Capitolo 8

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Passarono due settimane dal compleanno di Sarah, io e Ian ci amavamo ogni giorno di più, ma ancora non avevamo detto quella parola, mentre Trent e Linda erano pazzamente innamorati.Oggi sono molto contenta, trascorrevamo un’altra serata tutti insieme, quando alla porta suonarono.
“Lei è la Signorina Dross ?”

“Si, devo firmare da qualche parte.”

“Si.”

Dopo che ho firmato e che il postino mi ha posto il pacco salimmo tutti nell’appartamento.

“Julia, vuoi che ti lasciamo sola, vedo che viene da Brooklyn.”

“No, rimanete qui.”

Iniziai ad aprire il pacco, e la prima cosa che vidi un quadro con delle foto, una di io e mia madre, una io e mio fratello da piccolini e l’ultima tutti e tre uniti un paio di anni fa, i miei occhi si riempirono di lacrime e poi vidi una lettere.

“A Julia, da suo fratello Gabriel. Questa lettera doveva essere spedita un paio di anni fa, ma quando Linda mi ha chiamato ieri ho deciso di inviartela.”

“Andiamo.” disse Linda disse preoccupata.

“No restate qui, poi ne parliamo.”

Cara Linda,

questa lettera forse non la riceverai mai, forse non avrò mai il coraggio di dirti queste parole, e invece di questa lettera ti invierò un’altra lettera più formale, mentre questa la custodirò con me.
É passato esattamente 1 mese da quando sono partito per questa missione, mi ricordo ancora il giorno che te l’ho detto, piangevi come una fontana, e penso che il mio cuore in quel preciso momento si è rotto, ma poi mi hai guardato e con il cuore in mano mi hai detto: “Se è quello che vuoi vai, ma torna, chi mi romperò le palle se non ci sei.” É stata la frase più bella che io abbia mai sentito. Sai sto scrivendo questa lettere di sera, mentre sono di guardia, qui è tutto tranquillo, non ci sono state sparatorie e quindi sono tutto intero, tranne che ho la barba e so quanto tu la odio, ma in compenso mi sono cresciuti i capelli, ritornando a questa sera, ci sono le stelle, le sto contando, ma non riesco mai a finire, ha ragione mamma, sono immense.
Sai mi mancate tanto tu e mamma. Mi sono perso la tua prima lezione all’università e il tuo primo esame, ma quando tornerò a casa voglio che mi racconti tutto, ogni singolo momento.
Sta iniziando a piovere, e ora mi ritorna in mente quella notte, quella notte dove ti stavo perdendo, quella notte dove ti tenevo tra le braccia con il tuo sangue sulla mia camicia e sulle mie mani, e poi sul mio volto, vedo il tuo corpo privo di sensi e la faccia di Linda preoccupata che parla con l’infermiere, e sento le sue urla: “La mia amica è grave correte, correte.”, solo questo riesce a dire, e poi vedo la sua faccia, e le sue mani piene di sangue, e quella voglia di ucciderlo mi assale, ma poi vedo che apri gli occhi prima di richiuderli e cadere in un coma e le tue parole restano sospese quella notte, quella dannata notte: “Allora non mi hai lasciata.”, e poi via, la corsa in ospedale, i paramedici che mi mantenevano per non ammazzarlo e poi Linda che piangeva a dirotto.
Linda, eh dovrei ringraziarla, è grazie a lei che quell’uomo non è morto e ora non mi trovo in prigione, è grazie a lei se ho trovato la forza di venire in ospedale e starti ogni giorno, ora, minuto e secondo accanto, ero l’unico che aveva il permesso, dopo la scenata che avevo fatto le infermiere avevano capito che non me ne sarei andato mai. Per una settimana non mi sono lavato, non ho dormito e ho tenuto sempre la stessa camicia con il tuo sangue, quello di mia sorella.
Non riesco a perdonarmi per quello che ti è successo, penso che la colpa è soltanto mia, penso che se quella sera non fossi uscito, ora tu non porteresti quel peso su di te, e mentre ti penso e guardo le stelle, ne vedo una cadere, sai che ti dico, ho risolto il mistero di mamma.
C’è una cosa più infinita delle stelle, il mio amore per te.

Uno splendido imprevisto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora