Capitolo 1

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Sembra quasi un giornata come tante, ma vallo a raccontare a Linda che il suo datore di lavoro la sta uccidendo. Mentre lei è una ragazza che ama dormire, io sono il suo opposto, non riesco a dormire molto bene, certe volte mi tormentano degli incubi. Siamo migliore amiche da circa 16 anni. Ci siamo conosciute conosciute a scuola, mi ricordò che mi rubò la merendina, e io da quel giorno non cambiai posto perché mi piaceva vederla sorridere dopo che l’aveva mangiata. Poi da quando glie lo confessai diventammo subito migliori amiche. Non amiamo molto parlare del nostro passato preferiamo tenerlo nascosto lì in un cassetto ormai dimenticato, perché il nostro passato non è stato molto tranquillo, forse non è stato neanche uno dei migliori. Poi siamo cresciute nella nostra città, Brooklyn, ma appena abbiamo preso la laurea, lei in giornalismo e io in psicologa abbiamo deciso di comprare una casa per noi e scappare da tutti, anche se forse un po’ a malincuore, ma dovevamo allontanarci da quel posto che non ci apparteneva, da quel paese che ci andava stretto. Così ora ci troviamo a New York, da sole, ma con una forza che sembri a ogni mio passo la terra tremi sotto di me.
Mentre io ho finito di fare colazione lascio un biglietto a Linda per dirle che sono uscita un po’ prima per andare in studio, tanto già so che mi rispondere più tardi delle 11.
Oggi è una di quelle giornate che ti fa venire la voglia di andare sulla spiaggia, c’è un solo fortissimo, credo che ci siano almeno 45°, e credetemi non vorrei di certo andare a lavoro,per molti motivi preferirei la spiaggia, ma quando Sarah mi ha chiamato con le lacrime agli occhi gli ho subito risposto che sarei andata da lei tra 10 minuti. Ed eccomi qui, vicino casa sua, ad aspettarla che esca per portarla a fare un giorno con me, non so dove siamo dirette, ma infondo sono come le foglie, mi fido del vento. Oggi sono un po’ sulle nuvole, non so ma mi sento come mi mancasse qualcosa e non so cosa. Mentre sono soprappensiero Sarah esce dalla porta e corre verso di me.

“ Ti volevo dire grazie di essere venuta, e lo so che oggi è il tuo giorno libero per questo ti richiedo grazie.” 

Questa ragazza è troppo dolce, e non si merita tutto questo. “Sarah lo sai che quando hai bisogno di me io ci sono, basta che mi chiami e io sarò da te in men che non si dica, sempre.”

Ho pensato di portarla a comprare un gelato, e in tutto il tragitto non  parlammo di cosa era successo in quella maledetta casa. La sua storia è un po’ simile alla mia, forse per questo ho un occhio di riguardo verso di lei.

“Sarah vuoi parlarne. Lo sai che non ti fa bene tenere tutto dentro.”

“No, non voglio parlare, tanto lo sai che tra 1 mese compio 18 anni e me ne andrò di casa.”

Sia questa ragazza, non sa cosa gli spetta, ma preferisco che stia fuori da quella casa che lì dentro a soffrire.

“Lo sai Sarah, che se hai bisogno di me io ci sono, e quando compirai 18 anni se vuoi ti do una stanza da letto nella mai casa. Ma ti avviso ho una coinquilina un po’ rompipalle.”

Appena finisco di parlare le sue braccia sono al mio collo, e la sento urlare di gioia, al punto che la gente si gira per osservarci. Questa ragazza mi ricorda troppo me, anche io quando avevo la sua età e anche dopo e prima non mi interessava della gente, ovunque mi trovavo ballavo, ridevo, urlavo e mi sentivo libera, non mi interessava se la gente diceva che ero pazza, io lo ero per davvero. Si, io non amo la normalità, che senso ha vivere una vita senza sbagliare, si sbaglia per imparare e vivere. Dopo una bella chiacchierata e una lunga passeggiata accompagno a casa Sarah e gli riprometto che avrà una stanza nella mia casa. Mentre mi avvio verso casa Linda mi chiama. Lo sapevo che non si sarebbe svegliata prima delle 11, infatti sono 12:45, sempre la solita dormigliona.
“Ehi, Buongiorno dormigliona.”

“Ehi, ma anche il sabato lavori. Non sei una buona amica, ogni giorno mi sveglio sempre senza di te.”

“Dai Linda, che stiamo 24 ore su 24 insieme.”

Uno splendido imprevisto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora