Capitolo 20

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Aprii gli occhi, ma invece di ritrovarmi gli occhi di Ian, mi trovai in una stanza scura e al buio da sola, senza nessuno ad aspettarmi o che mi aiutasse a tornare a casa. Ero da sola nell’oscurità più assoluta, e non sapevo cosa fare, ma poi sentii quella voce, la sua voce, quella di Ian.

“Julia apri gli occhi, ti prego. Non sappiamo più cosa fare. Ci manchi, soprattutto a me.”

Volevo aprire gli occhi, non immaginate neanche quanto volevo aprire quei maledetti occhi, ma la mia mente non rispondeva ai miei comandi, il mio corpo non era sotto il mio controllo, era legata, senza forze e stavo per arrendermi.

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Una settimana dopo ....

Julia era ancora in ospedale attaccata a quella macchina, e non riusciva a svegliarsi dal coma. Ormai il dottore aveva perso ogni speranza di un ritorno tra di noi, ma io ci credevo, io credevo che Julia sarebbe tornato per me, per noi tutti, per se stessa. Gabriel non la lasciava mai sola, soltanto ogni tanto quando doveva staccare un po’ la spina, e così gli consigliai di mangiare anche qualcosa, perché era da due giorni che non mangiava. Quando Gabriel uscii io mi avvicinai a Julia e l’accarezzai le guance.

“Ti ricordi il nostro primo incontro sulla terrazza? Wow, fu la serata più bella della mia vita. Tu eri stupenda mentre osservavi il mare, ed eri così malinconica, i tuoi occhi lo dicevano, parlavano senza che tu glie lo chiedessi. Cos’avrei fatto per vederti sorridere, e ci riuscii e da quel momento in poi ho cercato sempre di farti ridere, non per sembrare un pagliaccio, ma perché in quei pochi minuti che tu ridevi il mio mondo girava nel verso giusto. Ho sbagliato con te dal primo momento, per colpa di Clarissa che mi ha tradito, non riesco più a fidarmi delle persone, ma sai, tu non sei come lei, tu sei diversa da tutte, tu sei l’eccezione che supera la regola. Tu sei tu, ed è per questo che ti amo Julia. Torna da me, abbiamo ancora tantissimo tempo da passare insieme, e non puoi lasciarmi ora che ho trovato l’amore della mia vita, come potrei stare senza di te.”

Le sfiorai le labbra e andai di sotto da Gabriel. Lo trovai a metà corridoi piangendo con le mani sul volto e senza forza, così mi avvicinai a lui, e iniziai a parlargli a vanvera, non sapendo cosa dirgli.

“Gabriel lei è forte, non ci lascerà, e lo sai anche tu.” dissi, e Gabriel si girò a guardarmi.

“Lo so, ma tutto questo mi frusta, come posso essere felice se mia sorella si trova su un letto d’ospedale e non si sveglia.” poi fece una lunga pausa. “Io lo ammazzo qualunque cosa accada a Julia mio padre questa volta non la passerà liscia.”

Mentre io e Gabriel parlavamo un’infermiera si fermò davanti a noi.

“Voi siete dei parenti della signorina Dross?” disse, e noi in coro rispondemmo di si.

“Bene, la ragazza si è svegliata, ma ha ancora bisogno di un po’ di risposo.”

“Cosa?” disse Gabriel.

“Non è più in come e ha chiesto di voi.” Senza pensarci due volte io e Gabriel corremmo per tutto il corridoio.

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Ero in una stanza diversa ora, era bianca e io mi trovano in un letto d’ospedale con una flebo, e al mio fianco c’era un pulsante che chiamava l’infermiera, così lo schiacciai, e dopo cinque minuti entrò un’infermiera. Dopo essersi accertata che stessi bene mi lascio riposare e andò in cerca di mio fratello e Ian. Mentre li aspettavo i miei occhi si chiusero e mi addormentai, quando mi svegliai Ian e Gabriel erano al mio fianco che mi osservavano.

Uno splendido imprevisto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora