𝐭𝐰𝐨.

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È come se ci fosse qualcuno tra i cespugli difronte a lei, i battiti del cuore della ragazza aumentarono e l'ansia non le mancava di certo. Si alzò istintivamente pronta a correre via di lì, ma quello che venne fuori dai cespugli.. le fece gelare il sangue, la pietrificò completamente rendendola incapace di scappare.
Un lupo, ma non un lupo qualunque. Uno spettro. Era bianco, lucente, due occhi profondi come l'oceano, ricoperto di una meravigliosa scia luminosa. Non sembrava reale, Francesca avrebbe giurato di non aver mai visto nulla di più bello. Ma lo stupore durò poco.
Francesca senti una forte angoscia iniziarle a divorare il petto, le orecchie fischiare, un assurdo tormento e un enorme senso di colpa le ronzavano rumorosamente in testa. Provava un dolore inimmaginabile, si sentiva letteralmente morire.
Il dolore fu talmente forte da farle portare le mani tra i capelli e urlare dalla disperazione.
La mistica creatura che aveva davanti, iniziò ad avanzare verso di lei molto lentamente. E più si avvicinava, più la ragazza provava dolore.
Lo spettro si avvicinò completamente a lei iniziando a girarle intorno, gli urli della nera erano udibili a distanza di chilometri.
<smettila!> urlò in un lamento la ragazza completamente travolta dalla disperazione, non ne poteva più, si sentiva persino sul punto di svenire.
E fu solo a quel punto che la misteriosa creatura si dissolse nel nulla, sparendo completamente. La nera cadde in ginocchio completamente sull'orlo di uno sfinimento, il dolore atroce che provava prima si stava lentamente schiarendo fino a sparire completamente liberando il corpo distrutto della ragazza.
E da lì, solo buio.

Gli occhi della nera si riaprirono alle undici del mattino lasciandola spaesata sul letto della sua camera, la ragazza non si capacitava di nulla.. non capiva come fosse stato possibile. Si alzò dal letto andando a lavare il volto restando poi qualche istante a guardarsi allo specchio, probabilmente era stato solo un altro incubo. Un lento sospiro abbandonò le labbra di Francesca, che una volta uscita dal bagno trovò un bigliettino sul tavolo della cucina.
"Sono andato a lavoro prima, fai colazione -Jun"
Dopo aver letto il bigliettino la nera aprì il frigo prendendo solo una birra da dentro esso sedendosi sul divano bevendola abbastanza velocemente, nella sua testa si tornava di continuo in un solo punto interrogativo. Quel sogno, quel dolore.
Non era frutto della sua immaginazione, non sembrava possibile una roba del genere.. aveva sentito davvero quel dolore. C'era stato. Anche se ormai, anche lei iniziava a credersi pazza.

Le ore passarono, e l'orologio da polso di Francesca schioccò le 21. E dopo aver indossato dei jeans molto strappati, una semplice maglietta nera a maniche corte, accompagnò il tutto indossando nuovamente le converse.
<io esco> esclamò una volta difronte la porta d'ingresso, la risposta di Junhoe non tardò ad arrivare.
<dove vai?> chiese un po' sorpreso il maggiore uscendo dal bagno con un enorme accappatoio addosso completamente fradicio.
<a bere qualcosa> rispose la ragazza sorridendo poco a quella tenera visione, era realmente molto bello.
<vuoi compagnia? ci metto un attimo a finire> provò a dire il corvino passando un asciugamano tra i capelli scompigliandoli per asciugarli, ma la nera non volle sentir ragione.
<non serve, ci vediamo dopo> rispose lei aprendo la porta pronta ad uscire completamente di casa, finché una frase non le bloccò il sangue.
<non fare troppo tardi, stamattina non avevi una bella cera> il tono preoccupato del maggiore mormorò queste parole.
La ragazza si voltò verso di lui guardandolo un po' scossa.
<a che ora sono rientrata?> chiese lei lasciando di stucco il ragazzo difronte a lei.
<non ricordi? erano le 5 del mattino> rispose allora Junhoe ancora un po' confuso da quella domanda.
Francesca si sentiva solo sempre più confusa, non riusciva a capire.
<dovrei smetterla di comprarti quelle birre> borbottò a quel punto il ragazzo notata la faccia della minore.
<ci vediamo dopo, riposa tanto> mormorò solo in risposta la nera prima di uscire completamente di casa incamminandosi verso un bar a qui era abituata sempre ad andare quando qualcosa non andava.
Era stato un sogno?
Era accaduto?
Era stata una visione?
Cosa doveva pensare?

𝑀𝑂𝑂𝑁𝐹𝐿𝐴𝑆𝐻 [𝓁.𝒿𝒽]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora