i capelli. Se il trucco veniva scoperto troppo presto, ogni cosa era perduta...
Lila si distrasse 5 secondi esatti, quelli necessari a farle perdere tempo e a distrarla dal suo intento.
Quando riportò scocciata la mano all'anello di chat noir, Felix si era già rialzato, e mi aveva già riagguantata.
Ora, bastava solo creare il diversivo giusto.
"Io non lo farei, se fossi in te... " me ne uscì.
Lila si fermò, ribaltando gli occhi.
"Io fossi in te, avrei già levato il disturbo... " rimbeccò.
"Quel miraculous deve essersi danneggiato, quando hai colpito chat noir. Se te lo metti, rischi di farti ammazzare."
Lila rise sprezzante.
"Facevi dunque meglio a non dirmelo, no? Ti toglievi il pensiero... "
"Io ti voglio in manicomio, Lila, non al campo santo... " risposi io. "Comunque, fa come credi. Neanche lui lo sa usare del tutto bene, quel coso... " dissi, e indicai chat noir. "È troppo potente... "
"Mi stai invitando a nozze, mia cara Marinette. Ah, ti do un consiglio... "
E senza preavviso, agguantò chat noir e lo tirò in piedi.
"... se ti azzardi ad attivare gli orecchini che quell'idiota mi ha rubato, giuro che il tuo gattino non vedrà la prossima alba!"
Maledizione, pensai.
È davvero difficile, rubare a casa dei ladri...
Guardai Felix. Completamente spiazzato. Idee? Zero.
Riuscivo solo a fissare il viso di chat noir sbiancare sempre di più, ogni secondo che passava.
Ero già stata così in pena, per colpa di Lila.
Minacciava di buttare Adrien giù dalla torre Eiffel.
Dalla paura che mi fece prendere, rischiai di sacrificare i miei orecchini, per salvarlo. Fortunatamente, il mio gattino mi persuase, dimostrandomi che si trattava di un bluff: Adrien era finto, niente più di un un'illusione.
Ma ora, lì, di illusorio, non c'era niente.
Era reale, e mi faceva ancora più paura. Un passo falso, e per chat noir sarebbe stata la fine.
Non potevo fare niente... ero spalle al muro.
"Lo vedi? Guardati... sei la personificazione di ciò che ho sempre detto: sei un fallimento! Hai perso tutto, ti rimaneva solo lui! E guarda che fine ha fatto, per colpa tua!"
Lila strinse Chat noir, e lui gemette di dolore.
"Lascialo!" La supplicai. "Prendi me, lui non ti ha fatto niente!"
Lila rise sguaiatamente.
"Chunque ha deciso di darti quel miraculous, ha commesso un grave errore... e ora, tutti ne pagheranno le conseguenze!"
"Ne sono cosciente!" Esclamai, le lacrime agli occhi. "Sono arrivata fin qui, solo perché Chat noir era al mio fiasco. Tutto questo... è solo colpa mia. Mi... mi dispiace, micetto"
"CATACLISMA!"
Per un sttimo, fui sul punto di credere di averlo solo immaginato.
Poi, però, alzai la testa, e vidi qualcosa di incredibilmente folle.
Chat noir aveva piantato i piedi a terra, ed era riuscito, sa dio come... ad evocare il suo potere, il cataclisma.
Brillava nella sua mano destra, la solita luce spettrale nero violacea.
Poi, con un ultimo sforzo, girò su sé stesso, si liberò dalla presa di Lila e... scagliò il suo cataclisma proprio in mezzo al suo petto, centrando in pieno il miraculous della farfalla.
Lila cacciò un urlo assordante, mentre il suo potere scivolava via dal suo corpo, lasciandola inerme.
Crollò a terra senza fiato, debole e spaurita.
"Nessuno... parla così... di... milady!" ansimò chat noir rivolto a Lila.
E un attimo dopo, con orrore, lo vidi crollarle davanti.
Non si mosse più.
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Sei solo tu
Fanfictionil destino ti aspetta in fondo al sentiero intrapreso per sfuggirgli. Non importa quello che si fa, se una cosa è destinata a succedere, succederà. È se un amore è destinato a nascere, nulla potrà impedirlo ❤