Capitolo 11

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Dopo che Ian mi fece la proposta di essere ufficialmente la sua ragazza, ci unimmo alla cena.

“Zia posso venire in braccia a te.” mi disse il piccolo Jacob.

“Certo piccolo, vieni.” Aveva 5 anni, era la fotocopia di Gabriel, piccolo, ma robusto, occhi verdi e capelli castano chiaro con alcuni riflessi biondo scuro, il naso piccolo e la bocca carnosa.

“Jacob stai seduto sulla tua sedia.”  Jacob si risiede e fa la sua faccina triste.

“Gabriel perché deve arrabbiarti per delle stupidaggini, Jacob vieni da zia.”

Jacob mi guardò e si alzò e poi mi gettò le braccia al collo, e lo cullai tra le mie braccia.

“Scusami piccolo, non volevo.”

“Lo so papà.” e gli regalò uno dei suoi sorrisi.

Poi iniziammo a parlare, ridevamo e scherzavamo su dei episodi da Oscar per le papere.

“Julia ti ricordi quando Jim venne a casa per scusarsi e tuo fratello lo minacciò.” disse Linda.

“Come dimenticarselo. Ti ricordi la faccia di Jim? E Le parole di Gabriel?”

“Certo, c’ero anch’io, disse: “Se ti avvicini a mia sorella tanto da respirare la sua aria o da sentire il suo odore penso che non avrai mai dei tuoi piccoli sosia-testa-di-cazzo-come-il-padre.”

Li scoppiammo tutti a ridere, e Gabriel si fece tutto rosso.

“Devo andare in bagno.” disse Jacob, così Jessica si stava per alzare, ma la fermai. “Jessica non preoccuparti vado io.” “Si, zia.”

Presi Jacob in braccio mi scusai e andai in bagno con lui. Questo ristorante era eccezionale, aveva anche il bagno per i bambini, così entrai aspettai che Jacob finisse e poi uscimmo, ma quando stavamo per andare verso il tavolo un uomo mi ferma.

“Julia.” mi girai e vidi Jim, Jacob era già andato verso il tavolo.

“Jim cosa vuoi.” dissi bruta.

“Stai benissimo stasera.” e mi guardò dalla testa ai piedi.

“Me ne vado.” e feci per andarmene, ma lui continuò.

“No aspetta.” e mi bloccò per la mano.

“Jim lasciami subito.” mi stavo preoccupando non era la prima volta che Jim perdeva la pazienza.

“Tu devi tornare con me.” mi disse avvicinandosi sempre di più alla mia bocca. “Solo con me devi stare, hai capito?” e mi strinse sempre più a se e stava per baciarmi, dalla paura chiusi gli occhi e dopo neanche due secondi ero libera, le mani di Jim non erano più su di me, e quando aprii gli occhi vidi Ian che teneva per il colletto Jim al muro.

“Testa di cazzo le devi stare molto lontana, hai capito?” disse Ian molto arrabbiato e gli occhi di fuoco.

“Tu chi sei per dirmi di lasciare in pace la mia ragazza.” A quelle parole Ian gli diede un pungo in faccia, poi il secondo e così via.

“Ian fermati, Ian basta.” urlavo, e qualcuno corse per staccarlo da Jim.

“Devi starle lontana.” disse l’ultima volta Ian, poi si avvicino a me e mi abbracciò.

“Lo ammazzo.” e stava per andargli contro quando mio fratello Gabriel venne in soccorso, la sua faccia era molto diversa da quella di Ian, e credetemi quando mio fratello ha quella faccia e meglio scappare.

“Gabriel no, c’è Jacob.” dissi in un tono preoccupata.

“Stai zitta.” e si avvicinò a Jim. “Che cazzo ci facevi vicino a mia sorella di nuovo.”

Uno splendido imprevisto.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora